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Karen Ruffle, in piedi accanto agli operatori a cui doveva impartire gli ordini, osservò lo schermo del proprio Connecter mentre si illuminava: il segnale di Michael era appena giunto a destinazione. Lei sorrise, sollevata nel rendersi conto che il grosso della missione era già stato compiuto, perciò bastava fare ancora qualche sforzo e sarebbe finita almeno quella prima parte. Alzò lo sguardo di scatto e, voltandosi verso i suoi sottoposti, gridò << Adesso. Sabotate il sistema di sicurezza prima che sia troppo tardi, veloci! >>
Non se lo fecero ripetere due volte, difatti cominciarono immediatamente a intervenire a riguardo, armeggiando chi con con Connecter chi con computer. Era un istante cruciale, poiché se qualcosa fosse andato storto i Ribelli sarebbero stati per certo uccisi da Campbell. Avevano lavorato in molti e duramente per raggiungere i loro obbiettivi, ecco perché dovevano procedere ancora con cautela e precisione. Ogni piccola azione poteva essere inutile o determinare una svolta, però non era così semplice comprendere quale delle due probabilità fosse più o meno residua, ragione per cui nulla doveva essere preso sottogamba. Karen aveva avuto modo di riflettere spesso in quegli ultimi giorni: mai in vita sua si sarebbe aspettata di agire contro corrente fino ad appoggiare un movimento ribelle, soprattutto considerando il suo modo di essere. Era severa, talvolta troppo rigida, diligente, precisa e professionale, non era mai uscita fuori dagli schemi né aveva infranto le regole, ecco perché sentiva di essere cambiata nel profondo. Il motivo non le era estraneo, in quanto sapeva che la guerra l'aveva influenzata in particolare modo e l'aveva resa sia più scettica che negativa. Non aveva più sentito la differenza tra dolore e indifferenza nel corso di ogni evento bellico verificatosi, almeno fino all'arrivo dei Ribelli. Da allora una scintilla si era riaccesa in lei, scoppiettando come fuochi d'artificio nel cielo notturno. Sentiva lo stomaco in subbuglio, ma era consapevole del fatto che non poteva fasciarsi la testa prima del tempo. La partita era ancora aperta, le carte in tavola potevano mischiarsi e, soprattutto, Dio doveva ancora lanciare i dadi.

