30. Change My Mind

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Never felt like this before
Are we friends or are we more?
As I'm walking towards the door
I'm not sure.

[Change My Mind - One Direction]

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Avete presente quando il secondo giorno in cui avete il ciclo vi sentite come se aveste un tricheco che vi balla il valzer sull'utero? Ecco, quella era esattamente la situazione in cui mi trovavo io in quel momento.

Ero tornata in camera dopo pranzo con l'intento di mettermi a studiare con impegno, visto che quella mattina ero rimasta tutto il tempo sdraiata sul letto a ripensare al bacio tra me e Michael, ma tra il dolore e le fantasie che mi si aggiravano ancora in testa, non ero sicura che sarei davvero riuscita a combinare qualcosa di utile. Dio, mi sentivo una di quelle ragazzine petulanti alle prese con le prime cotte.

E non ci sarebbe stato nemmeno nulla di così male in tutto ciò; se lui non fosse stato un coglione lunatico, io un ghiacciolo negato con i sentimenti e se non avessi baciato un ragazzo che a quanto pare era cotto di me una settimana prima. Ma perché la mia vita doveva essere sempre così incasinata?

Ad ogni modo, quel pomeriggio tornai in camera con un mare di buoni propositi e un programma mentale su come organizzarmi il resto della giornata (che ovviamente pianificai sotto la doccia, perché si sa che quello è il luogo migliore per ragionare), ma ci volle ben poco prima che il mal di pancia mi rendesse impossibile qualsiasi movimento e l'irritazione verso l'intero universo annientasse ogni pensiero positivo che avevo formulato. Essere donne era davvero atroce, qualche volta.

Ero uscita da sotto la doccia da circa dieci minuti ed ora ero in pantaloncini corti e canottiera ad asciugarmi i capelli davanti allo specchio. Era novembre inoltrato, ma quando avevo il ciclo, nel mio corpo si alternavano brividi e botte di caldo ogni due minuti. E in quel momento avevo un caldo bestiale.

Mentre recuperavo la spazzola dal lato del lavandino, scontrai inavvertitamente contro la saponetta al cocco di Jenna, che scivolò sul pavimento. Con un grugnito, senza spegnere il phon, mi chinai per raccoglierla e, quando tornai a guardare nello specchio, mi prese quasi un infarto.

- Oh Gesù! - sobbalzai, dopo aver spento l'asciugacapelli, portandomi una mano al petto e prendendo un profondo respiro.

- No, sono solo io. - replicò Michael, con un sorriso buffo, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Che diavolo ci faceva di nuovo in camera mia? Perché, sul serio, non era un buon momento per avere altri lunatici intorno, lo ero già abbastanza per i fatti miei.

- Che bel completino, Moe. - ghignò lui, infilandosi le mani in tasca e mordendosi leggermente il labbro inferiore.

- Mi hai quasi fatta morire di paura! - sbottai, lanciandogli addosso la saponetta che avevo appena raccolto. - E come diavolo hai fatto ad entrare? -

Lui alzò le mani in segno di resa e si chinò per raccogliere l'oggetto. - Non ci vuole un genio per capire che dietro la lavagnetta attaccata alla vostra porta ci sia una chiave di riserva. - ridacchiò, osservando ciò che aveva in mano. - Mi hai tirato una saponetta? -

- Una saponetta al cocco di Jenna. - precisai, recuperandola dalle sue mani e riportandola in bagno.

- Perché Jenna ha una saponetta al cocco? -

- Ma che ne so! - sbottai, appendendo l'asciugamano bagnato all'asse accanto alla doccia.

- Ma più che altro... Fanno davvero saponette al cocco? - domandò, corrugando le sopracciglia e spalancando gli occhi.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora