45. Destiny

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Dean era così teso davanti alla porta di casa mia, che mi spaventò. Qualsiasi cosa ci fosse lì fuori lo aveva messo in allerta e i suoi muscoli si gonfiarono. Mi avvicinai di soppiatto ma non riuscivo  a vedere niente. Era talmente imponente che nascondeva la persona dall'altra parte della porta.

Mi infilai sotto il suo braccio ma tentò di bloccarmi.

Troppo tardi.

I miei occhi incrociarono quelli grigi di mio padre e sentii le mie gambe cedere. <<Papa?>>, mi sentii chiedere.

Dean, che mi teneva contro il suo petto, divenne ancora più rigido. 

<<Cosa ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?>>, chiesi. Non aveva ancora reagito.

Si riscosse dalla trance e si schiarì la voce. <<Sei diventata una donna bellissima>>, disse cogliendomi alla sprovvista.

Non vedevo quest'uomo da anni e per me era come un estraneo, ma allo stesso tempo mi guardava con lo stesso affetto di quando ero bambina. Mi sentivo confusa.

<<Non hai risposto alla domanda>>, dissi con la voce che tremava.

<<Ho bisogno di parlarti. Tua madre mi ha detto dove trovarti>>.

Dean mi guardò e feci un segno d'assenso. Lo lasciò passare ed entrò in casa mia. Ci accomodammo sul divano. Dean non si staccò mai dal mio fianco. Gliene ero grata. Senza di lui non avrei mai affrontato questa situazione senza crollare.

Mio padre continuava a guardare Dean. Aveva un aspetto minaccioso ma era il ragazzo più dolce del mondo. Io lo sapevo meglio di chiunque altro.

<<Lui è Dean, il mio ragazzo>>. Si strinsero la mano e Dean sembrò stritolare quella di mio padre. Mi venne quasi da ridere.

<<Cosa vuoi dirmi?>>, chiesi spazientita. Dovevo sapere.

Si appoggiò sulla poltrona su cui era seduto. <<Ho contattato tua madre di recente. Per chiederle di te come faccio sempre>>. Sgranai gli occhi. Non sapevo niente. <<Non te lo ha mai detto?>>

Scossi la testa. 

Imprecò sottovoce. <<Avrei dovuto immaginarlo>>, disse perso nei suoi pensieri. <<Comunque le ho chiesto di te e ha sputato veleno sui tuoi atteggiamenti, sul fatto che avessi lasciato il tuo fidanzato per lui>>, ed indicò Dean, <<che le andavi contro e tutto il resto>>.

Feci una smorfia e Dean mi strinse la mano di più. <<Non stanno così le cose>>, tentai di giustificarmi.

<<Lo so bene. Conosco tua madre. Le piace manipolare le persone e con te ci è sempre riuscita. Adesso stai cominciando a ribellarti a lei e non lo sopporta>>.

<<Non mi importa. Sta sbagliando>>.

<<Hai ragione>>, confermò, <<e questo non la giustifica. Senti, so tutto di te. Inutile girarci attorno. Ti osservo a distanza da anni perchè lei non mi permetteva di avvicinarti>>.

Dean imprecò. <<La cosa non mi stupisce>>, commentò guardandomi con dolcezza.

<<So anche di come ti ha trattata Kevin. Dei suoi tradimenti. Sono dalla tua parte e mi dispiace di averci messo tutto questo tempo per dirtelo. Non ti ho mai abbandonata>>.

Ispirai l'aria fra i denti. Dire che ero sconvolta non era abbastanza. Mi sentivo... no, non sapevo affatto come. Il fatto che lui si fosse presentato qui in quel modo e aveva sganciato quella bomba, fece crollare tutte le mie certezze.

<<Non mi aspetto che tu mi perdoni o che mi lasci entrare così facilmente nella tua vita, ma se sono qui oggi è perchè ho scoperto qualcosa che credo vorrai sapere>>, continuò ignorando i miei occhi fuori dalle orbite e il mio respiro affannato, <<Entrambi vorrete sapere>>.

Dean aggrottò le sopracciglia. Non ero l'unica a non capire niente. La cosa mi consolava. <<Cosa vuol dire?>>, borbottò.

<<So del vostro incidente>>.

Mi andò di traverso la saliva. Mio padre sembrava quasi un mafioso. Mi aveva fatta spiare. La cosa mi metteva i brividi.

<<Cercavo di proteggerti a distanza e volevo esserci qualora ne avessi avuto bisogno. Per questo sono qui>>.

Dean stava perdendo la pazienza. <<Senta, la smetta di girarci attorno e dica quello che deve>>, sbottò, dando voce anche ai miei pensieri. Non riuscivo a parlare. Avevo la lingua incollata al palato.

<<Il responsabile del vostro incidente è Kevin>>, disse dopo un lungo silenzio.

Guardai Dean che era una bomba pronta ad esplodere. Aveva la mascella serrata, i pugni chiusi lungo ai fianchi e il respiro affannato Era scattato in piedi appena mio padre aveva pronunciato quelle parole e sembrava pronto ad andare a cercare il mio ex ragazzo. 

Non ero sicura che l'avrei fermato.

Lo odiavo. E mi sentivo una stupida. Avevo buttato via anni della mia vita per stare assieme ad un pazzo maniaco del controllo che aveva tentato di uccidermi. Di ucciderci.

Dean si lasciò andare ad una serie di imprecazioni. Si girò verso di me. Il suo sguardo era infuocato e pieno di rabbia, ma non verso di me. Non mi faceva paura. <<Dammi una buona ragione per non uscire da quella porta e mettergli le mani addosso>>.

Mi alzai e abbracciai forte Dean che era un ammasso di muscoli tesi. Si rilassò appena e ricambiò la stretta. <<Perchè non vale la pena sporcarsi le mani per lui. Perchè non voglio che tu ti faccia male. Perchè ti amo e sistemeremo le cose a modo mio>>.

Si lasciò andare ad un sospiro e appoggiò il mento sulla mia testa. <<Va bene>>.

Feci mezzo passo indietro per guardarlo negli occhi. <<Promettimi che non farai niente di stupido>>.

<<Promesso>>, sussurrò.

Mio padre si alzò. <<Sentite ragazzi, ho fatto seguire Kevin dopo che vi ha travolti ed è scappato. Ho le prove della sua colpevolezza e basta che me lo diciate e avrete tutto il necessario per incastrarlo>>.

Dean si voltò verso di lui. <<Voglio essere io a farlo>>.

<<Hai promesso>>, lo rimproverai.

Mi fece l'occhiolino. <<Tranquilla, non ho intenzione di ucciderlo. Voglio solo che vede la mia come ultima faccia prima di finire in prigione>>.

<<Vengo con te>>, dissi di getto. Non lo avrei lasciato andare da solo. Poteva succedere di tutto.

<<Non sarò solo. Mi porto dietro i ragazzi>>, poi si rivolse a mio padre, <<sa dove possiamo trovarlo?>>

Mio padre annuì. <<Sì, ti mando l'indirizzo sul tuo cellulare>>.

Se ne andò dopo essersi scambiato il numero con Dean e mi lasciai inghiottire dai cuscini del divano. Tutto quello che era successo nelle ultime ore mi piombò addosso come un peso sulle spalle che mi stava schiacciando. Scoppiai a piangere e mi sentii persa.

La sensazione non durò a lungo. Dean mi prese fra le sue braccia, mi baciò la fronte e mi disse quanto mi amasse. Mi lasciai andare contro di lui e lasciai che mi cullasse. 

<<Avrà quello che si merita>>, sussurrò contro i miei capelli quando mi calmai.

<<Non volgio che tu ti metta in pericolo, Dean. Non voglio perderti. Kevin è un pazzo. E se fosse armato? Se ti stesse aspettando?>>

<<Non devi preoccuparti per me, regina delle nevi. Non mi capiterà niente. Voglio solo chiudere questa storia e saperti al sicuro>>.

Le sue parole mi fecero stare meglio, ma il senso di inquietudine non mi abbandonò. C'era qualcosa che non andava. Avevo paura anche se Dean era ancora qui davanti a me, tutto intero. 

Quel senso di inquietudine non se ne andò per ore.

A BAD BOY LIKE YOUWhere stories live. Discover now