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Qualcosa di molliccio e appiccicoso arriva al mio orecchio, allora mi tiro a sedere con tale velocità da farmi male al collo.

Asher stava sbavando nel mio orecchio.

Faccio una smorfia disgustata e con la manica della maglia mi asciugo. Scivolo con lentezza sotto le coperte per poi rotolare giù dal letto, prendendo una bella botta al sedere.

Sporgo la testa sul materasso per vedere se sta ancora dormendo e per fortuna non si è accorto di niente: dorme beato mentre sbava sul mio cuscino.

Che schifo.

Prendo il mio telefono e gli auricolari ed esco dalla stanza. Percorro il corridoio elegante, incrociando ogni tanto dei turisti e proprio uno decide di fermarmi.

È un anziano con una mappa in mano, il cappellino rosso girato al contrario e degli occhiali rotondi a coprirgli metà viso.

È perfino più basso di me!

"Entschuldigung, können Sie mir sagen, wie man zum Bar Cafè kommt?"

Cosa diamine ha detto? Lo guardo confusa, poi lentamente lo sorpasso e cammino all'indietro, dicendogli:

"No hablo español!"

Prendo l'ascensore e dopo, al piano terra, vado nel retro dell'hotel. Quel vecchietto cosa fa sveglio alle tre di notte?

Scuoto la testa e scivolo a terra, poggio la testa al muro dell'enorme edificio, compongo il numero e chiamo inserendo il cavo nel telefono, mettendomi le cuffiette nelle orecchie.

Dopo qualche squillo risponde.

"Ashley?" sbadiglia.

"Tu sapevi tutto quello che sarebbe successo, fin dall'inizio", dico subito.

È così, e anche Jack lo sapeva. Nessuno dei due mi ha chiamato e ognuno si è comportato come la normalità.

Mi domando se siano abituati a vedere Asher sparire per settimane.

"Ma di che stai parlando?" chiede con voce impastata.

"Sto parlando del fatto che tu potevi aiutarlo, ma non l'hai fatto", lo incolpo.

So che fra amici ci sia aiuta, quindi perché non ha fatto qualcosa? Perché non è voluto intervenire?

"Asher è complicato, solo lui può decidere ciò che è meglio per sé o ciò che pensa sia meglio per sé. Se ti ha voluto con te, ci sarà un motivo, e a me non me l'ha detto.

Lui crede di riuscire a saper fare ogni cosa senza l'aiuto di nessuno, e ci ho creduto. Non l'ho voluto aiutare perché lui me lo impediva a tutti i costi.

Secondo te non ci ho provato? Mi ha sempre detto che sono affari suoi e che se me ne ha parlato è stato perché voleva farlo, non perché si sentiva in pericolo.

È la sua vita, ma a quanto pare ha deciso che ne potevi far parte anche tu. Asher non prende mai decisioni a caso, c'è sempre un motivo dietro. Sei stata solo fortunata."

"Non ha senso", commento e mi guardo attorno.

Non capisco cosa c'entri io con lui, con la sua vita. Io ero solo un capitolo passato della sua vecchia infanzia.

"Ha più senso di quanto tu possa credere. Ma perché mi chiami a quest'ora?" sbadiglia.

"Non ho sonno e poi avevo bisogno di parlare con qualcuno che non si mettesse ad urlare per la mia sparizione compiuta all'improvviso", gli spiego.

"Capisco," sbadiglia ancora, "stai bene almeno?"

"Si, tutto apposto. L'unica cosa che non va bene è che non tornerò per tanto tempo!" per poco non mi metto a urlare le ultime parole.

Mr. Bad BoyWhere stories live. Discover now