55. Firefly

24.6K 1.3K 1.2K
                                    

I fell in love next to you
Burning fires in this room
It just fits
Light and smooth
Like my feet in my shoes
Little one, lie with me
Sew your heart to my sleeve
We'll stay quiet
Underneath shooting stars
If it helps you sleep

[Firefly - Ed Sheeran]

-------------

JENNA.

Erano passate più di due ore e mezza da quando io e Shiver eravamo tornate in albergo. Le avevo dato la chiave magnetica della stanza di Michael, che Luke aveva lasciato al tizio con la pettorina giallo fluo con cui avevo parlato allo stadio, assicurandosi che l'avrebbe data proprio a me, e poi ero rientrata in camera nostra, mi ero messa il pigiama e avevo letto un po'.

La mia amica non era tornata da me in lacrime e ciò poteva significare soltanto una cosa: tutto era andato come io e Luke avevamo sperato e probabilmente quella notte l'avrei passata da sola. Ma mi andava più che bene così, mi importava solo che Shiver fosse felice. E non mi dispiaceva nemmeno poter dormire da sola nel gigantesco letto a due piazze su cui ero comodamente sdraiata in quel momento, a dirla tutta.

Fu intorno a mezzanotte e mezza che finalmente mi decisi ad alzarmi per andare a lavarmi i denti e a struccarmi. Saltai giù dallo spesso materasso aggraziatamente e afferrai la felpa bordeaux che spuntava dalla mia valigia, consapevole che prima o poi avrei dovuto restituirla al legittimo proprietario; poi feci partire una canzone sul mio cellulare e mi recai in bagno, agitando le anche a ritmo di musica e canticchiando sottovoce. Rimasi lì soltanto una manciata minuti,  giusto il tempo di prepararmi per andare a letto, ma quando uscii dal bagno, un urlo lasciò inevitabilmente le mie labbra.

Il ragazzo di fronte a me urlò a sua volta e io mi poggiai una mano sul petto per cercare di riprendermi da quel piccolo shock. «Perché diavolo hai urlato?» strillai, quando il mio cuore riprese ad avere un battito quasi normale e le mie labbra furono di nuovo in grado di articolare delle parole sensate.

«Perché tu l'hai fatto!» protestò lui, ancora con il respiro affannato e gesticolando febbrilmente in tutte le direzioni. Io fermai la musica sul telefono e sospirai, accorgendomi solo in quel momento del gigantesco involucro nero che aveva sulla schiena, probabilmente contenente una delle sue innumerevoli chitarre.

«Sono entrata in bagno per lavarmi i denti e quando sono uscita mi sono ritrovata davanti una persona che non dovrebbe essere qui, cosa pretendi?» bofonchiai, spingendolo indietro di qualche centimetro ed incrociando poi le braccia sotto al seno. «E come hai fatto ad entrare, comunque?» domandai, assottigliando gli occhi nella sua direzione e scuotendo brevemente la testa.

«Moe ha lasciato la sua chiave alla reception.» replicò lui, rivolgendomi quel sorriso furbo che per mesi avevo automaticamente collegato alla sua faccia.

«E ti ha detto lei di prenderla?» alzai un sopracciglio in un'espressione diffidente. Sapevo che Shiver voleva che io e lui chiarissimo la situazione che si era creata tra di noi, ma dubitavo fortemente che fosse arrivata a tanto per far sì che accadesse.

«B-beh, no...» balbettò lui, inclinando leggermente la testa verso sinistra. «Ma lei e Michael sono in camera mia e non è che ci tenga particolarmente ad entrare in questo momento... Né più tardi, in realtà.»

«Quindi hai pensato semplicemente di fare irruzione qui senza prima avvisare.» lo rimbeccai. «Si, ottima mossa, Luke.» lo presi in giro, annuendo lentamente e stringendo di nuovo gli occhi nella sua direzione.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora