Diario di Timotheus

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Lunedì 24 Settembre

Caro diario,

Ieri ho scritto il tema sui fratelli e l'ho consegnato alla maestra. Lei è rimasta stupita: ben cinque pagine! Spero sia soddisfatta. Io lo sono.
Oggi non ho fatto molto altro perché stamattina mi sono svegliato con il mal di testa. Non mi capita quasi mai di ammalarmi, anche se qualche volta faccio finta, perché così la sorellona quando torna a casa dal lavoro mi porta sempre un regalo, anche se piccolo piccolo.
Proprio perché non sto tanto bene, oggi non mi va di uscire in giardino con Lutrezio a giocare. Mi viene mal di testa quando non ho nulla, figurati ora che ce l'ho già cosa potrebbe diventare! Come minimo, un'emicrania.
Pazienza, mi porterò un po' avanti coi compiti.
Per oggi basta scrivere perché davvero la testa mi fa male.

Martedì 25 Settembre

Per fortuna il mal di testa mi è passato. Kamsha dice che era una qualche influenza venefica. Ci ho messo un po' a capire che non stava dicendo una parolaccia. Non prendermi per stupido, diario, ma i fratelli più grandi hanno oltre dieci anni in più di me, è normale che non conosca certe parole!
Quœllo mi dice sempre che l'ignoranza è sorella della sottomissione, e che dovrei leggere di più per non farmi abbindolare dal primo che passa (intendendo Kamsha, che a furia di leggere testi sacri è diventato un bravo predicatore, e sa come convincerti). Quando sente queste cose, Peer sbuffa e scaccia il pensiero con la mano. A Peer non piace leggere.
A proposito di libri, temo di aver fatto una cosa non tanto bella oggi: ho spiato nel libro di Norne.
A differenza del resto delle cose di mia sorella, che sbriluccicano tutte e sono piene di perline e farfalle, il Libro delle Parole Sconosciute, come aveva scritto lei in copertina, era piuttosto sorbrio (si dice così? Sorbrio, nel senso, senza decorazioni). Sarebbe sembrato quasi un libro di Galàgala: marrone e nero, rilegato in pelle e chiuso da un robusto lucchetto. Solo che questa volta il lucchetto era aperto. Norne il lunedì va a danza, la accompagna Quœllo tornato dal lavoro. Perdonami, ma non ho resistito: ho aperto il tomo e l'ho sfogliato velocemente. Se sei arrabbiato lo capisco: dopotutto, siete quasi cugini! Entrambi custodite segreti. Io mi arrabbierei molto se Norne ti leggesse.
Dentro il Libro erano scritte una sopra l'altra una sfilza di parole, nella calligrafia tutta curve e cuoricini di mia sorella. Mi sono fermato su una pagina a caso, e ho letto:

Falansterio
Aporia
Semelpari
Ipocoristico
Agapanto
Sacripante
Anapesto
Tetico

Ce n'erano molte altre, ma non le ricordo. Non erano disposte con un ordine particolare, se non quello cronologico con cui Norne le aveva trascritte.
A quanto pare Norne ci scrive dentro tutte le parole di cui non sa il significato. La cosa strana è che non c'era segnato accanto cosa volessero dire. Personalmente, non ho idea dove sia andata a scovarle: non ne conoscevo nemmeno una.
Stando attento a lasciare il libro come l'avevo trovato (senza chiudere il lucchetto: poteva essere una trappola!) mi sono allontanato.
Ora mi sento terribilmente colpevole, anche perché alla fine in quel quaderno non c'era nulla di segreto. Anzi, era davvero poco femminile. Sono contento però: dimostra che Quœllo si sbaglia, sul conto di Norne.
Ora che sto bene non posso rifiutare gli inviti di Lutrezio: mi tocca scegliere un superpotere e uscire in giardino. Questa volta userò la chiaroveggenza, che è il vedere chiaro nel senso di vedere il futuro (così mi ha spiegato Lutrezio).

Mercoledì 26 Settembre

Questa notte ho avuto gli incubi, e mi è tornato il mal di testa. Ti racconto il sogno: non è granché, ma sai che quando dormi è tutto o più bello o più pauroso.
Camminavo al buio lungo un corridoio. Ho appoggiato la mano su una parete, era ruvida e bagnata, come se fossi dentro una grotta. Poi il corridoio ha iniziato a stringersi, e mi sono trovato a strisciare. A un certo punto ho sentito qualcosa dietro di me, come un cane che ansima e gratta la roccia con le unghie. Ho capito che qualcosa mi stava inseguendo e ho cominciato a strisciare più in fretta sui gomiti. Ma il cunicolo diventava sempre più basso e stretto, e a un certo punto si è ridotto tanto che non sono più riuscito ad andare avanti. Il cane o quello che era si faceva sempre più vicino.
Di solito a questo punto negli incubi svengo, e mi risveglio nel letto. Questa volta invece nel sogno mi sono girato, e davanti a me stava non un cane o un altro animale, ma un grande occhio giallo, come quello di un coccodrillo. Mi fissava, ed era grande come la mia faccia o anche più. Aveva qualcosa di cattivo e affascinante insieme. È durato solo un secondo, perché poi mi sono svegliato.
Allora sono corso dalla sorellona, che dorme sola in un grande letto, e mi sono infilato sotto le coperte. Insieme alla sorellona c'era già Maatsu, a cui a volte piace dormire nel lettone. Tremava: anche lui aveva fatto un brutto sogno. Inutile chiedergli quale, il mattino si è già dimenticato tutto.
Rassicurato dalla loro presenza, mi sono addormentato.
Stamattina avevo il mal di testa, e non sono l'unico: Peer ha sceso le scale bestemmiando, e Kamsha si è fatto tre volte il segno di croce recitando una sura del Corano. A quanto pare, anche Peer questa notte non ha dormito benissimo.
Niente incubi per lui però, solo sonni agitati. Lavora troppo e fino a tardi.
"Vendi il sole per comprare la luna" ha detto Quœllo.
"No, vendo il sole per comprare il pane a voi locuste" ha risposto Peer. Poi ha bevuto un caffè ed è uscito per andare al lavoro.
La sorellona la sera ha preparato biscotti per tutti. Norne era felicissima, e anche i finti gemelli. Maatsu ha applaudito contento. Anche a Peer si è sollevato un poco l'umore, anche se il mal di testa non gli è passato. Come a me, del resto. Ora vado a nanna. Spero migliori (e soprattutto, spero di non fare incubi!)

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