9 • Amaranto bianco

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La scatola rossa troneggiava sulla vecchia scrivania di suo padre, la piccola chiave già infilata nella toppa

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La scatola rossa troneggiava sulla vecchia scrivania di suo padre, la piccola chiave già infilata nella toppa. Helena la girò con delicatezza, finché non sentì scattare la serratura. All'interno, un alto plico di fogli richiedeva la sua attenzione.

Si strinse meglio addosso la pesante giacca di lana che indossava, poi si sedette. Il freddo dei Rifugi non lasciava mai scampo, neppure nei livelli più moderni e profondi, vicini al reattore che dava energia alla città nascosta.

Tirò fuori i documenti, prendendo a sfogliarli con poco interesse. Per la maggior parte erano le solite rendicontazioni sulla produttività di colture e allevamenti, con occasionali indicazioni sui miglioramenti che proponevano gli ingegneri. Di rado il Generale accordava loro i fondi o le attrezzature che chiedevano: le risorse dei Rifugi erano limitate, e lo spreco il più grave dei crimini.

Helena sbadigliò, continuando a sfogliare i documenti. Cercò tra le carte qualcosa che riguardasse il prigioniero, ma non trovò nulla. Non se ne stupì.

Lei e Gareth Gotha condividevano lo stesso, amaro destino: essere fantasmi, creature prigioniere di cui nessuno doveva sapere più del necessario. Aveva pensato a lui più spesso di quanto avrebbe dovuto, tornando a rileggere alcuni passi del rapporto di Shari Prewett sul mese che aveva passato in Superficie.

Era certa di non sbagliarsi: oltre quegli occhi alieni, oltre quei denti affilati, c'era un ragazzo. Una persona.

Attenta, Lexi. L'ultima ragazza che ha creduto in questa idea è morta tra atroci tormenti.

Aveva davvero riconosciuto il rimorso nei suoi occhi o erano stati gli scritti di Shari a condizionarla? Si era lasciata affascinare da un'idea di carta, quando in realtà aveva sempre avuto ragione il Generale?

Helena si stropicciò gli occhi. In una cosa il vampiro aveva ragione: se voleva venire a capo di quella fantasia, doveva parlare con la persona che l'aveva accesa. Doveva incontrare Shari, convincerla a condividere con lei le sue esperienze. Solo in questo modo sarebbe riuscita a capire se la presunta eroina dei Rifugi aveva ragione o se invece il Princeps dei Cacciatori le aveva rubato la ragione, oltre all'anima e il sangue. Ma come poteva avvicinarla senza rischiare di attirare di nuovo l'attenzione del Generale?

Qualcuno bussò alla porta dell'alloggio. Helena si affrettò a risistemare i documenti, poi andò ad aprire. Era la vecchia Hattie, con una scatola di latta tra le mani rugose.

«C'è tua madre, cara?», domandò la donna. Senza aspettare un invito, varcò la soglia col suo incedere imperioso. Si diresse verso la cucina, posò la scatola sul tavolo da pranzo e si sedette.

«No», rispose Helena, rassegnandosi a quell'invasione. «Ha portato Lottie da un'amica».

«In modo che lei potesse raggiungere Anthony Prewett nel suo ufficio, immagino». Hattie fece una smorfia. «Non mi è mai piaciuto questo sodalizio. È inopportuno, ecco cos'è».

Dies CinerumWhere stories live. Discover now