38 • Il cuore di un violino

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«La Guardia ha uomini su tutto il perimetro», disse Gareth, indicando i confini della residenza sulla mappa

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«La Guardia ha uomini su tutto il perimetro», disse Gareth, indicando i confini della residenza sulla mappa. La luce della torcia sfarfallò per un momento, facendo rabbrividire le ombre sulla carta da parati. Si trovavano in un appartamento abbandonato e fatiscente, ma da cui si godeva di una buona visuale del loro obiettivo. «Dovrete essere silenziosi e veloci. Se una guardia riuscisse a dare l'allarme...».

«Sarebbe un casino per tutti. Lo sappiamo, vampiro. Sei stato chiaro».

Gli occhi di Gabriel erano calmi, concentrati. Trasudava quel tipo di sicurezza che lo rendeva un leader naturale, cui gli uomini si affidavano per istinto in situazioni di pericolo. C'era stato un tempo in cui Gareth aveva detestato quel coraggio trasparente, quell'aperta integrità; ma doveva ammettere che, in quel momento, era lieto che fosse Gabriel a guidare i soldati Selvatici.

Lochan, invece, si rigirava tra le mani il proprio pugnale, ostentando noncuranza. «Perché ti preoccupi tanto? Se qualcuno dovesse sfuggirgli, ci pensiamo noi».

La voce del ragazzo era distorta dalla mezza maschera, un simbolo contro cui Gareth aveva lottato per anni. Era ancora difficile, per lui, considerare i Mezzafaccia degli alleati: ma lo erano, ed erano preziosi. Invisibili e inafferrabili come fumo, avevano il compito di controllare l'area attorno alla residenza, impedendo a chiunque di entrare e soprattutto uscire.

«Perché la situazione non deve sfuggirci di mano», rispose Gareth, secco. «In uno scontro frontale, saremmo tragicamente in svantaggio».

«Sono quasi le due», fece notare Gabriel. «Dovremmo metterci in posizione».

Gareth annuì, arrotolando la mappa. «Ricordate: una volta dentro, io e Shari avremo dieci minuti per prendere la formula. Una volta trascorsi, dovrete raggiungere le gallerie e poi le macchine. Entro un'ora vi voglio di nuovo tutti a Sala della Magnolia».

«E se qualcuno dovesse rimanere indietro?», domandò Lochan, alzando un sopracciglio.

«Non accadrà», rispose Gabriel, sostenendo lo sguardo di Gareth. «Ci saremo tutti».

Dopo quel congedo, i due ragazzi lasciarono l'appartamento per ricongiungersi ai loro compagni.  Gareth respirò a fondo, poi si voltò verso la finestra. Era là che Shari attendeva, osservando la residenza. La raggiunse.

Il profilo di lei era tagliato dalla luce artificiale dei lampioni. Gareth le sfiorò la nuca, i capelli corti e fini che sfuggivano alla sua treccia rossa.

«È strano vederla in questo stato», disse Shari, accennando alla residenza abbandonata. «Così buia, e vuota. Per te dev'essere anche peggio».

Gareth concesse alla sua vecchia dimora un'occhiata distratta. Le due colonne che sorreggevano il portico, la facciata bianca in stile georgiano, i due piani superiori immersi nella tenebra.

«Non l'ho mai considerata davvero casa», rispose. «È solo il luogo dove ci siamo rifugiati dopo la morte dei miei genitori, dopo l'incendio. Gli unici bei ricordi che ho lì dentro, sono legati a te».

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⏰ Last updated: Apr 03, 2022 ⏰

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