6. Rain And Green Eyes

59.2K 3.3K 2.8K
                                    

- Oggi a pranzo mi vedo con Colton. - urlai, in modo che Jenna mi potesse sentire sopra il rumore del phon acceso.

- Cosa? - gridò lei di rimando, uscendo dal bagno avvolta in un accappatoio rosa fluo.

- Oggi pranzerò con mio fratello, quindi non aspettatemi. -

- Hai intenzione di lasciarmi da sola con quei tre selvaggi? - borbottò, con occhi terrorizzati.

- Ci sarà anche Lux. - tentai di rassicurarla.

- Ma lei è così taciturna. - sbuffò, in modo plateale. - Non posso pranzare anche io con te e tuo fratello? -

- E come faccio a chiedergli se anche lui ti trova carina? -

Era passata una settimana da quando Colton aveva fatto irruzione nella nostra camera in piena notte per portarmi i biscotti, e da quel momento Jenna non mi aveva più dato tregua. Si era presa proprio una bella cotta!

In quel lasso di tempo le cose non erano cambiate granché: Luke e la mia coinquilina continuavano a litigare (ma almeno lei aveva limitato l'uso della parola microcefalo), Lux era diventata una presenza fissa al nostro tavolo a pranzo, avevo scoperto che sia Luke, che Ashton, che Calum studiavano musica, le mie lezioni con Monroe passavano tra il frenetico prendere appunti e il lanciarsi qualche occhiata con il ragazzo dai capelli blu, e soprattutto, non avevo ancora conosciuto Michael.

- Hai intenzione di farlo veramente? - squittì, tutta eccitata.

Io alzai semplicemente le spalle ed annuii. Presa dall'emozione, Jenna mi corse incontro con l'intenzione di abbracciarmi, ma, subito prima di arrivare a toccarmi, si fermò e mi rivolse uno sguardo colpevole. Ci era voluto un po', ma alla fine la mia Barbie-coinquilina era riuscita a capire che il contatto umano non era il mio forte (non lo era per niente) e lo aveva limitato al minimo indispensabile.

- Scusa, Shiver. - mi sorrise, in modo buffo.

- Non preoccuparti. - sorrisi a mia volta. - Ci vediamo questa sera, ora corro a storia. Tu non hai lezione? -

- No, il prof è malato, quindi mi prenderò una mattinata di relax. -

- Beata te. - borbottai, tirando più giù la gonna a tubino nera (uno dei pochi capi femminili sopravvissuti nel mio guardaroba), abbinata ad un paio di collant scure, dei calzettoni che mi arrivavano a metà polpaccio, le solite converse nere e l'immancabile felpa oversize grigio scuro.

- Mi farai aspettare fino a stasera per sapere la risposta di Colton? - si lamentò lei, con un'espressione da bambina capricciosa.

- Esistono i messaggi, Jenna. - precisai, aprendo la porta ed apprestandomi ad uscire. - E comunque un po' di suspance non fa mai male. -

- E chi l'ha detto questo? - brontolò lei.

- Io, in questo preciso istante. - risposi, con un sorrisino sfacciato, chiudendomi la porta alle spalle.

Quella mattina ero stranamente di buon umore e pronta ad affrontare la mia nuova giornata universitaria con meno pessimismo rispetto al solito. Aprii l'enorme porta dell'edificio in cui si trovava la mia stanza ed uscii piena di aspettative, sicura che anche quel giorno il timido sole scozzese avrebbe accarezzato dolcemente la mia pelle... ma non feci nemmeno in tempo a finire di formulare il pensiero che il mio piede destro finì dritto dritto in un'enorme pozzanghera fangosa, affondandoci fino alla caviglia.

E il mio già precario buonumore andò a farsi benedire.

- Oh, dannazione! - sbottai, scrollando la scarpa ormai fradicia.

In quel preciso istante non stava piovendo, ma era chiaro che durante la notte ci fosse stato un violento temporale, e il tempo era ancora decisamente instabile, tanto che avrebbe potuto ricominciare a diluviare da un momento all'altro. Inoltre, la temperatura era scesa di qualche grado rispetto ai giorni precedenti, facendomi rabbrividire e stringere maggiormente nella mia felpa sempre troppo grande.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora