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EVE'S POV

<<Devi tenere le dita ferme sulle corde...no! Non così!>>

Avevo fatto scorrere il dito sulla corda mollando la presa, il risultato fu una nota stridula e raccapricciante.

<<È quello che sto facendo ma fa male!>>

Mi guardai i polpastrelli solcati dalle corde, indolenziti per lo sforzo.

<<Funziona così le prime volte, bisogna farci l'abitudine>>

Le mani di Carter in effetti erano grosse e ruvide, come se avesse perso la sensibilità alla pelle, ero sicura che se avesse avuto un chiodo ficcato in una delle dita non se ne sarebbe neanche accorto.

<<Non credo faccia per me>>

Posai la chitarra da dove l'avevo presa, continuando il mio giro di perlustrazione in quel posto così bizzarro e affascinante, lo chiamavano "Il Garage", anche se  la stanza era stata svuotata per accogliere strumenti e materiali di registrazione.

<<So che vorresti chiedermelo, non lo abbiamo ancora trovato>>

Alle mie spalle la sua voce giungeva delusa, come se per lui fosse uno sforzo immane ammettere una tale sconfitta.

Mi girai per guardarlo negli occhi, un po' meno estranei dopo l'intera settimana passata in quella piccola stanza di casa sua, prima di trasferirmi definitivamente da Giuly.

<<Perchè non volete che lo denunci? Perchè non lasciate fare alla polizia?>>

Mi parve di vedere le sue pupille dilatarsi coprendo un altro po' dell'iride azzurro.

<<È già scappato una volta, la polizia non si impegna molto in questi casi.>>

Distolse lo sguardo dal mio.

<<E ho ancora una questione in sospeso.>>

Sentii all'improvviso l'urgente bisogno di cambiare discorso, non ero ancora pronta a parlare di quell'uomo senza che mi venisse un'attacco di panico.

<<Cosa hai deciso di fare per la band? Accetterai la proposta di Giuly?>>

Anche lui parve sollevato dal cambio di argomento e prese posto sul divano rosso di pelle addossato al muro, di fronte alla grande cassa sopra cui stavo seduta a gambe penzoloni.

<<Credo che accetterò, i ragazzi non sono abituati a suonare per un pubblico e credo che il Bar sarà un buon allenamento per loro>>

<<Lo credo anche io, soprattutto per Ryan, ho notato che ultimamente è molto distratto e non posso fare a meno di pensare che sia la mia presenza a disturbarlo>>

Ultimamente non facevo altro che assistere alle prove dei ragazzi, mi aiutava a non pensare a nulla.

Era come entrare in un'altra dimensione e l'idea che avrei avuto la possibilità di ascoltarli anche a lavoro mi rendeva stranamente felice.

<<No. Non sei tu a distrarre il vecchio Ryan.>>

Le sue labbra sottili si stesero in un sorriso.

<<Nicole?>>

<<Proprio cosí.>>

Nessuno dei due parlò per un po', gli unici suoni che si sentivano erano il fruscio delle carte e gli schiamazzi dei due ragazzi buttati a terra con i quali non avevo mai parlato.

•I'M A DISASTER•Where stories live. Discover now