50. Destiny

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Mancava una settimana alla laurea. Una sola settimana e poi mi sarei lasciata il College alle spalle per sempre. Avrei dovuto abbandonare il mio appartamento che condividevo con le mie amiche e cominciare una nuova vita.

Forse questa era la parte che mi spaventava meno.

Avevo una nocciolina che cresceva dentro di me, che sarebbe dipesa da me per sempre. Adesso mi faceva un po' meno paura, ma le cose da affrontare rimanevano ancora tante.

Tipo le mie nausee mattutine. Da giorni mi davano il tormento e avevo iniziato una cura che avrebbe dovuto farle smettere.

Non ero ancora stata fortunata.

Dean in queste ultime settimane però era stato il ragazzo perfetto. Si era preso così tanta cura di me che se possibile lo amai ancora di più. Mi regalava dei fiori, mi portava la cioccolata e mi accontentava in ogni mia più voglia stravagante.

Era rimasto con me dal giorno in cui era uscito dall'ospedale e non mi aveva mai lasciata. Le mie amiche praticamente pendevano dalle sue labbra. E poi preparava la cena quasi ogni sera e faceva la lavatrice ogni giorno.

Praticamente. Perfetto.

Della mia gravidanza non sapeva ancora nessuno. Avevamo deciso di tenerlo ancora un po' per noi perché non si era ancora presentata l'occasione giusta per dirlo a tutti.

La stampa ci sarebbe andata a nozze con una notizia del genere.

C'era anche un'altra novità nella mia vita: stavo provando a riallacciare il rapporto con mio padre. Oltre ad avermi coperto le spalle con la storia di Kevin, avevo scoperto anche che aveva pagato lui il restante del mio College.

Al contrario di mia madre che non si era fatta viva una volta. Neanche dopo che aveva saputo dell'arresto di Kevin. Sapevo che era una donna orgogliosa ma non avevo idea di quanto.

Faceva male l'idea che mio figlio -sì, faceva ancora strano dirlo- sarebbe cresciuto senza una nonna.

Stavo piegando una delle mie magliette, quando Dean comparve alle mie spalle. Era appena tornato dall'allenamento e sapeva di buono come sempre. Mi voltai fra le sue braccia e gli gettai le braccia al collo.

Lui mi baciò con passione prima di inginocchiarsi e baciare anche la mia pancia appena pronunciata. Lo faceva tutti i giorni. Quel semplice gesto mi riempiva d'amore per lui.

Si rialzò e mi fissò. Tornava sempre dall'allenamento con qualcosa per me. <<Hai un'altra sorpresa per me?>>, chiesi con un sorrisetto. Ormai mi ci ero abituata!

Annuì e tirò fuori dal suo borsone da allenamento una busta. La aprii appena me la porse e mi trovai di fronte due biglietti aerei per Aspen.

<<Ti è venuta voglia di andare a sciare?>>, chiesi perplessa.

Ridacchiò e scosse la testa. <<È una sorpresa>>.

<<Quel posto è stato un inferno per me>>, borbottai.

Mi abbracciò. <<Anche conoscere me?>>

<<Soprattutto conoscere te>>, scherzai. Non era vero. Quella era stata la parte migliore. Per il resto di Aspen non avevo un bel ricordo. Potete biasimarmi?

<<Ehi!>>, si finse offeso.

<<Allora Aspen. Perché?>>, chiesi curiosa.

<<Prepara la valigia e basta>>, rispose con un sorrisetto sornione.

Alzai gli occhi al cielo. <<Va bene. Quando partiamo?>>

Mi baciò la fronte. <<Domenica.>>.

A BAD BOY LIKE YOUOnde histórias criam vida. Descubra agora