<<Puoi scendere da quel tavolo? So che me la stai facendo pagare per quella fottutissima scommessa, ho afferrato il concetto.>>

<<Uhhh, sentito Nicole? Il ragazzo è pronto per la penitenza.>> fece Alex saltando giù dal tavolo.

<<Bene, in questo caso...>> saltai in modo teatrale avvicinandomi a lui <<...prendi le ordinazioni delle tue fan e porta loro i vassoi con tutto ciò che chiedono.>>

Mi guardava con uno sguardo omicida tra le risate generali dei ragazzi del quarto anno mentre mi sedevo per godermi lo spettacolo.

<<Ti odio.>> disse a denti stretti dirigendosi al tavolo delle ragazze del primo anno.

Era uno spettacolo vedere le facce delle ragazzine in iper ventilazione quando il loro idolo si accovacciò tra loro per prendere le ordinazioni.

<<Dovreste smetterla con queste scommesse, sapevate non avesse modo di vincerla.>>

<<Taci Martinez.>> rispose Alex sventolandole una mano davanti al viso, lo sguardo fisso sulla scena.

<<Sembra che quella voglia baciarlo.>>

<<Povero Brent! Ragazze! Lasciate davvero che porti tutta quella roba da solo?! Dovreste dargli una mano!>> urlai al gruppetto che corse ad aiutarlo.

<<Dai Nick, smettila. Aiutalo.>>

<<L'ho appena fatto.>>

Le ragazze infatti stavano prendendo i loro vassoi mentre Brent tornò a sedersi infastidito.

<<Sei pessima.>>

<<La prossima volta impegnati di più.>> gli risposi alludendo al gioco che avevamo iniziato qualche tempo fa.

Passavo intere giornate a casa di Brent e non ne avevo mai abbastanza, la sua camera era il posto perfetto per perdere la cognizione del tempo.

Accanto al letto si apriva la porta per una stanza interamente coperta da schermi e console, una postazione da gamer e pile su pile di videogiochi.

Quei pomeriggi passati a giocare e mangiare schifezze erano letteralmente la medicina ad ogni tipo di problema.

————

<<Guarda chi si rivede...>>

Il locale era gremito di persone, Eve accanto a me sbuffava esasperata dalla mia insistenza.

<<È solo un cliente abituale, gli piace questo locale.>>

<<Oppure il personale.>>

Ren vicino a noi scoppiò a ridere facendomi sobbalzare per la sorpresa, non mi ero accorta stesse ascoltando.

<<Magari viene per vedere te, Nicole.>> mi disse tra le risate.

<<Non è da escludere, in quel caso fareste bene a chiamare la polizia visto che sono ancora minorenne.>>

<<Si, in effetti è abbastanza vecchio per poter piacere ad Eve.>>

Io e Ren non riuscivamo a smettere di ridere, rischiavo di far cadere i piatti in bilico sulle mani e avrei giurato di aver sentito qualche cliente imprecare quando versai accidentalmente un po del loro contenuto.

Ma a nessuno di noi sembrava importare, eravamo pessimi camerieri.

<<Mi stai dando della vecchia? Questa me la paghi.>>

<<Ha solo ventitré anni! Che vuoi che sia!>> risposi continuando a ridere.

<<Bene, ora vediamo chi ride.>>

Vidi Eve prendere il suo blocchetto delle ordinazioni e sciogliersi i capelli.
Si passò la lingua tra i denti usando lo schermo del suo cellulare come specchio.

<<Le cose si fanno serie.>> mi disse Ren guardandola dirigersi al tavolo del cliente incriminato.

<<Signorina, il mio caffè macchiato?>>

Un cliente stava aspettando da ore di ricevere la mia attenzione, così rinunciammo all'idea di tenere d'occhio Eve e continuai a girare per i tavoli fino alla chiusura.

————

<<Mattew Walker, trent'anni, avvocato, single, mi ha dato il suo numero.>>

<<Non puoi averlo fatto sul serio.>>

<<Mai sottovalutarmi.>>

La guardai sconvolta sfilarsi la divisa e afferrare i suoi jeans, la stessa che aveva detto di aver chiuso con gli uomini.

Avrei dovuto prepararmi psicologicamente ad altre paranoie, litigi e crolli emotivi, tipici di quando frequentava qualcuno.

<<Oh no. Ci risiamo.>>

•I'M A DISASTER•Where stories live. Discover now