50. PORTAMI VIA

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"Quindi non hai proprio idea di dove ti porterà?" scuoto la testa poi mi ricordo che Veronica non ha il dono di vedere cosa sto facendo senza vedermi in faccia dato che stiamo parlando al telefono e quindi le rispondo a voce e non solo facendo un cenno "No, zero...le ho pensate tutte ma non so proprio cosa lui abbia in mente quindi...oltretutto partiremo da Crotone che non ha certo la quantità di voli di Fiumicino, quindi...non lo so proprio"
"E se ti portasse in Egitto?" sgrano gli occhi e scuoto la testa per l'ennesima volta "Solo per tre giorni? Ma no Vero, non credo...e poi mica partono voli ogni ora per l'Egitto, soprattutto da Crotone..."
"Magari ha affittato un aereo privato, di quelli piccolini..." mi blocco in mezzo alla strada e mi metto a battere furiosamente il piede a terra "No..cioè potrebbe essere ma non sarebbe così folle no? Insomma in questi tre giorni dovrebbe rilassarsi e non portarmi in Egitto su un aereo privato.."
"Chiara, tesoro mio...ti ha sposata dopo 40 giorni a 2100 metri di quota...credo che questo sarebbe nulla in confronto a quello che ha già fatto...insomma ti ha detto che ci avrebbe portato solo la donna della sua vita e tu lo sei, e non credo che ci porterebbe chiunque lì. Pensaci..." ora che Veronica mi ha messo questo tarlo in testa so che ci penserò fino a quando ci troveremo in aeroporto e finalmente lui mi svelerà la nostra meta. Quando il giorno prima lui mi ha chiamato da Trigoria per dirmi in anteprima della sua mancata convocazione da una parte ovviamente sono stata dispiaciuta per lui...ma come ha detto anche lui il suo momento ha portato inevitabilmente a quella decisione da parte di Di Biagio e Stephan pare averla presa bene. Quel giorno partirà titolare contro il Crotone ed io, come gli avevo promesso sono lì per lui..sono anche riuscita a vederlo per cinque secondi da lontano quando ho portato le nostre due valigie nella sede del ritiro giallorosso. Stephan mi aveva scritto di portarle lì è lasciarle ad uno degli addetti della società...il mio treno, partito dalla Termini all'alba era miracolosamente in orario e così ero anche riuscita a lasciare le valigie in hotel e poi a salutarlo mentre lui andava a pranzo. Solo un cenno da lontano e un mio 'ci sono' che aveva scatenato un suo sorriso. Stephan era concentrato ma sereno e questo mi faceva ben sperare per la partita che sarebbe iniziata di lì a un'ora. Adesso quello che mi frullava in testa erano le parole di Veronica. Anche io avevo pensato che la nostra meta sarebbe potuta essere quella ma un volo di tre ore per stare lì poco più di 48 ore sarebbe stato leggermente da folli. Stephan aveva fissata la ripresa degli allenamenti per giovedì mattina, aveva chiesto ed ottenuto da Di Francesco un giorno in più rispetto agli altri...e ora la prospettiva di volare verso il paese che in fondo apparteneva per metà a lui mi stava facendo venire i sudori freddi. Quasi senza accorgermene arrivo davanti allo stadio di Crotone..ormai entrare allo stadio non mi crea più quell'ansia alla bocca dello stomaco, quello che mi agita è sapere che lui partirà dall'inizio. Sento che quella sarà la sua giornata...lo spero con tutto il cuore perché passare lontano da Roma tre giorni con lui che ripensa all'ennesima prestazione negativa non sarebbe proprio il massimo. So che riuscirei a fargli tornare il sorriso ma voglio che lui sorrida perché ha la consapevolezza di aver dato il suo contributo alla squadra. Come gli ho detto ho deciso di andare in curva ospiti...curva strapiena quel giorno. Cerco un posticino laterale e mi siedo cercando di calmarmi. Qualche ragazza accanto a me mi squadra chiedendosi se la moglie di Stephan El Shaarawy possa essere mai seduta in curva ospiti a Crotone....sorrido a chi mi guarda ma non parlo con nessuno e concentro il mio sguardo su Stephan che si sta scaldando..ovviamente, come accade sempre, lui catalizza tutta la mia attenzione. Ormai ho imparato a riconoscere all'istante il suo modo di correre...penso che anche se qualcuno mi parlasse in quel momento non risponderei, troppo presa a guardare lui. Non è solo il fatto che l'ho promesso a lui, è che proprio non riesco a fare a meno di seguire ogni suo movimento..i pantaloncini bianchi disegnano il suo fondoschiena e anche la felpa non è che riesca a celare molto ogni curva del suo petto. Quando Stephan, prima di rientrare negli spogliatoi, guarda verso il punto dove sono seduta io gli sorrido debolmente e lui mi manda un bacio. Siamo lontani, non so come lui riesca a vedere me fra tutta la marea di gente che mi sta attorno ma in qualche modo ce la fa...la mia promessa di essergli sempre vicina e la sua promessa di guardarmi sempre e comunque è qualcosa che prendiamo tremendamente sul serio tutti e due.
