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Detroit. Mi è sempre piaciuta come città, ho sempre voluto visitarla, ma una cosa è certa: non in condizioni del genere.

Mi sto allontanando sempre di più dalla mia casa e sto perdendo ogni speranza per ritornare. E poi, le cose con Asher diventano sempre più complicate.

Non so più cosa sto facendo, ne cosa sto provando. So solo che tutto questo mi fa venire voglia di farla finita, chiudere gli occhi e riaprirli solo quando sarò sicura di cosa sto passando.

Voglio delle spiegazioni, però cerco risposte che dubito potrò mai avere.

La scorsa sera abbiamo scoperto che Harry è a Detroit per una verifica del passaporto e ci stiamo preparando per andare via.

Sto ancora pensando all'accaduto di ieri e non so se voglio parlarne con Asher.

Tutto questo è sbagliato e lo penso perché non potrò mai avere una relazione con lui.

Non so neanche cosa voglio, o tantomeno cosa vuole lui, perché sono sicura che mi farebbe soffrire inutilmente, ancora.

Qualcuno bussa alla porta, ma non ho voglia di parlare.

"Dover? Ho scordato la chiave, sei lì dentro?" urla Asher.

Di mattina è uscito per prendere i biglietti poiché su Internet non si potevano acquistare.

Mugolo. "Apri!" mi intima.

Chiudo la valigia e vado alla porta d'ingresso. Quando apro, ho la visuale di un Asher allegro.

"Allora," inizia sorpassandomi, "ho preso i biglietti per Detroit."

Cameron mi ha spiegato che un certo Luke ci avrebbe aiutato.

"Stai bene?"

"Si." Faccio un sorriso forzato.

"Menti, ma ti crederò. Senti, se è per quella cosa successa ieri mi dispiace, non dovevo", mormora davvero dispiaciuto.

Mi imbarazza parlarne ma prima o poi dovremmo discutere di... tutto.

"Sto bene, non fa niente", replico.
"Va bene, partiamo domani pomeriggio. Stasera andiamo ad una festa, penso che tutti e due ne abbiamo bisogno", comunica.

"No, non voglio andarci", rifiuto.

"Invece si, tu verrai."

È inutile continuare la discussione, tanto vincerebbe lo stesso lui.

Mentre parla di quanto sarà divertente andare a questa festa, ricevo un messaggio e mi distraggo leggendolo.

I vostri giochetti insulsi in un certo senso mi piacciono. Detesto, però, avere dei paparazzi. Mi sento un po' privato della mia privacy. Dovresti dire a mio figlio che trovo carino il suo modo di volermi bene, non vuole che me ne vada via. Guarda un po' che buffo, pensavo mi odiasse.

Asher smette di parlare vedendomi assente.

"Perché guardi così il cellulare?" chiede conducendosi al letto.

"Niente", lo assicuro mettendo il telefono in tasca.

Assottiglia gli occhi. "Menti di nuovo."

Con uno scatto mi prende il telefono dalla tasca e sblocca la schermata principale.

Mi tiene ferma nel frattempo che scorre con gli occhi il messaggio di suo padre. Appena finisce butta il cellulare a terra.

"Queste cose me le dovresti dire."

"Non sono tenuta a dirti tutto", ribatto.

"Si se si parla di lui. Non puoi farlo, è come... non lo so. Un intralcio, capisci?"

Mr. Bad BoyOnde histórias criam vida. Descubra agora