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Con gli occhi ancora semichiusi a causa della stanchezza, camminò per la stanza alla ricerca dei suoi vestiti. Zoppicando da una parte all'altra, afferrava con cura ogni indumento steso contro il lucido pavimento della camera e lo osservava attentamente cercando di capire a chi appartenesse. Dopo un paio di minuti di vane ricerche, troppo stanco e dolorante per continuare ad ispezionare ognuno dei numerosi capi presenti sul parquet, decise di afferrare la prima camicia che gli capitò tra le mani ed il primo pantalone che i suoi occhi trovarono.

Entrò nel bagno collegato alla grande stanza e si diresse immediatamente verso la doccia. Aprì l'acqua e si gettò sotto il suo freddo getto, destandosi lentamente dalla stanchezza che gli era rimasta addosso. Si ribaltò sulle mani una noce di shampoo ed iniziò a lavarsi dolcemente i capelli, sospirando per il dolce profumo che questo stava liberando all'interno del box doccia.

Dopo essersi sciacquato via l'aromatica schiuma, iniziò a strofinare il proprio corpo con la morbida spugna appesa al porta sapone collocato in un angolo della spaziosa e sontuosa doccia. Passò l'oggetto lungo il proprio corpo, stando attendo a non mancare nemmeno un punto, percependo il bisogno di lavare via quel fastidioso senso di sporcizia che si sentiva addosso.

Ripose la spugna al suo posto e con delicatezza decise di lavare via anche lo sperma che durante la notte non aveva ancora abbandonato il suo corpo.

Quando si sentì soddisfatto del suo operato e il dolce aroma del bagnoschiuma si era ormai insidiato nel suo sensibile naso, uscì e ricoprì il proprio corpo col il primo asciugamano trovato all'interno dei numerosi armadietti presenti nel grande bagno.

Dopo essersi asciugato con meticolosa cura, lo lasciò ricadere a terra. Si piegò verso il lavandino - dove aveva appoggiato temporaneamente i vestiti raccolti dal pavimento - e li indossò, storgendo leggermente il naso quando si accorse che questi erano un po' troppo grandi per la sua esile figura.

Si passò una mano tra i capelli bagnati e lanciò uno sguardo alla propria immagine riflessa, ruotando gli occhi nel notare il gonfiore delle sue labbra e la ferita che Jungkook aveva lasciato su di esse la sera prima.

Dopo aver lanciato un ultimo sguardo al proprio riflesso, uscì dal bagno e subito dopo dalla stanza, dirigendosi con convinzione verso le scale. Le imboccò e le percorse aggrappandosi al corrimano, cercando di trattenere il gemiti di dolore causati delle fastidiose fitte che si stavano liberando lungo il suo fondoschiena.

Arrivato al piano terra si guardò intorno cercando di ricordare dove fosse la porta d'entrata all'interno della grande villa, quando una voce raggiunse le sue orecchie: << La principessa si è svegliata >>, ghignò Yoongi, il quale era appoggiato allo stipite di una porta poco distante dalla base delle scale.

<< Non chiamarmi così >> sbuffò Seojin, abbandonando il corrimano e zoppicando verso Yoongi, avendo percepito delle voci provenire dalla stanza alle sue spalle. Gli passò accanto, ignorando volutamente lo sguardo di avvertimento che il maggiore gli rivolse, ed entrò all'interno di quella che si rivelò essere la cucina. Non degnando di una minima occhiata le sei persone all'interno della stanza, claudicò verso uno degli sgabelli posti al fianco del grande bancone lì presente.

<< Hai bisogno di essere portato in braccio? >> lo beffeggiò Jungkook, il quale lo stava guardando con un ghigno dipinto in volto. Seokjin lo fulminò con lo sguardo e sbuffò, prima di sedersi con delicatezza contro la superficie liscia dello sgabello. Passandosi una mano tra i capelli, accavallò le gambe ed alzando leggermente il mento, rispose: << No grazie, ho camminato da solo anche in situazioni peggiori >>, e quasi istintivamente i suoi occhi si puntarono sulla ripugnante cicatrice presente sul suo tallone.

Can't Hold Me Down || BTSxJinWhere stories live. Discover now