Taccuini Alchemici - Occhio nella Terra

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Dai Taccuini Alchemici:

"Sull'Occhio nella Terra (generalia).
Convenzionalmente si parla di 'Occhio nella Terra', sebbene allo stato attuale non si possa screditare l'esistenza di altri Occhi di tal fatta.
Si inferisce ciò sulla base di supposizioni logiche – è improbabile che esista un unico esemplare di questo genere su tutta la superficie terrestre. Ulteriori prove a sostegno dell'ipotesi pluralista sono da ricercarsi nelle documentazioni antiche (generalmente risalenti ai primi due Periodi), le quali riportano che in epoche passate gli uomini solevano volgere la loro devozione nei confronti di più Occhi di questo tipo: uno a Candalia, uno in Hisule sotto la Foresta Sahariana, un altro alle propaggini del Miriath. Tuttavia, talmente frammentarie sono tali supposte testimonianze da rendere impossibile ricostruire la localizzazione geografica di summenzionati Occhi.
Infine, l'inusuale vicenda di Eno porta nuove conferme: è più semplice infatti teorizzare l'esistenza di un Occhio al Nord, piuttosto che ammettere che, per una qualche ignota ragione, le leggi che regolano e legano Eimnos e l'Occhio nella Terra abbiano smesso di valere solo nel caso di Eno, e cioè che più ci si allontana da Ungulion e il suo Occhio, meno gli Eimnos oriti a tale distanza possiederanno Custodi forti.

Sull'Occhio nella Terra di Ungulion (generalia et anatomia).
L'unico Occhio nella Terra a oggi conosciuto è quello ritrovato nel sottosuolo di Ungulion. Noto da sempre, non è possibile datare con certezza la sua scoperta, anche se le ipotesi la vogliono risalente a prima dell'Apocalisse e degli Ultimi Giorni, come riportato in 'Cronache dell'Apocalisse'. Il testo tuttavia, di carattere sacro, non deve essere considerato come fonte storica attendibile.
L'Occhio sporge dalla parete rocciosa nella quale è semi sepolto.
A livello fisico, pare far parte di un organismo di dimensioni maggiori, di cui tuttavia le uniche porzioni anatomiche visibili sono un occhio e il suo intorno.
L'Occhio presenta uno scudo corneo a delimitare l'arcata sopraccigliare. Il tessuto attorno, di color nero-grigio, potrebbe essere epidermide cheratinizzata, che risulta tuttavia più resistente delle concrezioni rocciose dalle quali l'occhio è circondato.
Vani i tentativi di scalfire detta biostruttura per mezzo di utensili fisici/termici. Risultati negativi anche con l'impiego di frangitori ultrasonici.
Certamente l'Occhio è dotato di palpebre, ben visibili seppur ritratte.
Miniature fino al IV° Periodo ritraggono l'Occhio serrato, quindi è probabile che si sia schiuso successivamente. Sconosciute le ragioni della sua apertura. Allo stato attuale, le palpebre non sono mai state viste sbattere.
Il diametro dell'Occhio è di 11,364 cubiti. Presenta una pupilla allungata in senso latitudinale, stretta e aghiforme. L'iride è color miele, ramata con venature oro. La sclera si presenta bianca; ben visibili i capillari, rossi.
Al tocco, l'Occhio appare freddo, umido, leggermente appiccicoso.
Il prelievo di campioni dal bulbo oculare, che in questo caso dovrebbe essere meno difficoltoso, è stato però impedito dal Magistrato Supremo di Ungulion, supportato dalla concorde opinione del Decano e dal Conclave degli arcidiaconi.
Confermata l'assenza di annessi cutanei quali peli/ciglia, così come di condotti lacrimali. Incerta la presenza di membrana nittitante.
L'Occhio solitamente non reagisce a sollecitazioni esterne né a stimoli visivi. Tuttavia, stando alle documentazioni, sono almeno tre i casi in cui si avrebbe avuta una risposta:
· Negli istanti immediatamente successivi la schiusa delle palpebre, quando la pupilla si sarebbe ritratta di parecchi cubiti in senso longitudinale;
· Durante i giorni precedenti la creazione di Enco (consultare il paragrafo dedicato);
· Meno accreditato, l'Occhio avrebbe seguito con lo sguardo il M° Fosco Zante durante la sua unica visita al sito.
Allo stato attuale, la pupilla non reagisce nemmeno se esposta a forte luce. L'organismo potrebbe dunque essere deceduto da tempo. Non si spiega infatti come possa sopravvivere con il metabolismo attivo (necessario per i movimenti dell'occhio) senza nutrirsi.
Per questa ragione, è stata avanzata l'ipotesi che tali moti possano essere dovuti a spasmi muscolari post-mortem, così come l'apertura delle palpebre.
Essendo l'Occhio locato sotto alcuni degli edifici più antichi di Ungulion, gli scavi attorno all'Occhio sono stati interrotti da tempo. Magistrato e Decano, inoltre, sovente scoraggiano la ripresa dei lavori, forse per timore di svelare chi sia il vero proprietario dell'Occhio. Invece di un dio, potrebbero liberare un demonio.
In compenso, tutto lo spazio antistante l'Occhio è stato escavato, fino a ottenere una grande cavità sotterranea artificiale, alta circa il quintuplo dell'Occhio stesso, il quale è posto sulla parete di fondo rispetto all'entrata.
Una corta rampa conduce fino all'Occhio, a meno di cinque cubiti dal suolo.
L'intera area ha un diametro di 114 cubiti.

Legame tra Occhio nella Terra ed Eimnos.
Sebbene tradizionalmente si affermi che la probabilità di orire Eimnos aumenti con la vicinanza a Ungulion, in realtà è assodato che sia l'Occhio nella Terra sotto la città a condizionare, con la sua vicinanza, la percentuale di Eimnos oriti.
Questa informazione è utile solo relativamente: anche vicinissimi all'Occhio, la probabilità di orire Eimnos rimane bassissima. Essa, che aumenta in maniera semi-lineare al diminuire della distanza, ha un incremento talmente basso che, anche a contatto con l'Occhio, secondo stime rimarrebbe comunque al di sotto di uno ogni quattordicimila nati circa. Con l'incremento della distanza diminuisce fino a tendere a zero, seppur in maniera asintotica.
Ciononostante, le proprietarie degli edifici immediatamente sopra l'Occhio affittano i locali alle partorienti a cifre vertiginose; la cantina di Casa Varlato, una delle famiglie più influenti di Ungulion, a cui peraltro appartiene l'attuale Magistrato Supremo (IX° Periodo, anno XXXII), viene a costare oltre seimila danari a parto.
In più, molte madri aspettano a dare un nome al proprio pargolo, preferendo giungere in pellegrinaggio fin nei pressi di Ungulion e dell'Occhio.
Famoso è anche il caso di quella fanciulla allevata dai lupi nelle foreste della Pretura di Bær-Davaz. Sterminato il branco e reintrodotta a forza nella civiltà, venne condotta a Neviaze, dono per il Serenissimo doge di allora. Le venne dato il nome Emione, e in quel momento orì Eimnos. Il suo Custode, per beffa della sorte, rassomigliava a un contadino armato di forcone, come quelli che avevano abbattuto il branco nel quale era cresciuta, senza nome, per sette anni.
I meccanismi che legano e regolano Occhi ed Eimnos erano e rimangono in gran parte sconosciuti.
Tuttavia, passi da gigante in tal senso sono stati compiuti dopo la genesi di e la sperimentazione su Enco, il primo Eimnos artificiale. Per ulteriori informazioni a riguardo, consultare il paragrafo dedicato." (omissis)

AgapantoWhere stories live. Discover now