Adesso che posso vedere

28 4 0
                                    


CITTÀ DI OSSA - Epilogo "Come reclamò l'ascesa"

«Ma dove l'hai presa?» chiese Clary guardando la moto appollaiata sul bordo del tetto della cattedrale. Era di un verde acido luccicante, coi raggi cromati e delle fiamme sgargianti dipinte sul serbatoio.
«Magnus si stava lamentando che qualcuno l'ha lasciata davanti a casa sua, dopo l'ultima festa» disse Jace. «E io l'ho convinto a darla a me.»
«E sei volato fino a quassù?»
«Uh uh. Sto diventando abbastanza bravo.» Saltò in sella e le fece cenno di salire dietro di lui. «Vieni, ti faccio vedere.»
«Be', almeno questa volta sai già che funziona» disse lei montando in sella. «Se precipitiamo nel parcheggio di un supermercato ti uccido, lo sai, vero?»
«Non essere ridicola» disse Jace. «Non ci sono supermercati nell'Upper East Side». La moto si avviò con un rombo che sovrastò la sua risata. Clary strillò e si aggrappò alla sua cintura, mentre la moto schizzava giù dal tetto dell'Istituto e si lanciava in cielo.
Il vento le agitava i capelli mentre salivano, salivano sopra la cattedrale, salivano sopra i tetti dei palazzi e dei grattacieli vicini. E lì la vide, distesa sotto di lei come un portagioie dimenticato aperto, questa città più affollata e affascinante di quanto avesse mai immaginato: c'era il rettangolo di smeraldo di Central Park, dove le corti delle fate si incontrano nelle notti di
mezza estate, c'erano le luci dei locali e dei bar di Downtown, dove i vampiri passano la notte a ballare al Pandemonium, c'erano i vicoli di Chinatown, dove di notte si aggirano i licantropi sulle cui pellicce si riflettono le luci della città, e gli stregoni, magnifici con le loro ali da pipistrello e i loro occhi di gatto. E mentre loro due sfrecciavano sopra il fiume, Clary vide sotto la superficie argentata dell'acqua lampi frenetici di code multicolori e il baluginare di lunghi capelli ornati di perle, e sentì la risata acuta e gorgogliante delle sirene.
Jace si voltò per guardarla, col vento che gli scompigliava i capelli. «A cosa stai pensando?» le urlò.
«A quanto è tutto diverso laggiù, adesso che posso vedere.» 
«Laggiù è tutto esattamente come prima» disse lui virando verso l'East River. Si stavano di nuovo dirigendo verso il ponte di Brooklyn. «Sei tu che sei diversa.»
Le mani di Clary si avvinghiarono alla cintura di Jace mentre scendevano in picchiata verso il fiume. «Jace!»
«Tranquilla.» Jace si stava divertendo come un pazzo. «So quello che faccio. Non ti farò annegare.»
Lei strinse gli occhi per ripararsi dal vento. «Vuoi mettere alla prova quel che diceva Alec sul fatto che alcune di queste moto possono andare sott'acqua?»
«No.» Riportò verso l'alto il muso della moto, e si allontanarono dalla superficie del fiume. «Credo che sia solo una storia.»
«Jace» disse lei. «Tutte le storie sono vere.»
Non lo sentì ridere, ma la risata di Jace fece vibrare il suo petto per poi trasmettersi alle dita di lei. Clary si tenne forte, mentre lui virava, puntando il muso in avanti e sfrecciando di fianco al ponte di Brooklyn come un uccello liberato dalla gabbia. Lo stomaco di Clary ebbe un sobbalzo, quando il fiume d'argento sparì di colpo e le guglie del ponte le scivolarono via sotto di loro. Ma questa volta Clary tenne gli occhi aperti, per vedere tutto.

▪《 Shadowhunters - best quotes 》▪Where stories live. Discover now