2. Echo

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«Seriamente?» sbottò Jenna. «Di tutte le persone che potevo ritrovarmi davanti, proprio tu?»

Cercai di sbirciare di chi si trattasse, ma la porta era aperta solo in parte e non riuscii a scorgere il suo interlocutore.

«Ci conosciamo?» gli sentii domandare, con voce confusa.

«Dio, non posso crederci!» esclamò lei esasperata, spostandosi dalla porta e lasciandomi finalmente intravedere la persona con cui stava parlando.

«Canada!» Era l'insolito ragazzo che mi era letteralmente volato addosso quel pomeriggio, e che ora mi stava fissando con un gigantesco sorriso stampato sulla faccia.

«Conosci quel coglione?» mi domandò Jenna, con voce piuttosto stupita.

«In realtà no, ma mi sembra che tu lo conosca.» risposi, scrollando le spalle.

«Sul serio? Io non mi ricordo di te.» borbottò lui. «Ma io ho una memoria pessima, quindi.» concluse, con un sorriso sexy.

«Siamo andati a letto insieme l'anno scorso!» sbottò Jenna, irritata.

«Ok, la cosa si sta facendo imbarazzante. Io me ne vado.» annunciai, con gli occhi spalancati per la vergogna, passando accanto al ragazzo biondo (non sapevo nemmeno come si chiamasse) e cercando di uscire dalla camera.

«Non ti azzardare a lasciarmi sola con questo cretino!» mi supplicò la mia coinquilina.

«Oh, ora mi ricordo di te! Hai un piercing all'ombelico, vero?» domandò lui.

«No che non ce l'ho!»

«Oh, allora doveva essere l'altra ragazza bionda...» rimuginò lui, mentre lei alzava gli occhi al cielo.

«Che ci fai qui, comunque?» domandai io, cercando di smorzare la tensione.

«In realtà, ero convinto che questa fosse la mia camera. Ho perso la chiave... E anche il foglietto con tutte le indicazioni...» ammise, passandosi una mano sulla nuca. «Quindi, visto che l'anno scorso stavo qui, ho pensato che potessi esserci anche quest'anno.»

«No, mi spiace.» scrollai le spalle. «Conosci il tuo coinquilino? Magari puoi provare a chiedere a lui.» proposi, alzando leggermente le spalle e sporgendo in fuori il labbro inferiore.

«Certo che lo conosco, è il mio migliore amico!» esclamò lui. «Ma quell'idiota ha l'abitudine di sparire per interi pomeriggi e di spegnere il cellulare nei momenti meno opportuni.» sbuffò sonoramente, alzando gli occhi al cielo.

«Magari anche lui è stufo di te.» bofonchiò Jenna, che nel frattempo si era stesa a pancia in giù sul suo letto e stava controllando la sua pagina Facebook.

«No, è che lui è un tipo strano.» scrollò le spalle. «Ad ogni modo, mi ha fatto piacere rivederti, Canada.»

«Ho un nome, sai?» sentenziai con un sorriso, mentre lui già si incamminava lungo il corridoio.

«Spara, cercherò di ricordarlo.» ridacchiò lui, camminando all'indietro.

«Shiver.» sorrisi, affacciandomi alla porta.

«Io sono Luke. E sono certo che non lo dimenticherai.» mi rivolse di nuovo quel ghigno sexy.

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«La tua prima lezione qual è?» domandò Jenna, chiudendo la zip del suo Eastpack fucsia.

Sbirciai sul mio orario. «Storia moderna con il professor Monroe.»

«È un corso misto, ci saranno anche studenti di altri indirizzi.» mi informò lei. «L'anno scorso l'ho frequentato anche io. Monroe è forte.»

Chiusi anche io il mio zaino, sistemandolo poi sulla mia ennesima felpa oversize senza cappuccio. «La tua prima lezione, invece?»

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora