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Nonostante fossero passate un paio d'ore da quando il sole si era levato nel punto più alto del suo percorso, il ragazzo steso tra le morbide coperte non accennava minimamente ad aprire gli occhi. 

Non era da lui rimanere a dormire fino alle prime ore del pomeriggio -essendo di natura una persona abbastanza mattiniera- ma quella notte era stato in grado di abbracciare le calme braccia di Morfeo solo sul fare del mattino, troppo impegnato a ripetere mentalmente ciò che ormai architettava da quasi quattro anni. Era stata l'ansia a tenerlo alzato: la possibilità di fallire si era insinuata all'interno delle sue viscere con tale prepotenza che, nel pieno della notte, era corso in bagno a rigettare più di una volta.

All'interno del suo piano non c'era nessun margine di errore: tutto doveva andare esattamente come previsto o per lui sarebbe stata la fine. Era un gioco di vita o di morte dove solo il più astuto sarebbe sopravvissuto, osservando il perdente piangere lacrime amare al ricordo della dignità perduta. Era un gioco dove preda e predatore erano destinati a scambiarsi i ruoli; e lui, docile agnello, era intenzionato a dominare il branco di lupi che mirava alla sua carne.

Il suono della serratura fece muovere il ragazzo tra le coperte, destandolo dal suo dolce sonno. Aprì lentamente gli occhi e li mosse per tutta la stanza, ricercando in essa qualsiasi oggetto in grado di confermare che si fosse lasciato alle spalle il mondo dei sogni. 

Con ancora la stanchezza abbracciata al corpo, si mise a sedere e volse lo sguardo verso l'uomo che aveva varcato la soglia della porta. Sbattendo gli occhi stanchi nel tentativo di mettere a fuoco la scura figura, fece un cenno con la testa, intimando allo sconosciuto di parlare.

<< Il capo ha richiesto la tua presenza >> rispose con voce atona il ragazzo, passando lo sguardo sul corpo nudo del minore. 

<< Digli che arrivo tra qualche minuto, giusto il tempo di vestirmi >> rispose con voce ancora impastata dal sonno, prima di alzarsi da letto e dirigersi verso il bagno presente nella propria stanza. 

Incurante di chiudere la porta alle sue spalle e di essere privo di ogni forma di indumento, si piegò verso il lavandino, deliziando l'uomo della superba vista del suo morbido fondo schiena.

Con lentezza si lavò la faccia, lasciando che l'acqua fredda sciacquasse via qualunque residuo di stanchezza dal proprio volto. Dopo essersi asciugato il viso con un pregiato asciugamano di lino, tornò all'interno della stanza principale, dirigendosi verso l'armadio.

Gli occhi dello sconosciuto si mossero veloci sulle morbide curve del suo corpo, ispezionando con lussuria ogni centimetro della sua pelle nivea coperta solamente dai flebili raggi di sole che filtravano dalla finestra. << Non penso che tu ne abbia bisogno. Il capo sarebbe davvero felice di riceverti così >> disse con tono malizioso, leccandosi le labbra e puntando lo sguardo sul fondo schiena dell'altro. 

<< Ed io non penso di aver chiesto la tua opinione >> rispose con freddezza il minore, infilando le proprie gambe all'interno di un paio di boxer neri ed ascoltando il sospiro di dissenso prodotto dalle labbra dell'altro.

<< Non dovresti andargli a riferire che sto per arrivare, anzi che rimanere qui a guardarmi il culo? >> schioccò la lingua contro il palato, infastidito. Con lentezza voltò il capo verso di lui ed alzò un sopracciglio, spostando in contemporanea il peso del suo corpo da una gamba all'altra.

<< Mi ha chiesto di scortarti fino alla sua stanza. Mi dispiace ragazzino, ma qui le regole non le fai tu >>, terminò la frase stampandosi in volto un fastidioso ghigno compiaciuto. 

Il minore arricciò le labbra in una smorfia infastidita, borbottando qualcosa di inudibile tra i denti. Si voltò di nuovo verso l'armadio e da quello estrasse una grande felpa blu, che portò a coprire il suo corpo seminudo. Sistemò l'orlo dell'indumento contro le proprie gambe scoperte e si passò una mano tra i capelli, lanciando uno sguardo allo specchio appeso lì a fianco per controllare che il suo aspetto fosse impeccabile, << So chi fa le regole, ma almeno riconosco il mio posto all'interno di questa villa. Si può dire lo stesso di te? >> sputò con acidità, incontrando lo sguardo della guardia dalla sua figura riflessa nello specchio.

Can't Hold Me Down || BTSxJinOù les histoires vivent. Découvrez maintenant