31. Up

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You gotta hold on
Hold on to what you're feeling
That feeling is the best thing
The best thing, alright.

[Up - Olly Murs ft. Demi Lovato]

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- Questa volta mi darai retta sulla cioccolata? - ridacchiai, sedendomi di fronte a mio fratello. La sera precedente mi aveva mandato un messaggio chiedendomi se fossi libera per fare colazione insieme, dato che era da più di una settimana che non ci vedevamo, e io avevo accettato immediatamente.

Così quella mattina, dopo essermi accertata che il maledetto tricheco che si era stabilito sul mio utero mi desse il permesso di muovermi e dopo aver salutato Michael, che aveva nuovamente dormito in camera mia, mi ero rimessa addosso la sua felpa, un paio di jeans e le mie fedeli Converse, ed avevo raggiunto Colton alla caffetteria, trovandolo intento a strofinare le mani nel tentativo di scaldarle.

- Non farmi ripensare a quella cosa che mi è toccato bere. - si esibì in un'espressione disgustata, facendomi ridere di nuovo.

- Ehi, non è colpa mia se non mi dai mai ascolto! - protestai, facendogli una smorfia.

- Pensavo che volessi farmi uno scherzo! - si difese lui, ridendo brevemente.

- L'ultima volta in cui ti ho fatto uno scherzo avrò avuto dieci anni, Col. - alzai un sopracciglio e piegai leggermente il capo verso destra.

- Lascia stare. - roteò gli occhi e agitò una mano per liquidare il discorso. - Come sta Beth, piuttosto? -

- Sta bene. Ha convinto il suo capo a lasciarla lavorare da casa per qualche giorno, così da poter passare un po' di tempo con me. - gli spiegai, poggiando la schiena sulla sedia e incrociando le braccia al petto. - Abbiamo guardato una quantità indicibile di film, abbiamo discusso di libri, mi ha chiesto di te e dell'università, e mi ha raccontato del suo appuntamento con Monroe. -

- Chi è Monroe? - domandò Colton, corrugando le sopracciglia.

- Oh, giusto, mi sono dimenticata di dirti che zia Beth ha una cotta da liceale per il mio prof di storia. - ridacchiai, scrutando l'espressione sorpresa di mio fratello. - Si sono conosciuti la prima volta in cui lei è venuta qui a trovarci e si sono dati appuntamento per prendere un caffè insieme. -

- E tu cosa ne pensi? -

- È strano, ma zia Beth è giovane e bella, e Monroe è un uomo affascinante e molto intelligente. - alzai le spalle e sporsi in fuori il labbro inferiore. - I loro bambini sarebbero belli e intelligenti. -

Scoppiammo entrambi in una risata, ma fummo presto interrotti dall'arrivo della cameriera; la stessa che aveva lasciato il suo numero a Luke qualche tempo prima, mi pareva di ricordare che si chiamasse Dakota. Prese le nostre ordinazioni, flirtando palesemente anche con mio fratello, e si allontanò sculettando.

- Sai quando tornerà Jenna? - domandò lui, per niente toccato dal comportamento della ragazza che se ne era appena andata.

- L'ho sentita ieri pomeriggio. - replicai, tralasciando il dettaglio che l'avessi fatto mentre ero nel letto con Michael, che continuava a giocare con i miei capelli per infastidirmi. - Credo che tornerà domani nel tardo pomeriggio. Tu non l'hai sentita? -

- Un paio di giorni fa, ma non aveva ancora deciso cosa fare. - alzò le spalle lui. - Magari la chiamerò stasera. -

- Fallo. - ridacchiai. - Ieri continuava a chiedermi perché non le avessi più scritto e se per caso avesse fatto qualcosa di sbagliato. -

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora