10.

11.1K 328 34
                                    

<<Questa è la prima volta che ti vedo con i capelli in ordine.>>

Brent mi stava aspettando appoggiato allo sportello della macchina.
Indossava una camicia bianca con i primi bottoni rigorosamente sbottonati e rideva della mia pessima camminata sui tacchi.

<<Ci stai ancora lavorando?>> mi chiese indicando i miei piedi.

<<Detesto queste scarpe.>>

Continuai ad imprecare per il resto del tragitto lamentandomi del dolore agli alluci e del vestito scomodo mentre lui ne approfittava per lamentarsi dei suoi genitori e di tutte le cose che non andavano nella sua vita.

I viaggi in macchina erano liberatori in sua compagnia, al punto che prima di arrivare a destinazione prendevamo sempre in considerazione l'idea di cambiare strada e fare un altro giro.

Ma non era quello il caso.

La villetta di Taylor era a circa 20 minuti di strada.

La casa era grande ma strapiena di gente, tanto da non poter distinguere la massa informe di corpi sudati intenti a ballare sotto la luce soffusa dei led colorati.

Approfittai della confusione generale per togliermi le scarpe e gettarle in un angolo, pensando a quanto poco igienico fosse ciò che stessi facendo per il bene della comodità.

<<Quanto schifo vogliamo fare sta sera?>> chiese lui.

Versai della vodka liscia nei nostri bicchieri.

<<Facciamo già abbastanza schifo da sobri, Brent. Cosa vuoi che cambi da ubriachi?>>

Scoppiammo entrambi a ridere riempiendo i bicchieri per la seconda, terza, quarta volta.
Dopo la quinta smisi di contarle.

<<Avevo quasi sofferto la mancanza di queste serate.>> mi disse urlando per sovrastare la musica.

<<Sembra che quelle vogliano uccidermi.>>

Un gruppo di ragazze del secondo anno ballava esageratamente vicino al ragazzo che dava loro le spalle, troppo occupato a ballare con me.

<<È il prezzo da pagare per stare in mia compagnia.>> si giró ammiccando verso di loro facendomi alzare gli occhi al cielo.

<<Guarda chi c'è!>> urlò Kayla raggiungendomi.

Aveva il vestito identico al mio, di un colore diverso.
Li avevamo comprati insieme intente a raggiungere un obbiettivo che non ero più sicura di volere ancora.

Lei mi guardava maliziosa e, come se mi avesse letto nel pensiero, indicò il tavolo piazzato in mezzo alla stanza.

Era tradizione delle feste di Taylor che due ragazze salissero su quel tavolo ballando davanti alla folla.

Non mi era mai stato chiaro secondo quale criterio le ragazze venissero selezionate o scelte, visto che già ad inizio serata erano tutti ubriachi.

Quindi sostanzialmente ciò si traduceva in una gara a chi arrivasse prima occupando il posto all'amica.

Quell'anno, le due destinate all'attenzione generale, volevamo essere io e Kayla, anche se non ne ero più così sicura.

<<Sei pronta?>> mi chiese prendendomi per un braccio.

Era troppo tardi per tirarsi indietro.

La voce squillante di Taylor, amplificata dal microfono, rimbombò per tutta la casa.

<<E ora voglio proprio qui su questo tavolo Kayla Martinez e Nicole McCartney!>>

Non sapevo dire con certezza se fosse per l'effetto dell'alcol o l'euforia del momento, ma quella sera sentivo di poter fare qualsiasi cosa.

•I'M A DISASTER•Where stories live. Discover now