20. Dean

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 Finita la partita mi raggiunsero sotto i tunnel degli spogliatoi i miei genitori, Destiny e le sue amiche. C'era un gran fermento e i giornalisti erano a caccia di uno di noi giocatori per una intervista. Scappai da loro e lasciai ai miei compagni quella rottura. Non volevo mi chiedessero di Destiny. Non ero pronto a condividerla. Non ancora.

Mia madre mi abbracciò e mi scompigliò i capelli come faceva quando ero piccolo. <<Bella partita e bel touchdown>>, si complimentò.

Sorrisi e feci l'occhiolino a Destiny che era al suo fianco. <<Grazie, ma'. Ero piuttosto motivato>>, dissi ridendo sotto i baffi.

Destiny alzò gli occhi al cielo spazientita ma allo stesso tempo divertita. <<Sbruffone>>, mi chiamò nascondendo la parola con un colpo di tosse.

La sentii ovviamente e non lasciai correre. La afferrai per un braccio e la tirai contro il mio corpo, intrappolandola con la schiena contro il mio petto. <<Adesso sei incastrata con me per tre giorni, regina delle nevi>>, sussurrai contro il suo orecchio facendola rabbrividire.

I miei genitori e le sue amiche scoppiarono a ridere, Destiny invece mi incenerì sul posto con la sua occhiataccia. <<Non ne usciremo vivi, lo sai?>>, gemette.

Risi. Ne ero consapevole, ma volevo solo che ci conoscessimo meglio. Volevo sapere tutto su di lei e sì, anche farle cambiare idea sulle relazioni. Non eravamo tutti stronzi e soffocanti come il suo ex.

E poi sì, volevo baciarla ancora. Mi sarebbe bastato soltanto un'altra volta. Ok, forse due o tre. Anche altre dieci volte ad essere onesti. Ero pur sempre un ragazzo arrapato, ma lei questo non doveva saperlo per forza. Giusto?

Dio, ma quanto ero diventato patetico? Non mi era mai successo prima di correre dietro ad una ragazza, di solito -e non per essere sbruffone- mi piovevano addosso a centinaia.

<<Sei preoccupata?>>, le chiesi poggiando le mie mani sulla sua pancia.

Si abbandonò contro di me con un sospiro. <<Un po', tu no? Quando siamo assieme succede di tutto>>.

Gettai la testa all'indietro e risi. <<Giuro che non ti porto al freddo questa volta e soprattutto non ci sarà la neve>>.

Alzò gli occhi al cielo. <<Meno male. Avevo tenuto le stampelle in caso di emergenza>>.

Risero tutti, anche i miei genitori a cui avevo raccontato la storia. <<Prenditi cura di questa ragazza, Dean>>, mi rimproverò mamma, <<Non è così che ti ho cresciuto!>>

Destiny mi tirò una gomitata sullo stomaco. Non si risparmiò affatto. Mi fece mancare il respiro, questa piccola stronzetta. <<Ehi!>>, mi lamentai.

<<Non fare la femminuccia!>>, disse RJ arrivando dagli spogliatoi fresco di doccia.

Mi trattenni dall'alzare il dito medio e mostraglielo. <<E' arrivato l'uomo>>, borbottai.

Fece finta di non sentire e salutò i miei genitori, adulando mia mamma come tutte le volte. RJ era un gran adulatore e ci sapeva fare con le donne. Mamma arrossiva ogni volta e mio padre faceva finta di essere geloso. Come in quel momento. La tirò contro di sé e la avvolse con un braccio.

Era una scena esilarante e ridacchiai sotto i baffi.

<<Che hai da ridere?>>, mi chiese Destiny che era ancora intrappolata fra le mie braccia. Non si stava lamentando e non aveva cercato di allontanarsi. Anzi, si era stretta più vicina. Questa era una novità. Forse si stava abituando ad avermi attorno.

A BAD BOY LIKE YOUWhere stories live. Discover now