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Connor Sinkey guardava Campbell fisso negli occhi, pieno di sdegno e disprezzo per via della persona che aveva creduto di conoscere. C'era stato un tempo in cui si conoscevano, in cui erano amici, ma dopo tutto ciò che era successo il sipario di quel ridicolo teatrino era calato. L'illusione di un uomo che si credeva diverso era diventata la sua realtà, perciò non c'era più niente che lui potesse fare o dire per ingannarlo. Sinkey aveva le lacrime agli occhi, ma non per la circostanza in cui si trovava: aveva perso tante cose con la guerra e aveva detto addio a molte altre con il Morso della Morte, tuttavia non si sarebbe mai aspettato di perdere un'amicizia. David era diventato strano in seguito alla morte della moglie, questo era innegabile, però non credeva che la sua mente si sarebbe contorta tanto da farlo diventare un pazzo omicida egoista. Aveva ucciso Purcell, se non qualcun altro di cui Sinkey non era al corrente, il tutto per mettersi a capo dell'Emergency Department. Era ormai evidente che il Progetto Omega fosse un pretesto per sbarazzarsi dei suoi nemici, il quale era però nascosto dietro la strategia di Campbell, ossia la suddivisione dei compiti dei Settori. I dipendenti avrebbero continuato a compiere analisi dei campioni infetti del batterio nella sede di Londra, mentre loro avrebbero sperimentato possibili cure per il Morso della morte. A quanto aveva sentito, infatti, ogni esperimento effettuato non aveva potato alcun risultato positivo. Che fosse un caso? Sinkey era certo di no.
In ogni caso, non aveva paura di morire. Voleva solo aiutare i Ribelli ad ottenere ciò che tanto desideravano e che anche lui si augurava. Da anni non c'erano stati grandi cambiamenti, ogni cosa era rimasta ferma al punto di declino, come le acque immobili di una palude solitaria. Eppure dopo erano arrivati i Ribelli, gli unici ad avere abbastanza fegato da mettersi contro Campbell e intervenire per ciò che ritenevano giusto. C'era chi li chiamava traditori, questo anche per via della cattiva pubblicità che David aveva fatto loro, ma Sinkey non era d'accordo. Lui riteneva, al contrario, che avessero intrapreso tale cammino proprio per la salvaguardia del Blocco Occidentale, puntando allo stesso tempo a quella dei paesi neutrali e del Blocco Orientale. C'era dunque un profondo altruismo nei confronti dell'intera umanità, alleati o nemici che fossero tra le trincee, mentre l'egoismo risiedeva proprio in chi non comprendeva le azioni dei Ribelli. Questi si nascondevano senza occuparsi dei malati, sacrificavano un amico a un Infetto per salvarsi, negavano un pezzo di pane a un familiare pur di campare un giorno in più... contro tutto questo, la Ribellione aveva avuto il coraggio di nascere dalle polveri, dalle macerie di Londra.
<< Paura di morire, Sinkey? Sai, se mi supplichi di risparmiarti potrei essere clemente. >>
Sinkey ghignò, inclinando un angolo della bocca verso l'alto << Sei fuori strada, non ho e non avrò mai paura di te. >>
<< Forse non ancora, ma capirai presto che avevo ragione. >> disse Campbell, che si stava avvicinando a Connor con passo lento, come se non ci fosse fretta di portare a termine quella conversazione. Pareva quasi che avesse dimenticato quello che era successo: l'edificio in fiamme, l'ennesima fuga dei Ribelli, il suo fallimento... ma Sinkey sapeva che le onde non avevano ancora cancellato quei profondi segni nella sabbia, non per David. La situazione appena verificatasi avrebbe causato timore e rabbia a chiunque fosse stato al posto di Campbell, però lui era diverso. Lui non dimenticava niente, men che meno i torti subiti. Il ghiaino scricchiolava sotto le suole delle sue scarpe, mentre Sinkey sentiva lo stomaco aggrovigliarsi, il cuore martellare, le mani tremare. Non aveva dubbi su ciò che sarebbe successo in seguito e, al contrario di quanto aveva pensato fino a poco prima, cominciava a sentire un senso di sgomento, il quale lo terrorizzava molto più di qualsiasi altra cosa. La sua mente passò ai ricordi più vividi e lucidi che avesse, cosa che Campbell si era già aspettato nel vederlo tornare indietro. Connor era certo che lui sapesse cosa stava pensando, eppure ciò non lo toccava minimamente. L'uomo teneva gli occhi fissi su colui che aveva ormai perso il titolo d'amico, poiché era consapevole del motivo per cui sembrasse tanto calmo. Campbell aspettava il momento giusto per attaccarlo, un felino che si muove tra la vegetazione in attesa di agguantare la preda.
Ancora un attimo, poi accadde. David fece uno scatto improvviso verso di lui e cercò di colpirlo con la mano chiusa a pugno, ciononostante Sinkey lo intercettò prima che potesse essere preso. Rispose tramite una ginocchiata, ma l'altro la schivò e fece due passi indietro, così che l'avversario barcollasse. Connor si sporse involontariamente in avanti e incespicò, istante in cui Campbell tentò di nuovo di sferrargli un colpo. Sinkey fu abbastanza rapido da bloccarlo anche quella volta, così come le altre che che seguirono, dopodiché fece pressione con il piede sulla caviglia di David. Quest'ultimo rimase in piedi nonostante provasse dolore, difatti si morse la lingua per costringersi a non renderlo evidente a vista, per poi spostare proprio quel piede e intrappolare una gamba tra le sue. Fu allora che il suo gomito urtò la schiena di Sinkey, il quale fu spinto a terra successivamente. Sorridendo compiaciuto, Campbell tenne un ginocchio a terra, mentre l'altro premeva contro il corpo di Connor affinché potesse immobilizzarlo.
<< Non sei l'unico ad aver frequentato la scuola militare. >> lo schernì il direttore, così da ricordargli che non avrebbe potuto vincere contro di lui con tanta facilità, anche se era stato a capo del Settore Gamma. Campbell aveva infatti appreso alcune nozioni di medicina, aggiunte a quelle della sua laurea, mentre conduceva un addestramento previsto per andare in trincea.
Così, David afferrò con prepotenza i capelli di quello che era stato un suo amico e collega, con l'intenzione di premere il suo viso contro la ghiaia polverosa su cui giaceva, ma Sinkey si dimenò mentre si girava su un fianco. Campbell perse l'equilibrio e cadde a terra, in particolare perché l'altro lo aveva colpito al naso con un movimento del braccio. Un rivolo di sangue scivolò giù dalla narice del dottore, che però fece finta di non aver sentito niente e diede un calcio nello stomaco a Connor. Lui aveva cercato in qualche modo di sopraffare Campbell, ma con quella mossa era stato spinto all'indietro ed era caduto nuovamente. Aveva piantato il palmo della mano sul terreno, i sassolini che diventavano aghi contro la sua pelle, e tentò di rialzarsi prima che potesse farlo il suo nemico e procrastinare il suo incontro con la morte. Tuttavia, per quanto potesse sforzarsi, capì poco dopo che era troppo tardi per acquistare altro tempo. Alcuni controllori si erano disposti dietro di lui, per poi immobilizzarlo proprio quando aveva cercato di rimettersi in piedi, cosa che Campbell aveva appena fatto. La linea di sangue fresco macchiava ancora il prolabio dell'uomo, che portò il dorso della mano vicino alle labbra e si pulì dal liquido ematico. Questo rimase in parte sulla sua pelle, ma quello era per certo l'ultimo dei suoi problemi. Non appena Campbell alzò le iridi grigie per lanciargli un'occhiata gelida, i nervi di Connor si pietrificarono in un battibaleno, perché era consapevole di non avere più scampo. L'uomo gli si avvicinò guardandolo con aria minacciosa, intento a mordersi la lingua per non sputargli in faccia quello che pensava. Se davvero avesse dato libero sfogo a se stesso, purtroppo, avrebbe potuto mettere in gioco la sua reputazione con i propri lavoratori, che gli servivano per mantenere il ruolo che aveva temporaneamente.
