5. Moe

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- Ehi, aspetta, io ti conosco! - esclamò lei, sorridendo ancora di più. - Sei la ragazza di ieri notte, quella dei biscotti! -

Ma certo, era l'amica di mio fratello.

- Si, sono proprio io. - sorrisi debolmente.

- Ti spiace se mi siedo? - domandò, indicando il posto accanto al mio.

- No, affatto. - risposi cortesemente.

Lei sorrise nuovamente e si accomodò, poggiando il suo sgangherato zaino multicolor a terra e voltandosi nuovamente verso di me. - Comunque, mi chiamo Claire Montgomery. - si presentò, tendendomi la mano.

- Shiver Mosey. - replicai, ricambiando il suo gesto.

- Si, tuo fratello mi aveva accennato il tuo nome. È piuttosto strano, ma mi piace. - sentenziò. Poi mi osservò per qualche istante. - Tu e Colton avete gli stessi occhi, ma lui non ha le lentiggini. -

Già, le lentiggini ereditate da mio padre. Scossi la testa, cercando di scacciare quel pensiero triste. - Come mai anche tu qui? Pensavo che fossi nel ramo scientifico. -

- In effetti, si, ma dobbiamo frequentare due corsi a scelta e io me la sono sempre cavata in storia, quindi... - scrollò le spalle lei.

Io annuii, voltandomi nuovamente per setacciare l'aula. Ma del ragazzo con i capelli blu ancora non c'era traccia.

- Stai aspettando qualcuno? - domandò lei, seguendo il mio sguardo.

Io arrossii leggermente. - No, no, stavo solo notando quanto l'aula si fosse riempita in poco tempo. - mentii.

Lei annuì, poi mi rivolse un sorriso contagioso. - E tu come mai sei qui? -

- Storia è un corso obbligatorio per me. - le spiegai. - Ma non mi pesa, mi ha sempre affascinata. -

- Cosa studi? - domandò, con voce curiosa.

- Lettere. - risposi, senza guardarla.

Proprio mentre Claire stava per mettersi a parlare di qualcos'altro, i miei occhi furono catturati da una chiazza color cobalto che si stava muovendo sulla scalinata all'altro lato dell'aula. L'ambiguo ragazzo aveva fatto il suo ingresso nell'aula, con un involucro sulle spalle che sembrava la custodia di una chitarra, e ora stava svogliatamente cercando un posto a sedere nella marea di studenti.

- Era lui che cercavi prima? - sentii domandare dalla mia vicina, che ancora una volta aveva seguito il mio sguardo.

- No! - risposi subito, arrossendo nuovamente (ma che diavolo mi prendeva? Io non arrossivo mai). - L'ho solo visto entrare, e il fatto che avesse i capelli blu mi ha incuriosita. -

- Si, in effetti sembra un tipo strano. - scrollò le spalle lei.

- È nel ramo scientifico anche lui? - domandai, simulando indifferenza.

- Dall'enorme custodia che si porta dietro, oserei supporre che sia nel corso di musica. -

Che imbecille, avrei anche potuto arrivarci.

- Comunque ora ti sta fissando. - sentenziò lei, voltandosi verso di me e rivolgendomi un sorriso malizioso.

Furtivamente, spostai a mia volta lo sguardo su di lui e, come aveva detto Claire, trovai i suoi occhi (di cui ancora non distinguevo il colore) puntati sul mio viso. Non sorrise, né mi rivolse un gesto della mano; se ne rimase semplicemente lì a fissarmi.

- Magari ha una cotta per te. - azzardò la mia vicina, scrollando le spalle e rivolgendomi un nuovo sorriso.

- Non credo proprio. - scossi la testa, spalancando leggermente gli occhi.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora