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<<E questi sono Ryan il chitarrista, Sam batterista e Jody bassista.>>

Nathan ci squadrava con interesse scorrendo lo sguardo sui nostri volti pensieroso.

<<Avete già pensato se firmare o meno? Vi serve tempo?>> chiese a Carter.

<<Ci abbiamo riflettuto e volevamo dei chiarimenti riguardo i termini del contratto.>>

<<Oh bene, non avete molti vincoli, a parte il fatto che non potrete più suonare al bar o in qualsiasi altro locale che non sia tra quelli che vi troviamo per i concerti, ma non se ne parla per ora.>>

I ragazzi si guardarono confusi, il Roxy era diventato un po' il "nostro posto" dopo il Garage.
In meno di un mese era già stato tappezzato con foto del gruppo, firme e dediche dei ragazzi che venivano ad ascoltarci, sarebbe dispiaciuto a tutti lasciarlo.

<<Scriveremo noi le vostre canzoni e tutti i dischi che inciderete saranno firmati con il logo DMP accanto al nome della band.>>

Era ragionevole, Carter scriveva belle canzoni ma era un compito impegnativo che toglieva tempo alle prove, ci avrebbe fatto comodo suonare pezzi già pronti.

<<Quando si parlerà di registrare e iniziare a fare musica sul serio?>> il tono di Ryan era scorbutico, ma il produttore sembró non farci caso.

<<Dopo che avrete firmato il contratto, dipende solo da voi.>>

<<Serve la firma di tutti?>>

<<Solo dei maggiorenni, lo siete tutti?>>

Ryan, Sam e Carter lo erano, ma io e Jody non ancora, Nathan capì subito la situazione e assunse un tono leggermente allarmato.

<<Per i minorenni serve la firma e il consenso dei genitori, mi dispiace.>>

Nessuno aveva pensato a questa evenienza, avremmo fatto bene a prevedere che un produttore musicale di quei livelli non avrebbe fatto firmare un contratto discografico a dei minorenni.

Sentivo addosso lo sguardo preoccupato dei ragazzi, non parlavo con i miei da mesi, ero praticamente scappata di casa, lasciando mia madre da sola.

Non potevo tornare come se niente fosse per chiedere una firma.
In più, quello era anche il periodo in cui mio padre sarebbe tornato in città quindi avrei dovuto affrontarli entrambi.

<<Firmate voi intanto. Io e Jody torneremo con i nostri genitori un altro giorno.>>

Cercai di sembrare convincente, anche se non ero per niente sicura che mio padre mi avrebbe dato il permesso.

Non sapeva nulla di tutto questo, per anni mi aveva proibito di toccare qualsiasi strumento musicale o di avere a che fare con il mondo della musica, arrivando addirittura a vendere la mia chitarra.

I ragazzi sembrarono sollevati dalle mie parole, firmarono il contratto e continuarono a chiedere chiarimenti a Nathan, il quale era felice di rispondere ad ogni domanda.

Ma io avevo smesso di ascoltare, pensando ad un modo per iniziare una conversazione con i miei senza che mi chiudessero la porta in faccia.

Quando uscimmo da li ero ancora sotto sopra, immersa nei miei pensieri, quando un messaggio fece illuminare lo schermo del mio cellulare.

Serata strana ieri.
A quando la prossima? :)

Sorrisi al messaggio di Dan riponendo il telefono in tasca.

Ryan apriva in lontananza lo sportello posteriore di una lussuosa macchina nera guidata da un apposito autista.
La ragazza che lo aspettava appoggiata al finestrino, si passava annoiata le dita tra lunghe ciocche di capelli corvini.

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