<< Dove sono andati? >>
<< Non lo so. >> rispose Sinkey, il cui viso era sporco per via della terra polverosa su cui aveva lottato e di cui era intrisa anche la sua divisa. Non gli dispiacque affatto, benché essere coperto di granuli di polvere fosse tutt'altro che piacevole per lui, poiché avrebbe voluto gettare un fiammifero su quegli abiti e guardarli bruciare fino a consumarsi.
<< Tu sei dalla loro parte, non fare finta di non sapere niente. Abbiamo visto tutti come spalleggiavi quei traditori. >> ignaro della verità, Campbell insistette affinché potesse ottenere la risposta che tanto desiderava. Stavolta voleva dare la caccia ai Ribelli, scovarli e ucciderli nel modo più soddisfacente possibile, ma il numero dei controllori stava diminuendo drasticamente e non poteva rinunciare a un intero corpo di sicurezza per loro. Aveva una sola opzione: aumentare ancora le taglie sulle loro teste e lasciare che i cacciatori di taglie si accanissero contro la Ribellione.
<< Ti ho detto che non lo so, Campbell! >>
<< Traditore e bugiardo, è colpa tua se questo posto è esploso! >> gridò, con il dito puntato contro il complesso che andava a fuoco. David era rosso di rabbia, tanto che le vene sul collo erano ormai in rilievo sulla pelle chiara, mentre digrignava i denti come fosse un cane che ringhia. Le guardie non osavano aprire bocca per la paura, però ci fu qualcuno che interruppe quelle urla che i due si scambiarono. Era Christian Berg, il Dirigente, il quale si era allontanato dal luogo in cui ogni cosa era saltata in aria. Il direttore aveva ordinato a due controllori di salvaguardarlo, in quanto si trattava dell'autorità principale dell'Emergency Department e, soprattutto, era utile ai suoi piani.
<< Campbell! Che diamine sta succedendo?! >>
<< I Ribelli si sono introdotti nel nostro edificio e lo hanno distrutto con degli esplosivi. Li hanno di sicuro piazzati mentre erano sotto mentite spoglie. >> spiegò Campbell, voltandosi verso Berg con la sua solita finta espressione innocente sul volto. Era palese che il suo unico intento era quello di salvaguardare se stesso e la propria immagine, ma Sinkey aveva notato che tutti gli altri non erano capaci di distinguere la realtà dalla finzione che quell'uomo aveva costruito. Mattone dopo mattone, le sue bugie avevano messo in piedi il set del suo grande e ridicolo teatrino, in cui lui interpretava il burattinaio e tutti gli altri erano semplici marionette. Come facevano a non rendersene conto? Erano forse sciocchi? Ciechi? O forse entrambi?
Connor vide David lanciargli un'occhiata stracolma di senso di superiorità, in seguito si avvicinò al Dirigente e cominciò a farfugliare qualcosa nel suo orecchio. Subdolo come un cobra che sibila alla propria preda, Campbell era tenuto sott'occhio da Sinkey, sebbene non riuscisse nemmeno a sentire quello che stava dicendo. La sola certezza che ebbe fu quanto tale faccenda gli si sarebbe ritorta contro, infatti già iniziò a prepararsi al peggio. Campbell non gli avrebbe fatto sconti, anzi, si sarebbe per certo divertito a vederlo soffrire come un cane dopo quello che si era verificato. E ciò che il Dirigente Berg disse ne fu la conferma.
<< Imprigionatelo. Un traditore sarà punito come merita. >>
Quella frase significava ben più di ciò che Connor aveva fatto e del suo conseguente castigo, significava che Campbell aveva appreso una nuova arte come metodo di inganno e la migliorava progressivamente. L'arte del lavaggio del cervello.

REBELLION  - Destruction Where stories live. Discover now