Nonostante mi sembri tranquillo, quando la partita inizia lui si innervosisce...so che in parte è per l'aspettativa che sente addosso, anche l'allenatore della Roma ha detto che spera che quella sia la sua partita. La squadra giallorossa attacca dalla parte opposta a dove sono seduta e quindi passo tutto il tempo in piedi cercando di allungare il collo per vedere le azioni. A volte posso solo intuire i suoi movimenti ma so per certo che lui è come bloccato...cavolo, vorrei entrare io in campo e aiutarlo in qualche modo...mi viene da piangere perché ho seriamente paura che venga sostituito ad inizio secondo tempo senza avere la possibilità di buttare fuori tutto quello che ha dentro. Tutta la rabbia e la determinazione, tutta la frustrazione e la voglia di fare...perché so che lui ha una voglia assurda di spaccare il mondo ma è come se a volte le gambe non lo assistessero. Manca sempre il guizzo finale...rigiro nervosa la fede attorno al dito...mi siedo sicura che ormai il filo conduttore di quella partita sarà sempre lo stesso...poi al 40esimo minuto mi rialzo stritolandomi le mani fino a farmi male. Vedo Lorenzo prendere palla e passarla a Kolarov...Stephan in quel momento è a centro area, per la prima volta dall'inizio della gara..prego che il centrocampista giallorosso faccia partire un cross e per fortuna pare che le mie preghiere vengano ascoltate. Il cross sembra arrivare a Stephan con una precisione assurda e lui la cattiveria che fino ad ora aveva tenuto dentro di sé la riversa in quel contatto con il pallone. Vedo solo che la palla finisce in rete...poi piango così tanto che non mi accorgo neanche se lui esulta o meno. Quando riesco a guardare verso il campo senza vedere davanti ai miei occhi solo le mie lacrime i giocatori stanno già tornando verso il centro del terreno di gioco. Spero che lui in quegli attimi non abbia guardato verso di me facendo un cenno perché in quel caso mi avrebbe vista seduta sul seggiolino a piangere. Per fortuna quando Stephan mi fissa io riesco a sorridergli...lui mi indica e fa la C con le dita prima di baciare il punto dove di solito porta la fede. Io bacio lo stesso punto e poi gli mando un bacio sulla punta delle dita prima di tornare a sedermi. Ormai le persone accanto a me hanno capito benissimo chi io sia, ma forse per la faccia stravolta che ho non mi chiedono nulla. Stephan è la prima persona nella mia vita che mi riempie così tanto da provare sulla mia pelle tutte le emozioni che lui stesso prova. È assurda la connessione che esiste fra di noi...nell'intervallo rivedo sul telefonino mille volte quei pochissimi secondi che lo hanno sbloccato dopo due mesi...e dopo due mesi lui mi ha dedicato ancora una volta un suo gol. Totalmente diverso da quello di Milano...emozioni diverse, momenti diversi...forse questo lo vivo ancora di più perché in quei due mesi, da metà gennaio ad adesso ne abbiamo passate tante ed ho vissuto anche io tutti gli attimi che hanno portato a quel gol. Una rete non importante, ancora qualcosa di più...è fondamentale per lui...e anche per me devo dirlo. Mi sento più leggera, anche se mancano ancora 45 minuti alla fine della partita. Nella ripresa, riesco a vedere meglio le azioni della Roma ma alla fine passo tutto il tempo a guardare lui, sia che giochi in attacco sia che vada in ripiegamento difensivo. Per fortuna la squadra giallorossa raddoppia con Radja e mette quasi in cassaforte il risultato. Stephan entra ed esce dal gioco, ma lo vedo più concentrato e questo si ripercuote sul suo rendimento. Esce dal campo quando mancano pochi minuti ed io tiro il fiato. Ho le mani che tremano e non vedo letteralmente l'ora di abbracciarlo. So che lui non sarà pienamente soddisfatto di sé e di come ha giocato ma credo che pian piano la miglior forma e la miglior concentrazione torneranno...quei giorni di stop credo che gli serviranno anche se dato che lo conosco lui tornerebbe a giocare una partita anche il giorno successivo. Quando l'arbitro fischia la fine sorrido esultando assieme agli altri...nonostante sia solo la seconda volta che siedo in un settore ospiti amo letteralmente l'atmosfera che si respira lì. Peccato che mentre gli altri pensano a continuare a cantare io canticchio a bassa voce perché la mia principale occupazione è guardare lui. Infagottato in quel giubbotto che so che odia e che butterebbe molto volentieri a terra mi fa una tenerezza allucinante. Seguo il momento delle interviste e vedo con orrore che ad un certo punto indica brevemente il settore ospiti. Adesso il mio obiettivo in attesa che lui