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ALEX'S POV

chiamata persa da Luke
chiamata persa da Luke
chiamata persa da Luke

Le luci di Manhattan erano perennemente accese, le macchine costantemente in movimento, New York era una città che non conosceva il silenzio.

chiamata persa da Luke

Un fallimento, mio padre mi ha sempre chiamato così, beh in questo momento per lo meno era azzeccato.

Brent sarà già a casa adesso, è forte, si riprenderà, parlerò con i suoi, si rimetterà in sesto, ne sono sicuro.

Ma perché sentivo il bisogno di piangere? Perché cazzo dovevo essere sempre così patetico? Perché sempre così sbagliato?

Il parco giochi, a differenza del resto della città, era vuoto, tranne per l'altalena sulla quale ero seduto.

Quando si sta male non si ha paura di niente, piangere ti fa sentire come se nient'altro di peggio potesse capitarti, come se non ti importasse più di vivere o morire...o almeno, questo era l'effetto che faceva a me, non piango molto spesso.

chiamata in entrata: Luke

È un bene per lui se non rispondo, non posso permettermi di rovinare la vita ad altre persone, Luke non lo merita, io non lo merito...

Peró avrebbe anche potuto essere grave, poteva aver bisogno di me, non era mai stato così insistente prima d'ora, dovevo sapere se avesse bisogno di me.

Risposi e sentii agitazione dall'altro capo del telefono.

<<Alex...dove sei?>>

Nessuna risposta.

<<Sei al parco giochi vero? Seduto sull'altalena a destra, in quella sinistra mi siedo sempre io>>

Nessuna risposta.

<<Alex, ti prego. Rispondimi cazzo.>>

Ancora nessuna risposta.

<<Ti prego io...ho bisogno di te.>>

chiamata interrotta

Continuavo a sentire la sua voce chiamare il mio nome, nonostante avessi messo via il telefono, ci misi un po a capire che proveniva da una macchina parcheggiata a due metri da li.

<<Alex...>>

Aveva la testa fuori dal finestrino, era in macchina con suo fratello e due ragazzi che non conoscevo, riuscivo solo a pensare a quanto cazzo era bello.

<<Ti prego perdonami, andiamo da lui. Ti va?>>

I suoi occhi lucidi mi fissavano, quasi implorandomi, non l'avevo mai visto così, non meritavo che un ragazzo del genere piangesse per me.

Salii in macchina senza dire una parola, aveva da poco iniziato a piovere, mi concentrai sulle gocce che bagnavano il finestrino e la sua mano ossuta che cercava contatto con la mia.

<<Lei sta bene>> mi sussurrò.

L'unica voce che si sentiva in macchina, era quella di Josh, che dava informazioni riguardo l'indirizzo di Brent al ragazzo che guidava.

Non sembravano ragazzi molto loquaci, nessuno di noi lo era in quel momento e non potevo che essere grato per questo.

<<Credo sia meglio che noi restiamo qua, scendete solo voi>>

Josh indicava me e Luke, i due ragazzi davanti annuivano alla proposta, così scendemmo dalla macchina avviandoci al cancello della villa di Brent.

•I'M A DISASTER•Where stories live. Discover now