LIKESTORM #10

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Il post apparso sabato sulla bacheca di Chris era bellissimo. So che non dovrei dirmelo da sola, ma il testo è riuscito a toccare le corde giuste, quelle della commozione. Non lo dico io, lo dicono gli studenti della Harper: prima scioccati dalla rivelazione, poi trasportati dalle emozioni in loro suscitate. Galvanizzata dai commenti complimentosi e incoraggianti in risposta allo stato di Chirs, la mattina successiva ho scritto un nuovo testo e l'ho usato per condividere il suo messaggio accorato sulla mia pagina. Non scendo nei dettagli, ma le parole che ho speso in sua difesa erano tenere: Chris è stato vittima di una forza più grande di lui, delle pressioni esercitate su uno sportivo da chi pretende da lui sempre il massimo. Pressioni che potevano avere un esito tragico, se non fosse che hanno fatto pentire Chris e ammettere di fronte al mondo i suoi sbagli. Sapete perché dico che quelle parole erano tenere? Non sono io a dirlo, ma lo decretano prima le centinaia di repost racimolati dagli studenti della Harper, e poi le migliaia di like e visualizzazioni di cui ha fatto incetta superando la soglia della Harper High School e i confini di Winter Spell. La confessione di Chris e la mia arringa sono diventate virali nel giro di un fine settimana. Dappertutto non si trova altro che #iamchris, l'hashtag che ho associato alla mia accorata difesa nei suoi confronti.

Lo ammetto, non tutti quegli attestati di lode sono spontanei, diciamo che un buon ottanta percento deriva dalla likestorm operata in mio favore dalla Tipping Wiz, in particolare dal reparto click farm in capo a Heather. Quella punk ne sa una più del diavolo. Lo ammetto, non sono tutte autentiche le confessioni di altri sportivi che di punto in bianco, dalla Harper fino a Spring Bell e oltre, hanno ammesso senza peli sulla lingua di fare uso di steroidi. I primi coming out sono stati pianificati a tavolino, appartengono a gente inesistente, eppure l'effetto a catena ha spinto molti altri a fare il passo decisivo. Non tutto il male vien per nuocere.

Il lunedì mattina mi alzo presto. Ho una nuova settimana davanti a me, e tanti impegni da affrontare oggi. Zaino in spalla, mi avvio verso l'uscita, quando un colpo d'occhio mi costringe a guardare in salotto. Il grande quadro è appeso alla parete. La collina è una distesa rossa di guerrieri morti, li domina la figura nobile e selvaggia di Mercedes. Al posto della giacca aziendale che aveva indossato per la posa, è stata ritratta con una pelliccia che copre le sue forme in un pruriginoso vedo-non vedo. Al posto del cellulare, impugna un lungo spadone. Mercedes è seduta alla sua scrivania di mogano, sotto al quadro. Non è ancora andata in ufficio, e posa lì, sotto il dipinto, per farsi vedere da me.

«Ho incontrato il revisore contabile,» mi annuncia solenne. Ma ho come l'impressione che a parlare sia la dea della guerra sopra di lei. «Un ometto, un grigio burocrate. Gli ho dimostrato come l'efficienza delle vendite del mio settore sia triplicata da quando sono stata promossa a direttrice generale. Se ne è tornato a casa senza nemmeno farmi una nota di biasimo. Il caso è chiuso.» Mercedes è sempre stata abile a conquistarsi il rispetto delle persone di grado più alto di lei.

Sono contenta, ma so che c'è dell'altro. Non devo aspettare per conoscere la seconda parte della storia. «Prima che lo affidassero a me Darren veniva dal settore delle dipartite comuni, a quanto pare le pratiche inevase erano le sue. Ultimamente avevo acquistato delle quote della mia società perché il loro valore era sceso a causa delle pratiche inevase, pensavano avessi frodato e invece era stata colpa sua.» Darren, che ha sempre dato il massimo e in cambio è sempre stato messo ai margini, può davvero essersi macchiato di un crimine del genere? Io non me la bevo. «Il settore delle dipartite comuni è stato chiuso in attesa di ulteriori verifiche. Da parte mia, ho dovuto licenziare Darren.»

Il suo assistente, il suo braccio destro, come può essersi spinta a tanto? Darren si è sacrificato, senza lamentarsi, lo ha fatto per il bene comune, non certo il suo, ma quello di Mercedes. Lo ha schiavizzato fino a questo punto? «Darren non aveva più la motivazione di un tempo.» È una giustificazione che Mercedes dà in primis a se stessa. «Ma in fondo chi è Darren? Non valeva un cazzo. Lo tenevo solo per il bel culetto del suo ragazzo che ogni tanto veniva a trovarlo in ufficio.» Mercedes ci ha provato una volta per gioco con il fidanzato, me lo ha detto Darren una volta alla macchinetta del caffè. Mercedes aveva esercitato il fascino del potere per far colpo sul ragazzo, e Darren aveva gli occhi in lacrime per questo.

«Ti senti quando parli?» Batto i pugni sul mogano della scrivania, Mercedes sobbalza sulla poltrona. «Comodo gettare le colpe su chi sta ai gradini più bassi. Perché non te la prendi con quelli del tuo livello?» Non le piace affatto il tono che sto utilizzando. Mi punta il dito contro. «Misura le parole, sagittabonda.» Ma che parola è? Sagittabonda??? Mercedes usa a sproposito i paroloni per darsi un tono, non fanno parte del suo vocabolario, perché le sue sono origini umili, di queste dovrebbe essere fiera e non lo è. Non merita una sola mia altra parola, la lascio lì, con i suoi rimorsi e me ne vado sbattendomi la porta alle spalle.

Sono fra i primi a entrare a scuola. Vedo l'allenatore di nuoto, il sadico bastardo che stava con il fiato sul collo di Chris, abbandonare la Harper portandosi sotto braccio una scatola con le sue cose. Spero che almeno le medaglie le abbia lasciate nella bacheca in piscina. Quando le lezioni finiscono, ho invece un altro tipo di incontro.

«Ti devo le mie scuse.» È la prima volta da quando sono tornata che Chris mi rivolge la parola in pubblico. «Non avrò la borsa di studio in atletica, non so se potrò ancora gareggiare, ma non mi hanno espulso. I ragazzi mi fermano per strada, mi stringono la mano, mi dicono grazie. Se non fosse stato per il tuo appello pubblico sputerebbero al mio passaggio. Io dico grazie a te, Baby Lynn.» Non facevo Chris il tipo da scusarsi o da ringraziare, è sincero ma non riesce a stare troppo nella parte. Se ne va alla chetichella dopo avere incassato i miei occhi dolci.


***

Sinnerman cantata dalla frontwoman che questa sera si esibisce allo Speaky è un calzante sottofondo alla riunione della Cerchia. Le selezioni per la new entry sono state ufficialmente chiuse, adesso i membri riuniti devono deliberare la vincitrice. Prima che Barbie riporti i like collezionati da ciascuna candidata, sento nelle mie cuffie Matt prendere la parola: «andiamo, chi vuole sentirli? Baby Lynn era una di noi. Sa come funziona. E in fatto di like nessuna di quelle sgallettate può reggere botta.» È come se fossi lì insieme a loro nella saletta riservata, e non nei microfoni dei loro cellulari, quando Matt indice la votazione: «chi vuole che Baby Lynn entri nella Cerchia dica .» Subito dopo, ripete: «per me è sì.»

Jimmy esita. La prima volta non ci aveva pensato due volte a dire di sì per il mio ritorno. Chiaramente sapeva che la mozione non sarebbe stata approvata. E anche adesso sa come andrà, perciò dice: «sì.» Dopo di lui, è Chris a esprimere la sua opinione. Vediamo se ho visto giusto su di lui. «Sì.» Si prende un momento per spiegare: «dopo tutto ha preso quel vigliacco di Freddie Lomax e lo ha trasformato in una star.» C'è titubanza nella voce di sua sorella, ma Chloe dice: «sì.» Il voto che doveva essere il primo, arriva adesso, per ultimo. Barbie, la leader della Cerchia, ha già perso, comunque dice: «no!» Pretendere da parte mia l'unanimità sarebbe stato troppo. «Quattro a uno. Approvato!» proclama Barbie, con la voce che le trema. Batte il martelletto di plastica. «La seduta è aggiornata.»

Prima di addormentarmi ricevo un messaggio di Barbie. Tocca a lei darmi la notizia. Il testo è acido: "hai avuto la tua seconda possibilità, non ne avrai una terza." Rispondo con cortesia. Dovrei chiudere gli occhi, dormire, e invece voglio ancora godermi la vittoria. Apro il laptop regalatomi da Minimal Jack, mi collego alla videocamera del cellulare di Barbie. La mia ex migliore amica è nel bagno dello Speaky, si guarda allo specchio. Non può farsi vedere in lacrime dagli altri. Si asciuga le guance. Mette due dita in gola, vuole rimettere la cena come faceva ai tempi in cui non se la passava bene come oggi. Resiste alla tentazione, non vomita, si lava le mani, lascia il bagno. Sarà per la prossima volta...

WIZ GIRL (Completata)Where stories live. Discover now