10. Destiny

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Kevin era di fronte a me e non riuscivo a crederci.

Ma quante volte avevo sperato in quell'ultimo mese che venisse a bussare alla mia porta del campus? Troppe e adesso era tardi. Avevo appena smesso di soffrire e stavo bene con me stessa. Non aveva nessun diritto di tornare a fare parte della mia vita. Aveva chiuso e quella relazione era finita.

<<Senti>>, gli dissi, <<Questo non è proprio il momento. Non sono sola in casa e non vedo l'ora di buttarmi nel letto perchè sono a pezzi. Dimmi quello che devi e poi vattene>>.

Fece per avvicinarsi e toccarmi, ma la mia occhiataccia lo fermò. <<Quando ti ho detto che avevo bisogno di una pausa era vero. Mi sentivo confuso e avevo paura della serietà della nostra relazione>>.

Incrociai le braccia al petto. <<E adesso hai cambiato idea?>>, domandai sarcasticamente.

Annuì. <<Sì, è così. Non averti vista per settimane mi ha aperto gli occhi e ho capito che una come te non si incontra spesso nella vita. Tu sei e sarai sempre la mia ragazza, quella che amo da tutta la vita>>, disse lasciandomi a corto di fiato.

I miei sentimenti per lui non erano spariti del tutto ma non provavo più amore. Solo affetto. Kevin ed io eravamo cresciuti assieme e diventare una coppia era una tappa scontata della nostra esistenza. Mi ero abituata a lui. Era una routine.

Mi guardò intensamente negli occhi e dopo aver preso un lungo respiro profondo, si mise in ginocchio facendomi crollare il mondo addosso. <<Ho bisogno che tu mi perdoni e che resti con me per sempre, fino al mio ultimo respiro. Destiny, mi vuoi sposare?>>, ed estrasse l'anello dalla tasca posteriore dei jeans.

Mi portai le mani alla bocca e dovetti tenermi in equilibrio appoggiandomi alla parete alle mie spalle. Questo gesto da parte sua proprio non me lo aspettavo.

Nel suo sguardo vedevo che era sincero. Voleva davvero che io diventassi sua moglie, ma io? Io che cosa volevo? <<Senti, Kevin>>, iniziai con la voce che tremava, <<Ho bisogno di pensarci>>.

Si tirò in piedi e mi prese la mano, mettendomi la scatoletta al centro del palmo. <<Va bene, me lo merito. Intanto tienilo tu e quando avrai preso una decisione ne riparleremo>>, disse con un mezzo sorriso.

Se ne andò e quella fu la conversazione più breve ma intensa che avessi mai avuto in vita mia. Una cavolo di proposta di matrimonio! Porca miseria! E adesso?

Prima di rientrare in casa nascosi l'anello nella tasca del maglione. Le mie amiche, che finalmente si erano svegliate, erano in cucina assieme ai ragazzi. Evitai quella stanza e mi gettai nel divano, coprendomi con il piumone fino al mento. Mi finsi addormentata per evitare tutti.

Un'ora dopo uscirono tutti assieme per raggiungere le piste e rimasi sola in casa assieme a Dean che era sparito al piano di sopra dopo la comparsi di Kevin e non si era più fatto vedere.

Passata l'ora di pranzo, andai in cucina a preparare qualcosa da mangiare per me e Dean, temporeggiando e sperando che lui scendesse. Non successe e fui costretta a salire al piano di sopra con le mie amate stampelle.

Bussai alla stanza di Dean ma non rispose, allora aprii la porta e lo trovai profondamente addormentato, girato sul fianco e con la faccia rivolta verso di me. Probabilmente sentendomi entrare, si svegliò e mi sorrise. Andai a sedermi accanto alle sue gambe e fissai il vuoto davanti a me.

<<Sono usciti tutti?>>, chiese con la voce impastata dal sonno.

Annuii. <<Siamo solo noi. Ho preparato il pranzo. Hai fame?>>

A BAD BOY LIKE YOUOnde histórias criam vida. Descubra agora