24.

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I suoi occhi non si staccarono dai miei.
Era come se tutto in quel momento si fosse fermato, sotto l'effetto del suo potere di cambiare l'atmosfera con la sua presenza.

<<Scusa, non ho sentito le tue chiamate. Stavo ascoltando suonare la ragazza e avevi ragione. Ci sa fare eccome.>>

La voce di Carter non sembrava raggiungerlo, guardava la chitarra che tenevo in mano con la stessa espressione di quando suonai in camera sua.

<<Io stavo giusto andando, si è fatto tardi.>>

Cercai di mantenere la voce ferma distogliendo lo sguardo.

<<Non dovevi venire a stare qui?>>

Saltai in aria per le parole di Carter, che non avrei mai voluto pronunciasse in presenza di Ryan.

<<Si, da domani. Devo prendere le mie cose e vorrei passare da scuola un'ultima volta.>>

Ignorai lo sguardo insistente del ragazzo di fronte a me.

<<Bene. A domani allora.>> rispose Carter mentre uscivo dalla stanza.

Decisi di uscire dal retro, si era già fatto buio.

<<Aspetta.>>

La voce di Ryan alle mie spalle mi fece sobbalzare.

<<Ti accompagno.>> disse uscendo insieme a me.

Accettai senza pensarci due volte, per quanto amassi camminare durante la notte, ero davvero esausta.
Mi aspettai il solito tragitto silenzioso in sua compagnia, ma quella sera fu tutto l' opposto.

<<È vero che ti trasferisci da Carter?>>

Batteva nervosamente le dita sul manubrio, non riuscivo a capire se fossi io la responsabile di quel nervosismo o era dovuto a questioni private, ma di certo non prometteva nulla di buono.

<<Si, è vero.>> risposi cauta.

<<Posso sapere il motivo?>>

Quelle domande iniziarono a sembrarmi davvero strane e l'ultima cosa di cui avessi voglia era dover dar conto a lui delle mie decisioni.

Il nostro patto si era sciolto nello stesso momento in cui Brent aveva deciso di spiarmi.

Non gli dovevo nulla. Non più.

<<Preferirei non parlarne.>>

Avrei tanto voluto non aver detto quella frase che parve farlo impazzire, lo vidi sterzare cambiando direzione, per poi fermare la macchina in un parcheggio isolato.

<<Che stai facendo?>>

Volevo solo tornare a casa e quel modo di fare mi preoccupava.

<<Preferirei che tu lo facessi.>> mi disse girandosi verso di me.

Giocava nervosamente con il pearcing al labbro inferiore e mi guardava così intensamente da darmi l'impressione che i suoi occhi potessero incenerirmi.

<<Perchè tutto questo interesse, Ryan? Non capisco.>> ero esasperata.

<<Perchè ho una mezza idea di chi possa essere il responsabile di tutto questo.>> affermó tagliente prima di accendersi una sigaretta.

<<Non so di cosa stai parlando, ti prego voglio solo tornare a casa.>>

Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che non saremmo mai ripartiti fin quando non avrebbe ottenuto le risposte che voleva.

•I'M A DISASTER•Where stories live. Discover now