1. Destiny

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Michelle, June e Candice alla fine erano riuscite a convincermi a partire per il Ringraziamento verso una meta a me sconosciuta. A dire il vero ero così immersa nella mia autocommiserazione che non ero stata ad ascoltarle mentre ne parlavano nel nostro appartamento, durante una delle cene preparate da Michelle.

Kevin, il mio ragazzo dai tempi delle medie, mi aveva lasciata da un mese e non l'avevo ancora superata. Le cose fra di noi andavano davvero bene, ma lui ha pensato bene di prendersi una pausa da noi e aveva promesso di tornare.

Non l'aveva mai fatto.

Era sparito. Non aveva scritto, non si era mai fatto vedere per il campus, lo stesso che frequentavo anche io. Sembrava essersi volatilizzato.

Ovviamente avevo provato a cercarlo. Gli avevo scritto ogni giorno per una settimana. L'avevo chiamato, ma ogni volta partiva la segreteria. Non aveva risposto e non mi aveva mai neanche richiamata.

Samuel, il suo migliore amico, mi aveva riferito che anche lui non lo vedeva da un po' e l'unica cosa che sapeva era che sarebbe tornato a casa per le vacanze. Ecco perché avevo deciso di restare al campus quell'anno. Se lui non aveva voluto vedermi mentre eravamo nello stesso college, perché avrebbe dovuto farlo di fronte alle nostre case così vicine che potevano quasi considerarsi una cosa unica?

Le mie tre amiche e coinquiline, vedendomi così triste e abbattuta, erano intervenute. Mi avevano preparato loro le valige senza dirmi dove saremmo andate. Io le avevo assecondate senza protestare. Non avrei ottenuto nulla. Mi avrebbero sicuramente drogata e trascinata comunque su quell'aereo.

Ok, forse sto un tantino esagerando, ma con loro non si poteva mai sapere. Erano un pò pazze.

Una volta all'aeroporto, scoprii dove saremmo andate: nella bianca e innevata città di Aspen, dove mi aspettava una settimana di sciate, terme e massaggi. Insomma una bellissima e rilassante vacanza. Potevo chiedere di meglio?

Quando atterrammo, una macchina ci stava aspettando nel parcheggio e il nostro autista, un uomo di cinquant'anni simpatico, ci accompagnò all'agenzia in cui le mie amiche avevano prenotato un bungalow solo per noi. Appena entrammo, la ragazza dietro il bancone era occupata con un gruppo di ragazzi della nostra stessa età, ventun anni circa.

Le mie amiche ridacchiarono e mi fecero notare uno in particolare di loro. Dovevo ammetterlo, era davvero bello, non ero mica morta per non notarlo. Capelli castano chiari sparati in ogni direzione come se si fosse appena alzato dal letto, due occhi neri come la notte e un paio di labbra rosse e piene ad incorniciare un viso angelico praticamente perfetto. Il fisico però si notava poco sotto il cappotto che portava, ma non sembrava affatto male.

I nostri sguardi si incrociarono per un attimo fugace e mi mancò il respiro nel petto.

<<Oh, eccole>>, disse la ragazza dietro il bancone indicandoci. Era parecchio trafelata e rossa in viso.

I quattro ragazzi si girarono contemporaneamente a guardarci, ma i loro non erano affatto sguardi amichevoli, bensì di sfida e non ne capivo il motivo. Non ancora per lo meno.

<<Che succede?>>, chiesi facendomi avanti.

La ragazza dietro il bancone sospirò. Sembrava in preda ad una crisi di nervi. <<E' successo un bruttissimo malinteso, signorina. Mi dispiace>>.

<<Quale malinteso?>>, domandai con un sopracciglio sollevato. Se mi avesse detto che non c'era nessuna prenotazione mi sarei messa ad urlare. Non mi ero accorta di voler cambiare aria fino a quando non eravamo atterrate ad Aspen, perciò avrei dato di matto se avessimo dovuto tornarcene a casa.

A BAD BOY LIKE YOUWhere stories live. Discover now