FEEL GOOD #5

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BABY LYNN P.O.V.

Prima i supereroi, poi i manga, e adesso fumetti per adulti. Non contenuti per adulti, mi spiego meglio. Sugli scaffali della Red Zone vedo pile ordinate di fumetti indipendenti, o meglio non statunitensi, roba tipo francese e sudamericana, insomma albi ricercati che non troveresti in una fumetteria qualsiasi. Mi chiedo cosa significa mentre vedo l'ambiente cambiare ancora una volta intorno a me.

La cosa più assurda non è che adesso mi trovo in uno spazio virtualmente infinito. I colori sono la cosa più sconcertante. Se prima mi muovevo in una specie di buco nero, adesso il mondo è bianco. Senza confini. Credo di essere diventata daltonica. Le mie pupille riconoscono solo un ambiente bianco popolato da individui in bianco e nero, talvolta caratterizzati da sfumature rosse, l'unico colore vivo che riesco ancora a distinguere. Riconosco il rosso non solo come colore di una scarpa o di un indumento, ma proprio come una qualità della luce, qualcosa d'indefinito che rende l'atmosfera pregnante di un'irrequietezza perpetua.

Gli individui, parliamone. Non dovrei più sorprendermi di nulla. Infatti non mi disorienta il fatto di muovermi all'interno di una folla formicante e distratta di donne. La ragione che mi inchioda sul posto a osservarmi intorno è che quelle donne sono me. Tante versioni di me quante se ne possono contare all'infinito. Vedo una Baby Lynn che beve latte dal cartone e studia su un manuale per l'imbalsamazione di animali, una Baby Lynn uscita dalla discoteca con un abitino attillato verde scintillante e i tacchi smeraldo che vomita sul cumulo di immondizia di un giardino trascurato. In ogni direzione vedo me e soltanto me. Una Baby Lynn con la coda di cavallo (io non le ho mai fatte) che fa ruzzolare sulle mani il catalogo espositivo del museo di Winter Spell con la mostra dei mammut, una Baby Lynn in versione rockstar bella e dannata con minigonna e collant attaccata alla bottiglia. Un'altra Baby Lynn indossa la divisa arancione dei servizi sociali. C'è persino una Baby Lynn defilata, coperta da un impermeabile rimediato a un banco dei pegni e la katana allacciata sulla schiena: avanza curva in avanti, zoppica, puzza di pesce, e rabbrividisco non appena guardo sotto il cappuccio e rivedo il mio volto mutato in una repellente variante da rospo. Cambio strada. Nonostante quello che ho vissuto, la Baby Lynn versione alieno è un tantino troppo.

«Che ti succede, piccola?» dico alla Baby Lynn che sta piangendo nell'angolo di una mansarda polverosa. Dico "piccola" perché questo clone rappresenta me da piccola, all'età di dieci anni: Baby Baby! Alle sue spalle c'è un poster che mi rappresenta allo stato attuale, forse sono il suo idolo. «Ci sono io adesso,» provo a tranquillizzarla abbassandomi al suo livello. Vedo che, rovesciati ai suoi piedi, ci sono un muffin e un milkshake, deve essersi rovinata la merenda.

«Hey, che abbiamo qui?» Si intromette una terza Baby Lynn dal fare circospetto. Nonostante l'abbigliamento informale composto da stivaletti neri, jeans e canottiera bianca, porta il manganello alla cinta, una fondina sottoascellare a vista e un distintivo appeso al collo che le sbatte sui seni. «Cosa hai fatto alla bambina?» Pensa che sia stata io. «Non provare a mentirmi, me ne accorgerei.»

Ho sempre pensato che un bravo poliziotto non dovrebbe lasciare intuire quando ha capito che gli stanno mentendo. «Io sono nuova da queste parti,» provo a giustificarmi. «Comunque non farei mai del male... a me stessa. Insomma, mi conosci!» Police Baby prende le manette dalla tasca: «dici che dovrei conoscerti, Baby? Il lavoro in polizia mi prende troppo tempo, non riesco a guardare i notiziari, anche se dovrei. Per sicurezza ti porto in centrale.»

Police Baby viene sorpresa alle spalle. Una nuova Baby Lynn la prende per la nuca e le stringe la testa sotto la spalla, vicino ai seni. Con un gesto brusco le spezza l'osso del collo e Police Baby cade morta.

La nuova venuta è la versione di me che non avrei mai voluto vedere. Bad Baby ha il cranio rasato e indossa la tutta ginnica bianca con bretelle color carne come le ragazze punk dell'harem di Minimal Jack. Bad Baby è una Tipping Girl. «Questa serve più a me che a te,» dice Bad Baby aprendo la fondina di Police Baby e rubandole la pistola, una di quelle vecchio stile di stampo tedesco. «Una mauser, wow!» Non contenta, Bad Baby si appropria del distintivo e continua a frugare fra gli abiti della poliziotta morta.

So che finché Bad Baby è in circolazione, nessuna di noi è al sicuro. Prendo Baby Baby in braccio, quando sento una voce maschile richiamarmi. «Da questa parte!» Quello che vedo mi stordisce più di ogni altra cosa. L'uomo che mi presta il suo aiuto indossa una divisa grigia unisex alla Star Trek, ha un paio di occhialini da vista, un orecchino di brillante e il pizzetto biondo. Sono io, stempiata, quello che resta dei miei capelli biondi è una cresta arruffata al centro di una luna. Come definirla se non Gender Baby?

La seguo oltre una losanga con i rombi. Una Baby Lynn si allena sulla palla da fitness, un'altra si sfonda di cupcake. Gender Baby ci conduce sin da Old Baby: una Baby Lynn molto vecchia, sulla sedia a rotelle, con una lunga treccia bianca, che gioca al pendolo di Newton poggiato sulle sue gambe. Si trova dentro una specie di negozio d'antiquariato, circondata da piante e carillon di vento, tavolini da tè e aiuole rialzate da serra. «Baby, dov'eri finita?» Dice la nonnina allungando le braccia per ricevere da me Baby Baby. La piccola si stringe al petto della vecchia.

«Datemi la bambina e nessuno si farà del male!» Bad Baby ci ha trovate. La sua divisa punk si è arricchita di distintivo, fondina per pistola e manganello. Inoltre non avevo notato che dal collo le pende una disgustosa ball gag. Old Baby sta per affidarle la piccola, quando io le dico di non farlo. «Non si fidi, signora. Non è una vera poliziotta. Lei... è cattiva!»

«Sai che scoperta,» commenta Gender Baby: «noi siamo tutte cattive!» Sto per smentirla, quando una nuova Baby Lynn, se possibile ancora più sconvolgente delle precedenti, si unisce al gruppo. Capisco quale parte di me rappresenta dal vestito che indossa: jeans e cinta di cuoio, una giacchetta rosa sopra la polo aderente bianca, uno dei capi d'assalto di Mercedes. «Esatto, noi tutte siamo cattive,» dice Mercedes Baby. Il suo corpo, il suo charme, sono elevati rispetto a quello di tutte noi altre prese singolarmente, come se fosse la summa perfetta. «Noi tutte siamo te, Baby mia, e tu sei tutte noi, Baby mia.»

«No!» Prendo Baby Baby dalle braccia di Old Baby come per proteggerla. «Io non sarò mai come voi!» A quel punto Bad Baby sfodera il manganello e comincia a farlo roteare vorticosamente sulla sua mano: «proprio quello che volevo sentire. Sei pronta ad assaggiare il mio schiaffo rotante?»

«Annunci le tue mosse, Bad Baby?» dico serrando gli occhi e stringendo più forte a me Baby Baby. «Non sarai saltata fuori da uno dei cartoni animati che vedevo da bambina?» Ruoto leggermente il fianco e alzo la gamba fino all'altezza del petto piantando il mio piede sulla spalla di Bad Baby. Colpita dal mio calcio, la punk cade per terra, il manganello finisce lontano. Baby Baby è ancora al sicuro con me.

«Brava fighetta! Allora ricorderai una caratteristica dei vecchi cartoni animati,» dice Bad Baby eccitata dalla lotta. Porta una mano dietro la schiena. «I cattivi conservavano il colpo letale per ultimo!» Fulminea tende il braccio verso di me, il coltello che teneva nascosto nella cinta vola per aria. Vola verso il mio cuore e quello di Baby Baby.

ZACK! «Hai ragione, Baby Lynn.» Gender Baby si è messa nel mezzo, facendoci da scudo con il suo corpo. Si è beccata il coltello nel cuore al posto mio e della bambina, il sangue rosso le sgorga a fiotti sull'abito. Si volta a guardarmi, lacrimando. «Possiamo essere migliori di così!» Gender Baby si dissolve in un turbine nero di cenere che si disperde nello spazio bianco. Gender Baby è morta.

Anche io sto morendo insieme a lei.

WIZ GIRL (Completata)Where stories live. Discover now