esca dagli spogliatoi sarà reperire quell'intervista e sapere che cavolo ha detto...mi stacco dal mio posto solo quando lui entra nel tunnel. Solo allora butto fuori tutto il fiato accumulato..adesso posso finalmente iniziare a pensare a quei tre giorni assieme a lui. Supero gli steward che bloccano i tifosi giallorossi e seguo le indicazioni per la zona spogliatoi. Ormai per gli addetti ai lavori sono un volto abbastanza conosciuto e quindi tutti sanno che ho il mio angoletto preferito in fondo al corridoio dove i giocatori rilasceranno le interviste. Come al solito Stephan è uno degli ultimi ad uscire...gli altri mi salutano e anche Di Francesco mi da una pacca sulla spalla. Mi da appuntamento alla prossima partita, fra due settimane a Bologna e poi si raccomanda con me che Stephan si riposi. La maggior parte della squadra tornerà a Roma per poi prendere varie destinazioni..chi andrà in ritiro con la nazionale e chi invece usufruirà di quei pochi giorni di stacco. Io non sono ancora riuscita a vedere l'intervista post partita e la cosa mi fa alquanto incazzare. Alla fine dato che lui ancora non si vede fermo uno dei ragazzi che segue la Roma e fa le interviste per RomaTv. Lui, gentilissimo, mi ritrova l'intervista e mi allunga il suo tablet con le cuffie. Come al solito Stephan è nervosissimo, sembra che sia assolutamente incapace di guardare verso la camera. Fissa per terra, di lato, dietro, dovunque ma non davanti. Ovviamente dice di essere felice per il gol e alla classica domanda sulla dedica dice che lo dedica a me, e in quel momento fra un cenno con il dito verso la curva ospiti, oltre a dire che presto potremmo svelare una sorpresa...so che si riferisce al bambino, notizia che per ora abbiamo tenuto per noi, e lui ha una faccia tenerissima mentre lo dice. In quel momento credo che il mio amore per lui raggiunga vette ancora maggiori anche se mi piglia ancora male quando lui mi dedica un gol. Proprio quando finisco di vedere l'intervista e passo il tablet a Simone, Stephan gira l'angolo e mi vede. So che vorrebbe venire subito da me ma deve rilasciare ancora le dichiarazioni di rito e non è la sua parte preferita di una giornata allo stadio. Rido assieme a Stephan quando i suoi compagni scherzano con lui e poi vengono verso di me e mi salutano. Alla fine della lunga sequela di interviste lui finalmente tira il fiato e mi sorride. Indossa la divisa bianca della Roma e devo dire che sono piuttosto orgogliosa di mio marito...no, credo di essere orgogliosa da morire. Sono orgogliosa del ragazzo che è, del giocatore che è ma soprattutto del marito che è. Arriva davanti a me con un bel sorriso stampato in volto ed io non posso far altro che mettermi sulle punte e baciarlo lievemente sulle labbra "Bravo amore mio"
"Grazie...non ho fatto chissà cosa ma..." lo guardo male e lui si mette a ridere abbracciandomi "Sapevo che ti saresti arrabbiata..hai per caso visto l'intervista a bordo campo?" annuisco e lui diventa rosso "Non sapevo se ti andava che dicessi della gravidanza e così...boh...insomma a me andava di dirlo ma poi ho capito che è molto meglio se diamo la notizia assieme"
"Sarebbe andato bene comunque ma mi piacerebbe molto dare la notizia assieme a te...ora devi fare qualcos'altro oppure possiamo andare?" lui mi fa cenno di aspettare un attimo. Va a salutare gli ultimi suoi compagni e poi torna da me "Ora sono ufficialmente libero fino a giovedì alle 11" non so assolutamente che cosa lui mi abbia riservato per queste giornate e per una che di solito ha bisogno di una rigida tabella di marcia da rispettare diciamo che la sensazione di vuoto assoluto non è il massimo. Ma basta che lui mi stringa la mano nella sua e la paura passa "Poi quando sono in macchina ti saluto bene..so che ti imbarazzi" raramente abbiamo manifestazioni plateali di affetto in pubblico e so che sono soprattutto io quella che si fa problemi quindi per una volta sono io a fermarmi e a prendergli il viso fra le mani per baciarlo. Come al solito gli applausi dei suoi compagni che ci vedono mi fanno capire che quella squadra non ha tutte le rotelle a posto ma il bello credo sia anche questo. Mentre lui fa un gesto verso i suoi compagni io mi nascondo letteralmente fra le sue braccia ridendo. Stephan mi apre la portiera posteriore di un auto nera e poi mi aiuta a salire. Quando mi raggiunge l'auto si muove. Saluto brevemente il ragazzo alla guida e poi guardo verso mio marito che ha un'espressione notevolmente più felice e rilassata rispetto a quando l'ho salutato a casa nostra sabato mattina "Come stai?"
"Bene...meglio...ora voglio solo vedere la tua faccia quando vedrai dove stiamo andando"
"All'aeroporto di Crotone immagino" cerco di buttarla sul ridere ma la cosa mi riesce male perché Stephan mi prende la mano ghiacciata e se la porta alle labbra per soffiarci sopra "Se ti senti più tranquilla ti posso anche dire dove andiamo"
"No, voglio la sorpresa, solo che so che sarà una grossa sorpresa..e quindi..amo le sorprese ma mi fanno anche enormemente paura"
"Venti minuti e ci siamo...in perfetto orario, la partenza è programmata per le sette" guardo l'orologio e vedo che sono già le sei passate da qualche minuto "Grazie per la dedica"
"Te l'avevo detto...e poi ogni mio gol adesso sarà per te" gli prendo la mano e faccio scorre il pollice sul dorso poi fisso il ragazzo che sta guidando "Non devi per forza dedicarmi tutti i gol Stephan...insomma.." alzo le spalle e poi sposto lo sguardo fuori dal finestrino...il paesaggio di Crotone al tramonto, il paesaggio che scorre veloce fuori dai vetri mi infonde calma mentre la prospettiva di partire verso l'ignoto mi mette ansia...a volte sono letteralmente sopraffatta da tutte le emozioni che provo perché fino a quando ho conosciuto Stephan le uniche cose che provavo erano dolore, tristezza, senso di colpa e schifo verso me stessa...ora sento così tante cose diverse che a volte non riesco a capirle neanche io "Hey mi guardi?" mi rigiro poggiando la schiena al sedile di pelle nera. Lui si mette di modo da schermarmi al vista del ragazzo sul sedile anteriore anche se lui sta guidando e non si cura particolarmente di noi due "Dimmi" giocherello con la cerniera della sua felpa bianca "Ti amo e ho sempre desiderato di trovare una ragazza alla quale dedicare i gol...se poi questa ragazza guarda anche le partite dalla curva ospiti e piange ai miei gol...bhe, non posso che essere sempre più convinto della scelta che ho fatto..."
"Mi hai vista piangere"
"Era praticamente impossibile non vedere le tue lacrime...e poi me lo avevi detto, che se avessi segnato avresti pianto...solo che non voglio che tu pianga per me lo sai" mi fa scorrere la mano sulla guancia ed io muovo il viso per seguire il suo movimento "Erano lacrime di gioia...quindi sono ammesse credo..."
"Non ho giocato comunque la mia gara migliore"
"Hai segnato e questo conta..ora pensiamo a questa mini vacanza" lui sorride e posso vedere gli ingranaggi del suo cervello muoversi frenetici...ho quasi paura a pensare a tutte le cose che possa aver preparato "Posso baciarti o dobbiamo aspettare di essere da soli?"
"Puoi baciarmi..." rido alla sua richiesta e poi mi lascio travolgere da un suo bacio, uno di quelli dove sento quanta strada abbiamo fatto ma soprattutto quanto abbiamo investito entrambi in quella storia. Quando ci stacchiamo lui mi posa la testa sulla spalla mentre io continuo a giocare con quella benedetta cerniera della sua felpa "Dopo me la togli anche" scoppio a ridere e gli tiro una sberla proprio quando svoltiamo nella via dell'aeroporto. Notevolmente più piccolo di quello di Roma mi dà meno problemi a livello di ansia, dato che seppur adesso mi muova abbastanza agevolmente nei luoghi affollati, questi mi danno sempre qualche problema. Stephan scende e poi mi dà la mano per seguirlo. Scarica le nostre due piccole valigie e poi saluta il ragazzo che ci ha accompagnato. La sua divisa bianca della Roma spicca in modo assurdo in mezzo all'aeroporto...ho l'impressione che tutti quelli che stanno per entrare nell'edificio si fermino a guardarlo "Ecco il pullman della squadra" proprio davanti a noi il pullman sta ripartendo in quel momento. Vedo che all'interno dell'aeroporto gli altri stanno ultimando i controlli per prendere l'aereo che li riporterà nella capitale...Stephan mi prende per mano e mi porta davanti al tabellone delle partenze...ok è il momento della verità "Allora piccola dove andiamo?" mi mette le mani sui fianchi e indica il tabellone "Oddio non lo so..." vedo che fra dieci minuti c'è il volo per Roma, poi ci sono altre destinazioni fra cui Londra e Milano...escludo l'ultima città, piuttosto vado in Alaska...non vedo destinazioni esotiche e ci rimango male anche se pure Londra mi andrebbe bene sia chiaro. Dato che l'aeroporto è piccolo non c'è il grande affollamento di Fiumicino e ovviamente anche i voli sono molti meno "Dove ti piacerebbe andare?"
"Dovunque..." non posso né voglio certo dirgli che ormai quello che mi ha detto Veronica ore fa ha attecchito dentro di me fino a farmi desiderare da morire di andare in Egitto..mica posso dirgli che qualsiasi destinazione andrebbe bene ma quella sarebbe assolutamente perfetta "Dimmi una città...o un paese" rifuggo al suo sguardo e mi mordo il labbro inferiore "Va bene qualunque cosa"
"A Londra fa freddo in costume Chiara" effettivamente mi ero completamente dimenticata del fatto che mi ha fatto mettere in valigia solo cose leggere "Nessuna di quelle mete è quella giusta...vieni con me" sorrido quando lui intreccia la sua mano alla mia e poi mi trascina verso il vetro...posso vedere gli aerei fermi sulla pista. Visti da lì sono enormi e parecchio inquietanti devo ammetterlo ma al momento riesco solo a pensare a quello che lui mi ha appena detto, cioè che nessuna delle mete sul tabellone è quella giusta "Vedi quell'aereo più piccolino?" annuisco mentre le parole di Veronica mi rimbombano in testa "Un aereo privato"
"Esatto piccola mia...un aereo privato solo per noi due...ovviamente mangeremo ed io mi toglierò finalmente questa tuta, tanto abbiamo quattro ore di volo"
"Quattro?" mi giro verso di lui e lo guardo ad occhi spalancati "Si, Sharm dista esattamente quattro ore, e quando arriveremo sarà mezzanotte perché c'è anche l'ora di fuso"
"Sharm...io e te a Sharm"
"Ti avevo promesso il mare...e lì obiettivamente c'è il mare amore mio...saremo in un posto che fa parte di me anche se non è proprio la parte di Egitto che ti vorrei far vedere ma con tutto quello che sta succedendo preferisco decisamente portarti in un posto che è sicuro...e poi abbiamo solo tre giorni...il volo di ritorno è per mercoledì alle 17 locali...va bene?"
"Se va bene? Mi stai seriamente chiedendo se va bene?" lui annuisce con l'espressione dubbiosa ed io lo prenderei a sberle in quel momento "A me sarebbe andato bene anche stare a Roma lo sai...ma capisco la tua voglia di andare via qualche giorno e trovo che la scelta di Sharm sia favolosa..."
"Allora andiamo che il nostro aereo ci aspetta" lui fa per trascinarmi via ma io lo fermo "Aspetta...fermo un secondo.." mollo la presa sul trolley e intreccio le braccia al suo collo "Dimmi solo se tipo hai preparato una serie di sorprese che alla fine mi lasceranno in lacrime"
Stephan ride e poi avvicina le labbra al mio orecchio "Mi sa di si..." soffia sulla mia pelle e già quel piccolo gesto mi fa salire i brividi lungo la schiena "Allora portami via" mai nella mia vita mi sono affidata così tanto ad una persona, mai ho permesso ad una persona di avere quel controllo su di me, ma soprattutto mai sono stata più felice e convinta di fare quella scelta. Ho sempre avuto tantissime paure nella mia vita, ma la paura più grande è sempre stata quella di non poter più pieno controllo sulle decisioni da prendere...solo da quando ho Stephan nella mia vita so nel profondo del mio cuore che invece mi serviva proprio un ragazzo che prendesse l'enorme fardello che portavo sulle spalle e mi alleggerisse "Andiamo via" mi bacia sulle labbra prima di correre con la mano intrecciata saldamente alla mia..verso il nostro aereo privato e verso Sharm.

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora