- E perché mai? -

Fortunatamente, l'ingresso in aula del professor Monroe interruppe la nostra discussione, e io passai le successive due ore a scrivere ininterrottamente sul mio disordinato bloc notes, lanciando, di tanto in tanto, un'occhiata in direzione del ragazzo misterioso. La prima volta lo vidi disegnare distrattamente sul banco che aveva di fronte, con una vecchia matita gialla tutta mangiucchiata; la seconda, invece, era concentrato a scrivere un messaggio, nel tentativo di non farsi vedere; e infine, la terza volta, trovai nuovamente la sua attenzione completamente concentrata su di me.

Restammo ad osservarci per ore, minuti, secondi: non avrei saputo dirlo.

- Ehi, Shiver. - mi richiamò Claire, ridendo brevemente. - La lezione è finita. -

Mi riscossi improvvisamente e mi resi conto che tutta la classe, tranne me, si stava dirigendo verso l'uscita. - Scusa, mi ero incantata. -

- Già. - annuì lei, ridendo nuovamente.

Mi voltai un'ultima volta verso il punto in cui era seduto il ragazzo dai capelli blu, ma di lui non c'era più nemmeno l'ombra.

- Che lezione hai ora? -

Spostai nuovamente lo sguardo verso la mora accanto me. - Ora buca, tu invece? -

- Fisica, quindi mi tocca attraversare tutto il campus... di nuovo. - sbuffò.

Io la osservai, incamminandomi accanto a lei nell'affollato corridoio. - La frequenti insieme a mio fratello? -

- No, io sono una matricola, lui è al terzo anno. - mi spiegò, con il solito sorriso.

- Oh, giusto. - annuii io, tirando più giù le maniche del mio maglione.

- Ora scappo, la mia lezione inizia tra venti minuti. - sentenziò, sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle. - Suppongo che ci vedremo domani, qui a storia. -

- Uh, si, certo. Se... se vuoi ti tengo un posto. - mi offrii, con voce incerta.

- Sarebbe fantastico! - sorrise lei, allontanandosi nel corridoio e salutandomi con la mano.

Rimasi ad osservarla mentre si allontanava, poi mi infilai le cuffie e mi recai lentamente al mio rifugio, pronta a proseguire la lettura del mio amato libro.

Giunsi lì e con piacere constatai che il luogo era deserto come il giorno precedente, inoltre il sole pallido di settembre non aveva abbandonato la Scozia, regalandomi quel piacevole torpore che mi ricordava la vecchia coperta di pyle che avevo a casa.

Mi accomodai nella stessa posizione che avevo assunto il giorno prima e, finalmente, potei dedicarmi alla mia amata lettura, dimenticandomi per un po' di tutto e tutti.

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- Shiv! - sentii sbraitare da una voce affannata.

- Come mi hai chiamata? - domandai perplessa, voltandomi per incontrare i grandi occhi blu di Luke.

- Shiv. - ripeté lui, prendendo fiato dopo la corsa fatta per raggiungermi. - Perché? -

- Perché è orrendo. - ridacchiai io, corrugando le sopracciglia e riprendendo a camminare lentamente verso l'aula in cui si sarebbe tenuta la mia lezione successiva.

- E come dovrei chiamarti? - Mi rivolse un'espressione ingenua, che lo fece sembrare più giovane ed innocente.

- Con il mio nome?! - risposi, in tono sarcastico.

Lui scosse la testa. - Troppo lungo. -

- Sei lettere sono proprio tante da pronunciare, hai ragione. - lo presi in giro.

Shiver || Michael CliffordWhere stories live. Discover now