Capitolo 25

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«Dopo la partita di venerdì, andremo alla festa di Dickson. Vuoi venire?» domandai dopo aver leccato per bene il cucchiaio sporco di crema al cioccolato bianco.

Gloria aveva preparato una torta buonissima. Era una soffice torta al cioccolato e al suo interno c'era uno strato liquido di cioccolato bianco. La fine del mondo. Hayden ne aveva accettato un pezzo solo perchè lo avevo obbligato ad assaggiarla non potendo rifiutare una delizia simile. E ora la stavamo gustando assieme nella sua cucina, lui appoggiato al ripiano di schiena di fronte a me con una mano che teneva il piatto da sotto. Mentre io mangiavo sull'isolotto.

«Perchè volete sempre andare a queste feste?» commentò.

«Perchè siamo giovani e vogliamo divertirci. Dai, non fare il vecchio noioso e vieni con noi,» sospirai, ripulendo il piatto da ogni briciola, «anche Brandon verrà.»

«Brandon non è della scuola.»

Scrollai le spalle, «ma Mal lo ha invitato lo stesso e comunque ci sono sempre molti che non sono della nostra scuola. E poi è tuo cugino, le ragazze saranno felici di conoscere un secondo Miller.»

Mi lanciò un'occhiata annoiata e posò il piatto sulla superficie dietro di lui e poi incrociò le braccia, «c'è troppa gente. Potrebbero farmi video e ciò significa che verresti ripresa anche tu.»

A questo non ci avevo pensato. Sarebbe stata la terza volta che i nostri compagni ci avrebbero visti assieme, prima al ballo dell'Homecoming, poi i video al Red Note e adesso questo. Effettivamente avrebbe attirato molto l'attenzione su noi due ma volevo che venisse.

«Puoi stare con Travis, e dato che lui starà anche con Donna e io starò con lei ci vedremo lo stesso e nessuno sospetterà niente.»

«Perchè dovrei stare con lui?» aggrottò la fronte.

«Perchè siete compagni di squadra, forse? E poi, pensavo ti fosse simpatico.» ammisi e portai il piatto al lavello prima di aprire il rubinetto per pulirmi la bocca.

«E' okay, credo, ma ci sarà anche Jordan con lui.»

E loro due non avevano un bel rapporto.

«Senti, saranno tutti ubriachi non faranno caso a noi se stiamo insieme.» agitai una mano per aria.

Scosse la testa accigliato, «perchè vuoi che venga?»

«Perchè sei qua da un mese e non hai ancora partecipato alla vera vita da liceale.»

«Non penso sia obbligatorio.» puntualizzò prima di dirigersi fuori dalla cucina.

Lo seguii e nel mentre pensai che in realtà non sapevo perchè insistevo così tanto. Volevo che provasse un po' di normalità e quelle feste erano una casella che lui doveva spuntare.

«Vieni almeno a questa. La prossima volta potrai stare a casa come un perfetto ottantenne.»

Mi lanciò un'occhiata storta mentre mi faceva strada verso lo studio con il pianoforte.

«Vedrò.»

Sospirai cercando di non guardarlo male. Nel profondo sapevo che fosse più un no che un si.

Avvicinandomi al pianoforte notai degli spartiti senza titolo sul leggio, la scrittura era ordinata ma non sembrava di conoscere il pezzo. E comunque l'idea che Hayden continuasse a suonare, anche se solo in forma privata, mi faceva scaldare il petto. Per quanto mi piacesse vederlo giocare a football, e sapessi che avrebbe potuto avere anche un futuro professionista, la musica era quello a cui lo collegavo. Ma forse perché lo avevo sempre visto sotto quella categoria.

«Di chi è?» domandai incuriosita, afferrando i fogli cercando il nome della composizione.

«È mia.»

It's a ClichéWhere stories live. Discover now