Segreti

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CITTÀ DI CENERE - cap.7 "La spada mortale"

Alec disse con veemenza: «Jace non è un bugiardo...»
«Usa il cervello, Alexander» replicò l'Inquisitrice, senza staccare gli occhi da Jace. «Metti da parte per un istante la lealtà verso il tuo amico. Che probabilità c'è che Valentine si sia fermato a parlare della Spada dell'Anima davanti alla cella di suo figlio senza dire che cosa intendeva farne e neppure dove stava andando?» 
«S'io credesse che mia risposta fosse» disse Jace in una lingua che Clary non conosceva «a persona che mai tornasse al mondo...»
«Dante.» L'Inquisitrice sembrò ironicamente divertita. «L'Inferno. Tu non sei ancora all'inferno, Jonathan Morgenstern, ma se insisti a mentire al Conclave ti pentirai di non esserci.» Poi tornò a rivolgersi agli altri. «E non vi sembra strano che la Spada dell'Anima sia scomparsa proprio la notte prima del giorno in cui Jonathan Morgestern doveva essere sottoposto alla sua prova... e che sia stato proprio suo padre a prenderla?» 
A queste parole Jace apparve scioccato e le sue labbra si dischiusero leggermente per la sorpresa, come se questo non gli fosse mai venuto in mente. «Mio padre non ha preso la spada per me. L'ha presa per . Dubito perfino che sappia della prova.»
«Però la cosa, in ogni caso, ti fa molto comodo. E anche a lui. Non dovrà preoccuparsi che divulghi i suoi segreti». 
«Già» disse Jace, «è terrorizzato dall'idea che io spifferi a tutti che, in realtà, il suo sogno è sempre stato quello di fare la ballerina.»

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