7.

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Il mio armadietto era difettoso, una delle viti era stata montata male rendendomi impossibile chiuderlo senza farlo sbattere.

Ovviamente tutto ciò si tramutava nella classica scena in cui prendevo a calci le ande sperando che si chiudessero con un colpo ben assestato.

Spoiler: non succedeva mai.

<<Giorno.>>

Kayla teneva una pila di documenti in bilico tra le braccia e soffiava per spostare dagli occhi ciuffi ribelli che uscivano dalla coda di cavallo.

<<La signora Philips mi ha chiesto di portare questi nello studio del preside. Mi accompagni?>>

Il corridoio non era mai tranquillo con tutto quel viavai di gente, presi una parte dei fogli per evitare che finissero a terra tra le spinte distratte dei ragazzi.

<<Ryan mi ha detto che oggi vai a fargli ripetizioni.>> disse all'improvviso.

Mi ci volle un attimo per riprendermi, ricordandomi del programma in serbo per il pomeriggio.
Per aver preparato Kayla, voleva assicurarsi di poter giocare indisturbato, il che mi fece rabbrividire.

Guardai la mia mano ancora fasciata, il ricordo della sera prima ancora vivo dentro di me.
Non volevo essere umiliata ancora, volevo avere il coraggio di dire tutto a tutti, non volevo più segreti.

<<Che sta succedendo, Nicole? Da quando hai tutta questa confidenza con il mio ragazzo?>>

Era tutto così paradossale che non sapevo se ridere o piangere.
In effetti, era davvero triste vedere che in pochi giorni, Ryan mi aveva rivolto la parola più di quanto avesse fatto con Kayla in quattro anni.

Il che non era normale, ma a lei non piaceva sentirselo dire.

<<Me lo ha chiesto la professoressa. Non ho potuto rifiutare.>> bugia.

<<Che hai fatto alla mano?>> chiese ancora.

<<Un casino con la piastra. Mi sono bruciata.>> altra bugia.

Aggrottò le sopracciglia, squadrandomi per capire se stessi dicendo la verità.
Impresa impossibile, ma lei non poteva saperlo.

<<Sei davvero strana. Mi chiedo come tu possa essere la mia migliore amica.>> me lo chiedo anch'io.

<<Perché tu non sei da meno.>> le risposi facendola ridere.

Altre balle, Kayla era la ragazza più ordinaria che avessi mai conosciuto.
Valutava tutto con assoluta razionalità, tranne il suo rapporto con Ryan.

Tutto con lei era nella norma, nessun eccesso, nessun difetto, tutto perfettamente lineare, la sua vita era come un'autostrada senza curve e senza dossi.

Non aveva neanche idea di quanto la invidiassi.

————

<<Il signorino Allen l'aspetta di sopra.>> mi disse un maggiordomo all'ingresso in tono pomposo.

Mi trattenni dal ridere da tutta quella formalità, prendendomi del tempo per guardarmi attorno.

Enormi vetrate separavano il giardino dal soggiorno,
Al piano di sopra c'erano tre stanze, non sapevo quale tra queste fosse la camera di Ryan dato che le porte sembravano tutte uguali.

<<Da questa parte.>>

La sua voce alle mie spalle evitò che mi perdessi mentre cercavo di capire quale porta dovessi aprire.

•I'M A DISASTER•Where stories live. Discover now