Relazioni confuse

18 3 0
                                    

CITTÀ DI CENERE - cap.12 "L'ostilità dei sogni"

«È ancora vivo?» chiese Simon, mentre Magnus si lasciava cadere sul bracciolo della sedia più vicina. Era esausto, teso e bluastro. «Ne sei sicuro?»
«Sì, ne sono sicuro» disse Magnus. «Sono il Sommo Stregone di Brooklyn, so quello che faccio.» I suoi occhi si spostarono su Jace, che aveva appena detto qualcosa ad Alec a voce troppo bassa perché gli altri potessero sentire. «Il che mi rammenta» continuò Magnus in tono gelido (Clary non l'aveva mai sentito così gelido prima d'allora) «che non ho ben capito come mai mi chiamate ogni volta che uno di voi ha anche solo un'unghia incarnita da curare. Come Sommo Stregone, il mio tempo è prezioso. C'è un infinità di stregoni meno importanti che sarebbero felici di lavorare per voi un prezzo molto più modico.»
Clary lo guardò sbattendo gli occhi per la sorpresa. «Vuoi farci pagare? Ma Luke è un amico!»
Magnus tirò fuori una sottile sigaretta azzurra dalla tasca della camicia. «Non un mio amico» disse. «Io l'ho incontrato soltanto nei rari casi in cui tua madre se l'è portato dietro, quando veniva a farti curare la memoria.» Passò la mano sulla punta della sigaretta, che si accese con una fiamma multicolore. «Pensavate che vi aiutassi per il mio buon cuore? O si dà il caso che io sia l'unico stregone che conoscete?»
Jace era a stato a sentire questo discorsetto reprimendo la rabbia, che conferiva uno scintillio dorato ai suoi occhi color ambra. «No» disse. «Ma si dà il caso che tu sia l'unico stregone che conosciamo che sta con un nostro amico.»
Per un istante tutti lo fissarono... Alec in preda a puro orrore, Magnus a una rabbia stupita, Clary e Simon alla sorpresa. Fu Alec a parlare per primo, la voce tremante. «Perché dici una cosa del genere?»
Jace sembrava confuso. «E cioè?»
«Che io sto... che noi... non è vero» disse Alec, la voce che saliva e scendeva di parecchie ottave mentre cercava di controllarla.
Jace lo guardò con fermezza. «Non ho detto che sta con te» disse «ma è buffo che tu abbia capito esattamente cosa intendevo, non ti pare?»
«Non stiamo insieme» ripeté Alec.
«Ah, no?» disse Magnus. «Dunque sei amico di tutti a quel modo, eh?»
«Magnus.» Alec gli rivolse uno sguardo implorante. Ma a quanto pare lo stregone ne aveva abbastanza. Incrociò le braccia sul petto e si mise comodo, osservando la scena che si svolgeva davanti a lui con gli occhi ridotti a fessure.
Alec si girò verso Jace. «Tu non...» cominciò. «Voglio dire, come hai potuto solo pensare...»
Jace scuoteva la testa sconcertato. «Quello che non capisco è perché ti dai tanto da fare a tenermi nascosta la tua relazione con Magnus quando non sarei certo contrario se tu me ne parlassi.»
Se intendeva dire delle parole rassicuranti, non ci riuscì. Alec diventò di un colore grigio pallido e rimase muto. Jace disse a Magnus: «Aiutami a convincerlo che non m'importa, davvero.»
«Oh» disse Magnus con calma «credo che su questo ti creda.»

▪《 Shadowhunters - best quotes 》▪Where stories live. Discover now