«Critica dell'arte romantica con la professoressa Duncan, poi due ore di restauro con il professor Abel.» mi informò, studiandosi in modo quasi maniacale le unghie laccate di rosa acceso.

«Io dopo ho un'ora buca.»

«Quanto ti invidio!» esclamò lei, mentre ci incamminavamo fianco a fianco in corridoio. «Le lezioni di restauro sono a dir poco soporifere.»

«A pranzo sei libera?» domandai speranzosa, ignorando il suo commento. Non mi andava di mangiare da sola il mio primo giorno.

Jenna controllò il suo orario.«Mmh, si, ci incontriamo al campo da football e andiamo a mensa insieme?»

«Certo.» le rivolsi il sorriso più sentito che le avessi fatto fino a quel momento.

«Perfetto!» ricambiò il sorriso. «Ora mi tocca correre, o rischio di passare la mattinata seduta per terra, e questa gonna costa 150€.» mi informò, indicando l'indumento di jeans e accelerando il passo, finché non sparì definitivamente dalla mia vista.

Scossi la testa ridendo tra me e me, mi infilai le mie amate Wesc e, con la cartina del campus spalmata sulla faccia, mi misi alla ricerca dell'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione del professor Monroe.

Con non pochi intoppi, finalmente, giunsi davanti all'aula 1M, in cui, ovviamente, c'era già una calca mostruosa.

Per puro miracolo, riuscii a trovare un posto accanto ad una ragazza con dei riccissimi capelli neri e degli spessi occhiali da vista, che per tutta la lezione non fece altro che masticare rumorosamente il suo chewing-gum e scarabocchiare disegni senza il minimo senso sul retro del suo bloc notes.

Non appena mi fui seduta ed ebbi sistemato le mie cose sullo stretto banco di fronte a me, il mio sguardo venne catturato da un'insolita chiazza blu all'altro lato dell'aula, qualche fila più in su rispetto alla mia. Osservai con più attenzione e mi resi conto che quella che a me sembrava solo una chiazza erano in realtà i capelli di un ambiguo ragazzo con la pelle addirittura più pallida della mia e che, con mio stupore, stava già guardando nella mia direzione.

 Osservai con più attenzione e mi resi conto che quella che a me sembrava solo una chiazza erano in realtà i capelli di un ambiguo ragazzo con la pelle addirittura più pallida della mia e che, con mio stupore, stava già guardando nella mia direzione

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Distolsi immediatamente lo sguardo e tirai verso il basso le maniche della mia felpa: un gesto che facevo sempre quando mi sentivo in soggezione o ero nervosa.

Subito prima che mi voltassi nuovamente per controllare se lo strano ragazzo dai capelli blu mi stesse ancora osservando, un uomo sulla trentina, con un elegante abito marrone e una piccola valigetta al seguito, fece il suo ingresso in aula, scrutando brevemente la sua nuova classe.

«Buongiorno a tutti.» sentenziò, poggiando la valigetta sulla cattedra e rivolgendoci un caldo sorriso. «Io sono il professor Andrew Monroe e per questo semestre vi insegnerò storia moderna. Siete davvero moltissimi, ma sono sicuro che ce la caveremo piuttosto bene.» concluse, rivolgendoci un nuovo sorriso.

» concluse, rivolgendoci un nuovo sorriso

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Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora