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Lily condusse il prima possibile i suoi amici verso il deposito delle armi, un immenso magazzino situato nelle vicinanze della palestra dove si era recata più volte. Il portone a scorrimento color oro bianco era ovviamente chiuso e di fronte ad esso, immobile come una statua, una guarda osservava con aria severa chiunque si avvicinasse a quel luogo. Aveva un viso dall'aspetto teso, quasi come ogni muscolo facciale fosse contratto, mentre un paio di profonde occhiaie distoglievano l'attenzione dagli occhi chiari. Come ogni controllore del Progetto Omega o dell'Emergency Department, portava con sé un'arma ben carica e delle munizioni gli pendevano dalla cintura, una cascata di proiettili inoffensivi se non inseriti nel fucile. Quell'individuo era dunque tutt'altro che rassicurante, questo perché ogni centimetro della sua pelle pareva essere muscoloso, forte, sebbene la tuta protettiva lasciasse scoperti solamente la testa e il collo. In breve, quella guardia avrebbe potuto fare a pezzi chiunque, armato o meno.
<< Ditemi che è uno scherzo... >> borbottò Michael << Quello ci riduce in poltiglia in un batter d'occhio. >>
Anche Ewan era intimorito dall'uomo a cui si stavano avvicinando, però era più preoccupato dal fatto che Lily non sembrava avere paura di lui.
<< Lily, sei sicura...? >> tentò di sussurrarle per non farsi sentire da nessuno, lei esclusa. La ragazza non gli lasciò nemmeno il tempo necessario a concludere la frase, poiché sapeva già cosa fare per cavarsela senza problemi o domande di alcun genere.
<< Sì. >>
La mora fu la prima a fermarsi; si trovava proprio di fronte all'imponente figura del controllore, il quale aveva una targhetta sul petto con inciso il nome "Clément Joffrier". Francese.
Ewan deglutì con fare nervoso, temendo per Lily e per la riuscita dell'idea di recuperare qualche arma in più. Lei pareva così piccola in confronto all'altro, che di certo non si sarebbe fatto scrupoli a darle una bella lezione se si fosse sentito offeso o minacciato, e vederla così tranquilla agitava tutti gli altri Ribelli.
<< Clément. >>
L'uomo fece un inatteso sorriso << Isabelle, qu'est ce tu fais ici? >>
In risposta, Lily indicò la porta serrata alle sue spalle, come non ci fosse bisogno di aggiungere nulla a riguardo.
<< Pas question. Tu sais, c'est contre les règles. >>
<< Les règles établissent qu'on peut y entrer avec la permission du directeur du département ou du chef du secteur. >> dichiarò in sua difesa, costruendo una scusa perfetta per assicurarsi l'accesso al deposito e prendere ciò che serviva a lei e ai suoi amici. Senza contare che il suo francese era abbastanza fluido da farla sembrare pressoché madrelingua. Era senza alcun dubbio furba. Parecchio furba.
<< As-tu la permission de Campbell ou Hernandez? Pour quoi faire? >> chiese ancora Clément, più per curiosità che per sospetto. Ormai Lily lo aveva in pugno, bastava continuasse così e avrebbe ceduto presto. O almeno, Ewan pensava questo. Non capiva una parola di quello che si stavano dicendo, perciò poteva solo fare supposizioni a riguardo.
<< Je dois récupérer les armes défectueuses. >>
<< Et eux? Qu'est-ce qu'ils font ici? >>
Lily indicò i suoi amici <<Eux? >>
<< Oui. >>
<< Ils m'aideront, je ne peux pas le faire toute seule. Maintenant peux tu ouvrir la porte? >>
<< D'accord, mais soyez vite. On n'a pas du temps à perdre. >> concluse la guardia, per poi digitare un codice di numeri misti a lettere su un display, il tutto senza far vedere la procedura per consentire di entrare nel magazzino. Ottima mossa, Lily ; pensò Ewan nel guardare Clément farsi da parte per lasciarli passare.

* * *

I Ribelli recuperarono in fretta l'equipaggiamento necessario in caso di emergenza : bombe fumogene, armi da fuoco, piccoli coltelli e un electer ciascuno. Quest'ultimo era una via di mezzo tra una pistola e un teaser, con la differenza che non c'erano fili e, quando si arrivava a premere il grilletto, non si sparavano proiettili. Da esso veniva espulsa una sottospecie di capsula con dei piccoli bracci meccanici detta arachni, per via delle quali somigliava a un minuscolo aracnide artificiale. Tali appendici si avvicinavano tra loro per rimanere aggrappate alla pelle di chi veniva colpito, un po' come un gancio di dimensioni particolarmente ridotte, dopodiché scaturivano una scarica elettrica che neutralizzasse l'avversario senza ucciderlo. Dunque, visto che l'electer non era in grado di procurare ferite né di condurre alla morte, era stato utilizzato spesso dalle forze dell'ordine per impedire a numerosi malfattori di scappare, oltre che per catturarli. Come era ovvio, anche il War Department ne aveva usufruito durante la prima fase della guerra per proteggere i cittadini. Ben presto, però, sarebbe stato uno strumento della Ribellione, uno strumento che sarebbe stato usato per portare cambiamenti concreti a un mondo sull'orlo del precipizio. Ewan fu il primo a prendere ciò che gli potesse servire e, già pronto a tornare nei suoi dormitori con il fine di prepararsi a dovere, aspettò gli altri.
<< Ewan, >> lo chiamò Gray, il quale stava rovistando in un cassettone di metallo. Nel frattempo, Lily raggiunse il ragazzo dai capelli biondi con le mani traboccanti di armi, segno che anche lei era pronta << tu puoi andare se vuoi. >>
<< Sicuri? >>
<< Certo, voi due andate. Ci vediamo dopo nei dormitori. >> gli fece eco Amber. Ormai anche lei aveva capito alla perfezione lo scopo di quelle parole, motivo per cui li incitò ad avviarsi. Gray guardò Michael, che però non parve averli neanche sentiti, considerando il fatto che era concentrato nella scelta delle munizioni. Fu allora che il moro gli diede una lieve gomitata, così da attirare la sua attenzione, per poi sussurrargli qualcosa di incomprensibile.
<< Sì, sì! Andate pure, non siete obbligati ad aspettarci! >> concordò infine Michael, dopo aver realizzato. Ewan e Lily si guardarono l'un l'altra fino a quando lui non disse << Allora, noi andiamo... a dopo, ragazzi. >>
<< A dopo. >>
I due iniziarono ad avviarsi, spalla contro spalla, immersi in un silenzio pressoché tombale. Ewan, non vorrai davvero sprecare il tuo tempo con lei in questo modo? Reagisci, non stare lì fermo e impalato come un pesce lesso! Ma cosa dire? Doveva parlare del fatto che le piaceva? No, non poteva mettersi a fare un discorso del genere di colpo, senza che lei se lo aspettasse. Avrebbe potuto reagire nel modo sbagliato, per quanto ne sapeva, mentre lui avrebbe potuto correre il rischio di esprimersi male e farsi fraintendere per la fretta di dirglielo. Voleva senza alcun dubbio farglielo sapere, questo sì, tuttavia la paura di porsi male o di rivolgersi a lei in una maniera tutt'altro che giusta lo intimoriva ogni volta. Che fosse sul serio tanto irreparabile? Impossibile. Doveva parlare, aveva bisogno di aprire bocca e rivolgerle finalmente la parola, come voleva da un bel pezzo. Come? Tipo...
<< Comunque, prima sei stata davvero brava. Il tuo accento francese è spettacolare, anche se in realtà io non capisco una parola. Tutto quello che so è "oui", "madame", "baguette", "croissant" e "Tour Eiffel". >>
Lily inclinò le labbra rosate un sorriso << Diciamo che un pochino me la cavo. >>
<< Non fare la modesta, ti ho sentito. >>
<< Bè, grazie, allora. >> fu la risposta di lei. Ad Ewan parve di vederla arrossire, ma cercò di non farci troppo caso e portò avanti la conversazione finché poteva.
<< Sai, non avrei mai pensato che sarebbe potuta andare così. >>
<< Così come? >>
Ewan si voltò verso di lei, ricordandosi solo allora di quanto gli fosse mancato un momento di intimità con Lily << Così. Prima non ci sopportavamo, eppure guarda adesso. È tutto... >>
<< Cambiato? >>
<< Sì. In meglio, naturalmente. >>
<< In realtà, c'è ancora una cosa che non mi piace di te. >> disse di punto in bianco la ragazza, il tono di voce improvvisamente serio.
<< C-Cosa? >>
Lily tenne tutte le armi che aveva con sé con un solo braccio, come non pesassero neanche un grammo per lei, e scompigliò i ricci dotati di lui mentre ridacchiava << I tuoi capelli. Sembrano un cespuglio incolto. >>
Anche Ewan si mise a ridere, dandosi dello stupido con il pensiero per aver creduto che parlasse sul serio.
<< Non me li taglio per te. >> scherzò infatti. Pochi secondi dopo la calma si ristabilì, il momento d'ilarità andò sfumando, ed Ewan si decise ad accennare a ciò che intendeva spiegarle << In ogni caso, hai presente quello che ti volevo dire prima di partire? >>
Lily annuì.
<< Ecco, ti prometto che te lo dirò presto, okay? >>
<< Non ne ho mai dubitato nemmeno per un secondo, Ewan. Non importa quanto dovrò aspettare, quando ne vorrai parlare io ci sarò. >> lei gli sorride ancora, gli occhi scuri che lasciavano trasparire un immenso senso di felicità mista a fiducia. Ewan non le aveva mai visto quello sguardo prima di allora, ma sentì il cuore accelerare quando gli venne in mente che stava guardando lui in quel modo << Però... penso di dover andare ora, o potremmo non fare in tempo. A dopo? >>
<< A dopo. >>
Lily si voltò e iniziò a percorrere il lungo corridoio con il suo solito passo spedito, ignara del fatto che Ewan non riuscisse a toglierle gli occhi di dosso. In quell'istante, prima che potesse vederla scomparire alla fine dell'andito e vederla solo nei suoi pensieri e ricordi, pronunciò il suo nome.
<< Lily! >> la ragazza si girò << Mi dirai mai quello a cui avevi accennato l'ultima volta? >>
Lei assunse la stessa espressione di prima, le sue emozioni che fluivano spontaneamente.
<< Contaci, biondino. >>

REBELLION  - Destruction Where stories live. Discover now