* * *

<< Correte! >>
Fuori dall'edificio, il caos imperversava e riempiva l'atmosfera di angoscia per chiunque si trovasse lì. Come previsto dal piano, il sistema di sicurezza era apparentemente senza controllo, benché i Ribelli sapessero che in realtà c'era il loro zampino. Il cancello d'entrata era spalancato, suoni di allarmi diverse andavano a sovrapporsi le une sulle altre, luci rosse e arancioni si alternavano seguendo i rumori assordanti in un'inquietante coreografia luminosa...
Confusi da quel bislacco e preoccupante susseguirsi di avvenimenti, che venivano compresi solo in parte, i lavoratori si guardavano attorno spaventati. Ewan non si fece distrarre e, in testa al gruppo, continuò a correre verso l'uscita, mentre gli altri lo seguivano. Non accadde pressoché niente per qualche attimo, ma non ci volle molto tempo affinché i controllori uscissero dal complesso. Come avevano immaginato, iniziarono a sparare non appena riuscirono ad avvistarli, istante in cui i Ribelli furono proprio in corrispondenza del cancello. Sapendo che oltre ad esso si estendeva una distesa di flora tropicale, la quale formava una foresta, tutti si gettarono nell'oscurità più totale per non farsi vedere dalle guardie e, di conseguenza, uccidere. Anche Campbell varcò la porta appena in tempo per avvistare le loro figure inghiottite dal buio della notte, tuttavia non si dette per vinto. Dovevano ancora arrivare alla spiaggia e scappare da lì per considerarsi salvi, motivo per cui era sicuro di poter ancora recuperare il vantaggio che aveva avuto modo di ottenere poco prima. E poi, come pensavano di poter lasciare Juan de Nova? A nuoto? Non possedevano imbarcazioni di alcun tipo, non che lui sapesse, quantomeno. Nel valutare tale ipotesi, Campbell capì che doveva fare in maniera che fossero catturati tutti prima che potessero raggiungere la costa sabbiosa.
<< Prendeteli! Li voglio vivi! >> ordinò, gridando affinché potesse essere sentito dai suoi dipendenti. Mentre aspettava che gli fossero riportati i sei traditori, Campbell mise una mano in tasca e iniziò a tastarne il fondo per recuperare il telecomando. Quest'ultimo, sottratto a Michael Cameron nel momento in cui aveva smascherato lui e gli altri componenti della Ribellione, permetteva di azionare ogni singola bomba che avevano piazzato. Prendendolo, l'uomo sarebbe stato già pronto a disinnescare ogni cosa e impedire che l'edificio in cui aveva sede il suo progetto diventasse un cumulo di cenere, ma capì di non poterlo fare. Il telecomando era sparito.
Nel medesimo istante, i Ribelli correvano a perdifiato, l'aria umida che si insinuava nei loro vestiti. Il rumore del terreno calpestato, su cui poggiavano rametti e foglie, creava un concerto sinistro che accompagnava la loro fuga e causava un picco nel continuo aumentare della tensione.
<< Michael! Fallo esplodere! >> urlò Gray all'amico.
<< C-Cosa? Adesso?! >>
<< Sì! Fallo, o siamo fregati! >>
Michael tirò fuori il telecomando e lo strinse forte nella mano destra, come se avesse paura che gli sarebbe potuto cadere da un attimo all'altro, poi lo guardò per un secondo. Stava esitando, appesantito dalla possibilità di avere delle persone morte sulla coscienza, soprattutto innocenti. Ma sapeva di doverlo fare un ogni caso.
Così, benché fosse in parte già assalito da un forte senso di rimorso, Michael premette il pulsante color cremisi. Passarono pochi secondi, dopodiché si scatenò l'inferno: il suono dell'esplosione echeggiò nell'aria calda, che ormai stava aumentando la propria temperatura fino a diventare pressoché bollente. Molti sobbalzarono, se non tutti, alcuni gettandosi a terra o riparandosi dietro un albero, oppure nei pressi del cancello. I Ribelli si voltarono senza mai smettere di correre, momento in cui videro la palla di fuoco innalzarsi dal basso e dirigersi verso il cielo stellato. Ben presto le fiamme iniziarono a divorare il complesso, crepitanti e minacciose con le loro lingue di fuoco, però questo non bastò a impedire a Sinkey di fare ciò che aveva appena pensato. L'uomo si fermò e, diretto di nuovo verso il luogo da cui stavano cercando di scappare, ripercorse i suoi passi affinché potesse tornare indietro. La prima ad accorgersene fu Amber, che lo raggiunse prima ancora che potesse varcare il cancello aperto, la mano stretta attorno al suo avambraccio. Aveva già ipotizzato il motivo per cui aveva intenzione di fare ciò, tuttavia non poteva permetterglielo. Sarebbe morto per certo ed era l'ultima cosa che voleva.
<< Che diamine stai facendo? >>
<< Amber, lasciami. >> disse lui, calmo. Sembrava rilassato, come se l'intera situazione in cui si trovava fosse normale e non portasse nessuna delle conseguenze che in realtà si sarebbero potute verificare. Ewan si fermò per un secondo, dopodiché Lily, Gray e Michael fecero lo stesso, lo sguardo fisso sui due. Lily fece per avvicinarsi, forse perché credeva di poter aiutare, ma il fratello le mise una mano sulla spalla e scosse la testa. Conoscevano entrambi Sinkey, abbastanza da sapere che non cambiava quasi mai idea su ciò che pensava, ecco perché Gray non aveva incoraggiato la sorella gemella. Quest'ultima rimase immobile, mentre fissava Sinkey con profondo dispiacere e una viscida paura che strisciava in lei come un serpente.
Michael, esterrefatto, aveva schiuso a malapena la bocca per parlare << Che... che vuole fare? >>
<< La risposta non ti piacerebbe. >> bofonchiò Ewan con fare quasi assente, consapevole del fatto che Amber avrebbe parlato a vuoto stavolta. Non conosceva bene Connor ma, a giudicare dalla determinazione che traboccava da ogni poro della sua pelle, era evidente che non si sarebbe lasciato convincere.
<< No! Io non ti lascerò morire in questo modo! >>
<< Se non lo faccio vi cattureranno e vi spareranno, è forse questo che vuoi? >> chiese Sinkey, guardandola negli occhi affinché capisse che era l'unico modo per farli scappare incolumi. La bionda restò zitta con un nodo alla gola, già sentendo le lacrime che le riempivano gli occhi color nocciola. A malincuore, aveva compreso quello che Connor intendeva fare per loro, ecco perché una goccia trepida e trasparente scivolò veloce sulla sua guancia.
<< A volte si deve fare un grande sacrificio, Amber, per ottenere qualcosa che lo sia ancora di più. >>
Detto questo, Sinkey riprese a camminare, sapendo che tutti erano intenti a guardarlo per l'ultima volta.

* * *

Quel dannato telecomando... come hanno fatto a prenderlo?!
Campbell stava aspettando che i controllori tornassero quando le bombe erano saltate in aria, così si era istintivamente voltato per vedere cosa stesse succedendo. Non che vedere con i proprio occhi potesse migliorare la situazione, ma aveva bisogno di sapere che qualcosa poteva ancora essere salvato. Quei bastardi credevano di avere il mondo in pugno solo grazie a un dannato pulsante, ma Campbell non avrebbe gettato la spugna per una ragione tanto sciocca. Già aveva ribadito che avrebbe lottato con le unghie e con i denti fino alla fine, e questo suo pensiero non era affatto cambiato. Era stato sfortunato, su questo non c'erano dubbi, ma non per questo poteva definirsi sconfitto.
<< Prendere degli estintori, non state lì impalati! >> urlò, rivolgendosi ai dipendenti che non stavano inseguendo i Ribelli. Spaventati da quell'insieme di circostanze complesse da gestire, questi erano rimasti immobili, nonostante l'evidente agitazione, sparsi in varie zone del cortile. Con quelle parole, tutti cominciarono a darsi una mossa e a spostarsi da una parte dell'altra dell'aia, accompagnati dal crepitio del fuoco. Questo sibilava nell'aria notturna e divorava l'edificio in vetro e metallo, devastato con un semplice movimento di pollice. Era troppo tardi perché qualcosa di importante potesse essere preservato, ormai, e Campbell dovette ammetterlo anche con se stesso quando quella voce richiamò la sua attenzione.
<< Non sprecare energia con questo, non puoi aggiustare ciò che è distrutto. >>
L'uomo si girò e si ritrovò, distante di pochi metri, quello che per lui era stato un amico fedele e affidabile. Appunto, era stato << Vedo che hai voglia di suicidarti, Sinkey. >>

REBELLION  - Destruction Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang