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È pomeriggio e sto sonnecchiando tranquilla sul divano, a guardare un documentario sulle lontre marine.

Appena sono tornata a casa ho lasciato il sacchetto con il vestito nuovo all'ingresso, mi sono trascinata su per le scale e ho indossato una comoda tuta e la felpa di Teen Wolf.

Poi sono tornata di sotto, ho dato da mangiare a Cricket -aspettando che finisse- l'ho preso in braccio e mi sono buttata sul divano insieme a lui.

Ora sto accarezzando il suo folto pelo. È talmente morbido! Porto una mano davanti ai suoi piccoli occhi smeraldo quando una lontra viene mangiata da un predatore più grande.

"Non guardare, potresti rimanere traumatizzato."

Sono sola in casa. Mia madre è con Logan a firmare il permesso dell'ammissione per la scuola, così ho del tempo per riposarmi.

Proprio quando sto per chiudere occhio dopo la giornata stancante avuta, odo delle urla provenire da fuori casa.

"Non ditemi che ho un vicino pazzo..." brontolo.

Mi alzo svogliatamente e apro la porta d'ingresso. Non vedo e non sento niente e nessuno.

Sto per richiudere la porta, ma un grido non me lo permette. Sono troppo curiosa per non andare a vedere cosa sta succedendo.

Torno in casa per prendere le ciabatte, poiché sono a piedi nudi. Allora vado nella casa di fronte.

È uguale alle altre, l'unica differenza che la caratterizza è che ha una moto parcheggiata nel piccolo giardinetto. Inizio a bussare insistentemente.

"Può aprire questa porta, signore? È tutto okay?" urlo continuando a battere il pugno sulla superficie in legno.

Aspetto ancora un po' prima di riprendere a parlare.

"Sta bene? Devo chiamare qualcuno? Sa, ha interrotto il programma delle lontre marine!"

Bene, ho un vicino che urla parole a caso. Sto per andarmene, ma la porta si spalanca con violenza.

Resto un po' interdetta alla vista di Cole. Lui abita qui?

"Cosa fai tu qua?" chiedo infatti.

Cole mi squadra da capo a piedi, soffermandosi specialmente sulle mie ciabatte estive.

Senza dire una parola mi sorpassa, entra nella sua macchina e parte sgommando.

Resto immobile a fissare la porta aperta che non fa intravedere niente.

È tutto buio e devo allungare leggermente il collo per sperare di capirci qualcosa. Ma nulla, non riesco proprio a vedere.

Qualcuno mi fa sobbalzare all'indietro.

"Porca miseria!" Mi porto una mano al cuore e cerco invano di rallentare il suo battito.

Asher si appoggia allo stipite della porta. Capelli scompigliati, viso assonnato, maglietta nera e pantaloncini del medesimo colore.

Sto a guardarlo per troppo tempo, non solo perché la sua maglietta risulta più attillata del dovuto ma soprattutto perché mi sento pietrificata dal momento che lui mi fissa con i suoi occhi gelidi.

Un sorriso malizioso invade il suo volto. "La mia casa è aperta alle donne."

Dopo mi ispeziona meglio. "Anche quelle in pigiama."

"Non è un pigiama, idiota", sbuffo.

"Non penso tu sia nelle condizioni di ribattere", sghignazza tenendo sul viso il sorriso strafottente di prima.

Mr. Bad BoyWhere stories live. Discover now