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Si guardò intorno mentre veniva scortato lungo l'ampio corridoio dove gli immensi lampadari di cristalli illuminavano la stanza, riflettendo il loro bagliore contro le massicce decorazioni in oro placcato che abbellivano i grandi -e costosi- quadri appesi lungo le pareti. Non ebbe il tempo necessario per soffermarsi ad osservare la particolare carta da parati, ma era alquanto sicuro che fosse il lavoro di un famoso arredatore d'interni americano, in quanto essa rispecchiava perfettamente il lusso che quell'ambiente emanava.

Giunto alla fine dell'immenso corridoio dovette attendere qualche secondo, giusto il tempo di dare all'uomo che lo aveva scortato fino a lì la possibilità di aprire una delle due massicce porte in legno che occupavano gran parte dell'intera parete. Si passò una mano tra i capelli -strategicamente acconciati per lasciare scoperta la fronte, al fine di conferire alla sua intera figura un tono più maturo- ed inspirò profondamente, poggiando il primo passo all'interno dell'immensa stanza.

Il suo sguardo non fece in tempo a distrarsi nell'osservare la pomposità insita in ogni angolo di quella sfarzosa stanza -innumerevoli volte più luminosa e preziosa del faraonico corridoio- che fu subito portato sulle sei figure sedute al grande tavolo posto al centro della stanza. Il suo cuore iniziò a battere con frenesia quando quelle stesse persone si alzarono di scatto, in preda allo stupore.

Si avvicinò al tavolo con lentezza, godendosi a pieno le occhiate di incredulità che stavano percorrendo il suo morbido corpo e gongolando nel più totale appagamento al suono dell'eco dei suoi passi.

<< Di certo non mi aspettavo una festa per il mio ritorno, ma davvero mi accogliete con quelle facce? - ridacchiò, increspando le labbra in un broncio appena accennato - Che c'è? Vi siete dimenticati di me per caso? >>, alzò il sopracciglio ed arrestò la propria camminata, essendo ormai giunto a capo dell'immenso tavolo in legno di ciliegio.

I sei presenti non fiatarono, ma le loro espressioni mutarono ben presto in una smorfia di irosa serietà. Il più alto tra quelli si alzò, lasciando strisciare le gambe della sedia contro il pavimento in maniera lenta e non controllata, provocando un fastidioso suono che però tutti ignorarono.

<< Cosa ci fai tu qui? >> domandò con schiettezza, evitando inutili perdite di tempo.

L'entusiasmo dipinto sul volto dell'ospite si dissipò velocemente, dando spazio ad un'espressione palesemente contrariata, << Davvero? Sono stato via per due anni e tu mi tratti in questo modo? - scosse la testa ed un sorriso si riaprì sul suo volto - Non credo sia molto gentile da parte tua, Namjoon >> lasciò scivolare il nome del suo interlocutore lungo la lingua in maniera lasciva, quasi sensuale.

<< Ti ha fatto una domanda. Sei tenuto a rispondere >> la voce dura di un altro dei ragazzi lì presenti arrivò dritta alle sue orecchie, facendogli così spostare lo sguardo sul suo corpo tonico. La freddezza delle sue parole lo fecero sbuffare, annoiato da tutta quella impassibilità.

<<Va bene, va bene - mosse la mano davanti al suo volto in maniera rilassata, socchiudendo gli occhi ed inspirando dal naso - sono qui per il vostro incontro >> ed al contrario dell'atteggiamento dimostrato fino a quell'istante, i suoi lineamenti si irrigidirono, trasformando la sua espressione canzonatoria in una seria e glaciale.

Un'altra sedia raschiò contro il pavimento ed uno dei ragazzi si alzò in piedi di scatto, camminando velocemente nella sua direzione, finché un braccio non venne allungato di fronte al suo busto, costringendolo così ad arrestarsi. Alzò lo sguardo verso il proprietario dell'arto ed annuì stringendo la mascella quando il suddetto scosse la testa, intimandogli di non avventarsi contro il loro ospite. << Dov'è Daewon? >> sputò tra i denti, miscelando al proprio tono di voce la rabbia che avrebbe felicemente scaricato sul suo bel corpo.

Can't Hold Me Down || BTSxJinWhere stories live. Discover now