20

8.9K 310 31
                                    

Asher

"Ho paura." La voce spezzata, fragile.
"Dammi la mano," le dico tendendo il braccio verso di lei, a cui si aggrappa.
"Ti senti meglio?" La stringo a me. Annuisce. La faccio salire su per le scale, richiudendo la porta bianca appena entra dentro la sua stanza. È grande, ma non deve sentire tutto questo. Sono io che devo fare l'uomo. Scendo le scalinate per interrompere quell'assurda discussione.

"Tutti e due! siete ridicoli", li sgrido e loro girandosi di colpo per la mia entrata in scena, riversano la propria rabbia su di me.

"Tu!" mi urla contro l'uomo grande e grosso, possente, e che mi fa paura. Ma lo fronteggio. Per lei.

"Io? state mandando avanti questa sceneggiata davanti a lei! ve ne rendete conto?" Rivolgo lo sguardo sulla donna magra, esile.

"Stanne fuori, hai solo 14 anni!" Mi spinge sul mobile della cucina e mi provoca un forte dolore alla schiena.

"Come osi?! Non toccare più mio figlio!" Mia madre si avvicina accertandosi che io stia bene.

"Fuori da questa casa!" urla contro l'uomo. Lui esce via sbattendo la porta con forza. Mi alzo lasciando sola mia madre, lì.

Mi dispiace che sia finita qui, che le non sia felice. Ma non è colpa mia se ha sposato l'uomo sbagliato. Credo, però, che cose del genere non si possano prevedere. Vado nella stanza di Camilla. A me non importa di stare bene.

"Camilla?" Entro ma non la vedo, la finestra è chiusa, ciò vuol dire che non dev'essere scappata da lì. Conoscendola, è capace di qualsiasi cosa.

Mi aggiro nella sua camera, ma non c'è traccia di lei, però qualcosa catturata la mia attenzione.

Delle gocce cadono sopra la mia testa e provengono dal soffitto. Alzo lo sguardo e vedo una strana creatura.

Ha gli occhi rosso fuoco, il corpo nero che non dà niente di concreto. Mi fissa attentamente. Faccio un passo indietro, spaventato. Il mostro mi salta addosso.

Caccio un urlo. "Ah!"

Sono madido di sudore, le lenzuola sono tutte stropicciate dalla troppa agitazione e le coperte sono a terra dai probabili calci.

Mi alzo passandomi una mano fra i capelli sudati. Mi guardo allo specchio per vedere se sto effettivamente bene.

A quanto pare era solo un incubo. Mi avvicino al comodino per vedere che ore sono: le tre di notte.

Prendo dall'armadio una felpa rossa pesante e una giacca di pelle nera, un paio di pantaloni jeans. Esco di casa e mi soffermo a guardare quella di Ashley.

Noto la luce della piccola lampada attraverso le tende e la sua ombra in cui lei si prende la testa tra le mani.

Un'altra figura fa la sua entrata in quello che sembra un piccolo teatrino e l'abbraccia. Una figura maschile, alta, probabilmente il fratello.

Schiudo le labbra. Pare davvero uno spettacolo delle ombre: eleganti, belle.

Quando il fratello lascia la stanza decido di uscire di casa. Odio il fatto che per calmarmi debba andare per forza da Ashley, ma è più forte di me.

È cambiato tutto da quando è tornata e negarlo non porterebbe a niente.

Lancio dei piccoli sassolini contro la sua finestra, cercando di non attirare l'attenzione della madre o del fratello.

Da quello che ho letto, questa scena dovrebbe risultare romantica. In tutta verità non trovo niente di romantico nel tirare sassi per rompere la finestra di qualcuno.

Mr. Bad BoyDär berättelser lever. Upptäck nu