Lui ripose il biglietto sulla scrivania e mi guardò da oltre gli occhiali, «il preside vuole parlare con lei quindi si sbrighi.»

Perplessa e preoccupata, infilai tutto nello zaino e poi uscii. Non avevo fatto niente, perché mi voleva parlare? Era successo qualcosa ai miei fratelli? Sicuramente Gabe aveva fatto qualcosa.

Velocizzai il passo lungo i corridoi vuoti e quando arrivai in presidenza trovai seduti nell'atrio della segreteria, Jordan, Gabe e...Hayden. E nessuno di loro aveva un bell'aspetto.

Mi si mozzò il respiro alla vista del volto del ragazzo dagli occhi cobalto che -a quanto pareva- non si era preoccupato di avvisarmi del suo ritorno. Si stava tenendo del ghiaccio secco sotto l'occhio e aveva un taglio sanguinante sulla tempia e un altro sul labbro.

Tuttavia, era Jordan quello messo peggio, oltre ad un labbro sanguinante aveva sicuramente il naso rotto, la camicia bianca era sporca di sangue ancora fresco, e aveva diversi lividi sul volto.

L'unico apparentemente normale era Gabe, non era ferito ma lo sguardo livido mi fece intendere che fosse successo qualcosa di grave.

Ero rimasta immobile sulla soglia della segreteria e non riuscivo a dire niente. L'unica idea che mi balenò in mente speravo fosse sbagliata. Guardai la donna dietro alla scrivania con evidente shock.

«Si sono azzuffati in corridoio. Il preside vuole parlare con lei e suo fratello.» mormorò con fare annoiato.

Sospirai ed entrai avvicinandomi a loro. Jordan a differenza di Hayden e Gabriel era seduto distante e non provò nemmeno a guardarmi. Mi misi davanti a loro e incrociai le braccia.

«Che diavolo hai fatto?» sibilai verso mio fratello.

Con Hayden ci avrei parlato dopo. Forse. Non mi aveva ancora degnata di uno sguardo.

«Niente.» replicò scocciato.

«E allora perché ti trovi in presidenza?»

Aprì bocca per parlare ma la porta dell'ufficio del preside si spalancò e mi voltai verso quella direzione.

«Signorina Adams, può entrare con suo fratello.» disse autoritario, lanciando una Gabriel.

Strinsi la cinghia dello zaino sulla spalla e mi feci strada verso l'ufficio con Gabe dietro di me. La motivazione di tutto quello iniziò a balenare nella mia mente ma sperai che non fosse così.

Il preside era a conoscenza della nostra situazione familiare, soprattutto perché conosceva bene anche i nostri fratelli più grandi avendo frequentato la scuola. Sapeva che per i nostri genitori fosse difficile lasciare il lavoro per queste situazioni ed essendo io la più grande, se non erano problematiche gravi, evitava di chiamare i miei genitori.

«Non ho fatto niente.» disse Gabe annoiato appena si sedette.

Gli lanciai una brutta occhiata. Il preside si sistemò la cravatta e poi incrociò le braccia.

«È stato trovato nel bel mezzo di una rissa, non direi che sia niente

«Io- scusate se interrompo, non ho idea di cosa sia successo.» sospirai, mordendomi il labbro.

Il preside continuò a puntare i suoi occhi cerulei e su mio fratello, «ce lo può spiegare lui, non è così Gabriel?»

Guardai mio fratello e notai che non stesse guardando nessuno. Aveva lo sguardo fisso per terra e la mascella serrata.

«Gabe, cos'è successo?» sussurrai flebile. Perché Hayden è conciato in quel modo?

Inspirò a fondo e sollevò lo sguardo verso l'uomo dietro alla scrivania scura, «stavo andando in bagno e loro stavano già discutendo. Sono intervenuto solo ho sentito Hughes fare il suo nome.»

It's a ClichéWhere stories live. Discover now