Normalità

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CITTÀ DI VETRO - cap.1 "Il portale"

«Si comporta in modo così strano!» esclamò Clary stringendosi al petto il cappotto di velluto, come a cercare rassicurazione. «Secondo te, è per questa faccenda del vampirismo?»
«Non credo.» Luke sembrava leggermente divertito. «Diventare Nascosti non cambia ciò che si prova per le cose o per le persone. Dagli tempo: hai appena rotto con lui.»
«Non sono stata io. È stato lui a rompere con me.»
«Perché tu non eri innamorata. È una situazione complicata, ma mi pare che Simon la stia gestendo con molto tatto. Altri, alla sua età, metterebbero il broncio, o ti aspetterebbero per ore sotto la finestra con uno stereo portatile.»
«Luke, lo stereo portatile non ce l'ha più nessuno. Succedeva negli anni Ottanta.» Clary scese dal letto e s'infilò il cappotto. Lo abbottonò fino al colletto, godendosi la morbida sensazione del
velluto. «Voglio solo che Simon torni alla normalità.» Si guardò allo specchio e fu piacevolmente sorpresa dall'immagine riflessa: il verde le metteva in risalto i capelli rossi e le illuminava gli occhi. Guardò Luke. «Che ne pensi?»
Luke era appoggiato allo stipite della porta, con le mani in tasca. Un'ombra passò sul suo viso mentre la guardava. «Tua madre aveva un cappotto così, quando aveva la tua età.» Non aggiunse altro.
Clary chiuse le dita intorno ai polsini, affondandole nel velluto morbido. Sentirgli nominare sua madre, con quella tristezza nella voce, le fece venir voglia di piangere. «Dopo andiamo da lei, vero?» chiese. «Voglio salutarla, prima di partire, e voglio dirle... voglio dirle cos'ho intenzione di fare. Voglio dirle che guarirà.»
Luke annuì. «Sì, dopo andiamo in ospedale. E... Clary?»
«Sì?» Non avrebbe voluto guardarlo in faccia ma, con suo grande sollievo, quando lo guardò vide che la tristezza gli era sparita dagli occhi.
Luke sorrise. «La normalità non è poi questa gran cosa.»

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