Capitolo 17

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Era lunedì pomeriggio e mi trovavo a casa di Hayden. Ci eravamo organizzati sabato, dopo essere stati a quel laghetto nascosto. Come era già successo, mi venne a prendere a casa dopo gli allenamenti.

«Gloria ha comprato un barattolo di Nutella per te.» mi informò mentre uscivamo dalla Porsche appena parcheggiata nell'ampio garage sottoterra.

A quelle parole il mio cuore si riempì di gioia per quel dolce gesto, «davvero?»

Ruotò gli occhi alla mia espressione stupita, «si, Adams, ma non ti fa bene mangiare sempre quella roba.»

«Tutti dobbiamo morire, almeno lasciami morire sazia e felice, Miller.» replicai scocciata seguendolo verso l'ascensore.

Notai che si fosse aggiunta una decappottabile vintage, non riuscì a leggere lo stemma sul cofano, ma era di delicato color panna.

Ignorò il mio commento scuotendo la testa e appena le porte metalliche si aprirono entrammo e lanciai uno sguardo ad entrambi dallo specchio di fronte a noi. Lui teneva il borsone sulle spalle e questa volta la maglia termica a maniche lunghe era nera, e aveva addirittura un grazioso codino al centro della testa che gli teneva legati le ciocche ricciolute.

In qualsiasi stato Hayden si trovasse, riusciva lo stesso a toglierti il fiato senza doversi impegnare troppo.

Io d'altro canto, sembravano un insetto insignificante e insipido. Soprattutto se mi paragonavo a quella Meredith.

Già, non mi ero assolutamente scordata di lei e avevo passato tutta la giornata di domenica a spiare il suo profilo facendomi solo corrodere lo stomaco dall'invidia.

«Ci sono delle fette di pane. Se vuoi mangiarla.» continuò.

Gli sorrisi, «grazie, mi serviranno per riuscire a sopportarti tutto il pomeriggio.»

«Io sopporto te.» ribattè con fare annoiato ma non nascose un leggero sorriso.

Lungo il corridoio che portava al soggiorno lui si fermò davanti alle scale e mi guardò velocemente, «io vado a farmi una doccia, tu fai quello che vuoi. Non rompere niente.»

Aprii le braccia accigliata, «perchè dovrei rompere qualcosa?»

Alzò le spalle iniziando a posare un piede sul primo gradino in legno, «non lo so, mi sembri abbastanza pericolosa.»

Gli feci il medio e proseguii verso il soggiorno mentre lui andava al piano di sopra.

Non avrei mai potuto rompere niente neanche per sbaglio, perchè avrei dovuto vendermi un rene per poterlo ripagare.

Lasciai la borsa sul tavolo e poi mi diressi allegramente in cucina. Le porte scorrevoli erano aperte per cui mentre avanzavo i miei occhi captarono subito il grande barattolo della mia crema al cioccolato preferita sul piano in marmo vicino al lavello.

Mi stava urlando di essere aperto. Come potevo non accontentarlo?

Con un sorriso a trentadue denti aprii le ante alla ricerca del pane, poi presi anche un piatto e un coltello.

Mi misi vicino al lavello sotto alla finestra così i miei occhi avevano tutta la luce necessaria per capire cosa stavano facendo le mie mani e bloccare in anticipo ogni minimo disastro.

Notai però nell'angolo del ripiano un tostapane, pensai che non sarebbe stato un problema usarlo. Così attaccai la spina e lo feci scaldare.

Un paio di minuti dopo avevo scaldato tre fette, ero stata così gentile da farne una anche per Hayden, in fondo era un gesto di ringraziamento per la Nutella, anche se non era stata una sua idea, volevo lo stesso mostrarmi carina.

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