Prologo

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Soundtrack : FIRE

Fuori stava piovendo, contrariamente agli altri giorni di quell'inverno. La stagione di quell'anno era più calda e piacevole del solito, ma Ewan era diventato indifferente a tutto ciò. Sua madre si era ammalata, aveva contratto un morbo che tutti chiamavano "Il Morso della Morte". Pareva non esistesse una cura, che non ci fossero medicinali in grado di migliorare le condizioni dei pazienti. Era da settimane che sua madre, Karin, se ne stava a letto, sotto le coperte : all'inizio pareva essere solo un po' di febbre, ma con il passare del tempo non era cambiato niente. Anzi, era andata di male in peggio. Karin aveva cominciato ad avere intense fitte di dolore, a sentirsi debole, ad avere un organismo sempre più fragile e instabile. Per questo motivo, un'infermiera di nome Jane Gillen si era stabilita a casa loro. Si occupava con attenzione e pazienza di Karin, sempre con la speranza di riuscire a farla stare bene, sebbene Karin peggiorasse ogni giorno di più. Aveva persino cominciato a parlare con voce rauca, graffiante, mentre la pelle era bianca come latte. Come se tutto questo non fosse abbastanza, la donna non riusciva più a chiudere occhio a causa dei dolori e la notte non faceva altro che piangere.
<< Ha dormito tutta la mattina. Stanotte ha avuto un terribile mal di testa. >> lo informò Jane, un velo di tristezza negli occhi scuri.
<< E poi? >>
<< È più debole, Ewan. Le sue ossa e i suoi muscoli sono al limite. E purtroppo stare chiusa in casa senza muoversi le causa scarsa ossigenazione. >>
<< Morirà...non è vero? >> domandò lui con voce rotta, cercando di ricacciare le lacrime.
<< Farò di tutto per salvarla, te lo prometto. >> Jane provò a rassicurarlo come poteva, nonostante non potesse immaginare cosa si provasse a vedere la propria genitrice soffrire, e la parte peggiore era che Ewan già immaginava cosa sarebbe potuto succedere. In televisione si vedeva in continuazione i malati impazzire del tutto, i corpi sfregiati e pieni di bolle emorragiche. Con il fine di evitare questa fine, molti contagiati chiedevano di poter assumere una quantità di potassio sufficiente a portare alla morte per overdose. Perciò le possibilità erano due : o il sistema immunitario di Karin non avrebbe retto o sarebbe uscita di testa per la sofferenza. Jane non avrebbe mai somministrato del potassio a Karin, poiché la medicina aveva lo scopo di salvare le persone, non di sopprimerle. Tuttavia, non avrebbe mai potuto sopportare l'idea di vedere Karin...così. Amareggiato, Ewan annuì, per poi afferrare lo schienale di una sedia e farne strisciare le gambe sul pavimento. Si lasciò cadere sulla sedia e appoggiò i gomiti sul tavolo. Jane sapeva che si stava sforzando di non versare lacrime e si passava le mani fra i capelli per non andare nel panico. L'infermiera lo guardò dispiaciuta, dopodiché si accomodò vicino a lui e posò una mano sulla sua spalla. Fu allora che il ragazzo non riuscì più a contenersi, e le lacrime calde cominciarono a scorrere come un fiume.
<< Smettila. Smettila di fissarmi in questo modo, so già che ti faccio pena. >> singhiozzò lui.
<< Ewan... >>
<< Vuoi forse negarlo? >>
<< Esatto, lo nego. La mia non è pena, la mia è compassione. >> spiegò Jane, calma e sincera << Sono diventata infermiera per aiutare chi ha bisogno, ed è quello che sto facendo. E sai perché? Perché odio la sofferenza, ed è per questo che cerco di combatterla. Non importa chi affligge : me, i miei familiari, gli sconosciuti... io combatto la sofferenza. Perciò non pensare che io stia qui perché mi fate pena, sono qui perché voglio vedervi felici. Sia te che Karin. >>
<< Come faccio a essere felice?! Mia madre sta morendo! >>
Jane gli prese la mano << Lo so, Ewan, lo so, e non sai quanto sto male per questo. Ma pensaci : credi che Karin vorrebbe vederti così? >>
<< No. Non vorrebbe. >>
<< Questo è un momento difficile, ma non per questo devi buttarti giù. Non te lo permetto! ><
<< Però non posso fare nulla per cambiare le cose. Sono...impotente. >>
<< Sei impotente solo se credi di esserlo. >> ribatté la donna. Era un farò, senza di lei Ewan non avrebbe saputo reagire in alcun modo << Sii felice, Ewan. Sii felice per te stesso, per Karin. >>
Ewan accennò un sorriso, in modo che Jane capisse che - anche se continuava ad essere reso e nervoso - le sue parole l'avevano rassicurato.
<< Andiamo da tua madre? >>
<< Sì. >> mormorò, per poi alzarsi e uscire a passo spedito dalla cucina. Davanti alla porta della stanza di Karin era stata preparata una "camera senz'aria", detta così perché veniva svuotata dai gas che ci entravano con un meccanismo apposito. Aveva l'aspetto di una grande scatola di vetro rivestita di un materiale color antracite che Ewan non seppe riconoscere. Lo scopo di questa struttura era consentire agli individui sani di entrare in contatto con chi non era in salute, infatti si indossava una maschera specifica e si vuotava la camera senz'aria per evitare che il batterio si diffondesse per via aerea in altre stanze. Ovviamente sì applicava questa procedura sia per entrare che per uscire. Ewan e Jane indossarono le protezioni, dopodiché lei si avvicinò al cosiddetto "riduttore", il quale permetteva la rarefazione dei gas nella camera senz'aria. Prima di tutto, entrambi ruotarono una manovella a lato della maschera, e l'ossigeno cominciò a fluire.
<< Qual è il livello dell'ossigenazione? >>
<< Tre su cinque. È più che sufficiente. >> rispose l'infermiera, azionando il riduttore. Mano a mano che la percentuale di gas diminuiva, Ewan sentì le orecchie tapparsi, un po' come quando si sale di quota per andare in montagna. Succedeva ogni volta a chi l'adoperava, perciò Ewan si era abituato, per quanto fastidioso fosse. E poi, avrebbe fatto qualsiasi cosa per stare accanto a sua madre. Quando il processo terminò, Ewan e Jane fecero il loro ingresso nella stanza di Karin. Come sempre, sul cassettone c'era la borsa del l'infermiera, colma di medicinali di ogni tipo. Sul comodino era stato appoggiato un bicchiere d'acqua e, accanto ad esso, un macchinario per misurare l'attività cardiaca...che era assente.

A quel punto, Ewan si svegliò di soprassalto.

REBELLION  - Destruction Where stories live. Discover now