27. Dean

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 Abbandonai il mio borsone all'ingresso e corsi a cercare Destiny. Per tutto il tempo della riunione ero stato assente e sovrappensiero. Continuavo a pensare a Destiny a casa mia, nel mio mondo, che mi aspettava.

Ero in fibrillazione.

Mi sentivo un adolescente alla sua prima cotta. Avevo proprio perso la testa per quella ragazza.

Guardai in salotto, in cucina e nella sala che noi chiamavamo dei "giochi" ma non c'era. L'ultimo posto che mi restava era la mia camera.

Salii le scale due alla volta nonostante i miei muscoli bruciassero dopo il duro allenamento ma ne valse la pena, perché quando entrai nella mia stanza, il mio cuore si gonfiò di emozione.

Era distesa al centro del mio letto e i suoi capelli erano aperti come un ventaglio nel mio cuscino. Sperai che si impregnasse del suo profumo celestiale.

Dormiva e sembrava così fragile che il mio lato protettivo mi stava urlando di abbracciarla e non lasciarla più.

Anche se mi sentivo un po' un pazzo, mi stesi accanto a lei e stando attento a non svegliarla, le accarezzai una guancia con il dorso delle dita. Sospirò nel sonno e la sua bocca si tese a formare un lieve sorriso.

Mi sentii uno stronzo fortunato. Lei era la ragazza giusta per me, ma io non ero sicuro di essere lo stesso per lei. Volevo dannatamente vivermela e non riuscivo più ad aspettare. Le avevo dato troppo tempo per darmi una risposta.

Stavo impazzendo.

<<Mi sento un oggetto in questo momento>>, disse spaventandomi.

Mi misi a ridere. <<Come mai?>>

Aprì un occhio alla volta e mi regalò un sorriso che mi mandò in pappa il cervello. <<Mi fissavi mentre dormivo. Inquietante>>, rispose facendo finta di rabbrividire.

Ridacchiai. Mi aveva beccato. <<Come facevi a saperlo?>>

<<Lo sentivo e basta>>, ribattè alzando gli occhi al soffitto.

<<Sei bruttina quando dormi. Fai le smorfie>>, mentii. In realtà era bellissima.

Spalancò gli occhi, sconcertata. <<Non è vero>>, disse indignata.

Scoppiai a ridere e mi guadagnai un pugno sullo stomaco. Forte. Sapeva proprio tirare pugni la ragazza. Le bloccai le braccia contro il mio petto per impedirle di riprovarci e la guardai negli occhi. <<No, non è vero>>, mormorai, serio.

Arrossì lievemente sotto il mio sguardo, ma non si sottrasse. <<Lo sapevo>>, annunciò vittoriosa.

La avvicinai a me e non si oppose. Si lasciò circondare il corpo con le mie braccia. <<Ciao>>, dissi con un sorriso sulle labbra.

Ricambiò. <<Ciao>>.

<<Mi piace averti qui>>, confessai. Non volevo più nasconderle niente.

Nascose il viso contro il mio collo. <<Mi piace la tua stanza>>.

Affondai una mano nei suoi capelli e mi feci un po' indietro per guardarla negli occhi. <<A me piace se ci sei tu>>.

Mi tirai una pacca mentale. Ma quanto mi stavo rammollendo? Io non dicevo mai cose come questa. A nessuno. Erano troppo sdolcinate.

Ci guardammo negli occhi e non so chi si mosse per primo, ma le nostre bocche si trovarono e si assaggiarono a vicenda. Lentamente. Senza fretta.

A BAD BOY LIKE YOUHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin