28. TUTTO PER TE

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"Il suo posto è questo..." lo steward mi fa un mezzo inchino ed io lo ringrazio non sapendo assolutamente cos'altro fare. Lo Stadio di San Siro mi sembra ancora più grande e spaventoso dell'Olimpico. Non mi sarei mai aspettata a distanza di un mese esatto dal primo incontro con Stephan di stare a Milano e seguirlo in quella che è la mia prima trasferta. Poco fa lui mi ha scritto un messaggio dicendomi che poi potremo festeggiare il nostro primo mesiversario dato che il giorno prima lui mi ha fatto gli auguri appena alzato ma poi abbiamo discusso. Diciamo che io sono stata cogliona più che altro. Nel momento esatto in cui l'ho riabbracciato nell'albergo sede del ritiro ho capito che siamo qualcosa di strano noi due. In 30 giorni abbiamo superato tante prove e tanti ostacoli ma nonostante quello, nonostante l'amore che proviamo l'uno per l'altra ogni tanto dobbiamo necessariamente mettere alla prova quel legame. La maggior parte delle volte lo faccio io, ma anche lui ha dei momenti dove vuole testare quanto quella corda che ci lega sia solida...non abbiamo ancora imparato a dosare le parole ed i gesti, non abbiamo ancora capito come far convivere noi due ed il mondo esterno e non so se lo capiremo mai. Il nostro legame è qualcosa che non si spezzerà mai ma a turno dobbiamo per forza vedere se l'altra persona ci perdonerà l'ennesima cazzata. Sono anche consapevole che lui quella volta è stato ad un passo dal mandarmi a quel paese e quando mi ha detto che ho l'ultima possibilità so che è la verità. Fa male pensare che se farò un'altra stronzata lo perderò ma in fondo credo che sia giusto così. Non siamo due ragazzi che si stanno frequentando e basta, siamo sposati e non posso dirgli ogni volta che avrei preferito non averlo mai conosciuto. Devo essere forte, devo imparare ad esserlo perché lui non può sempre esserlo per entrambi..come ha detto lui non è indistruttibile e prima o poi le mie insicurezze lo schiacceranno inevitabilmente. Passeggio nervosamente per la tribuna,  sembra che non riesca a stare ferma per più di venti secondi...quando la squadra giallorossa entra per il riscaldamento focalizzo la mia attenzione solo su Stephan ovviamente. Non guardo mai nessun'altro che non sia lui...non so perché ma ogni gesto, ogni passo, ogni scatto che fa lui è diverso da qualsiasi altro. So che quella partita è importantissima per lui...spero che riesca a fare una bella prestazione e magari a segnare. Ovviamente non per la dedica che lui mi ha detto che sarà per me ma perché innalzerebbe la sua autostima che nonostante i complimenti e gli elogi delle persone attorno a lui non è mai altissima. È come se avesse sempre bisogno di conferme, in quello siamo perfettamente uguali. Lui cerca spesso il mio sguardo, ed io mantengo il contatto visivo sempre, senza mai staccare i miei occhi da lui. Se ha bisogno che io lo guardi sempre, per tutti i 90 minuti o quel che sarà, io farò esattamente quello. Non riesco a stare seduta al mio posto, così cerco un punto dove poter stare in piedi senza disturbare nessuno. Anche se non capisco molto di calcio sto cercando di entrare in quel mondo...l'atmosfera sugli spalti è pazzesca, anche se i tifosi giallorossi sono in netta minoranza si fanno sentire...la partita è tirata, nessuna delle due squadre riesce a affondare il colpo decisivo. Stephan gioca sulla fascia che non predilige particolarmente ma ce la mette tutta..ad ogni suo tocco di palla mi stritolo le mani fra di loro e il cuore minaccia di uscirmi dalla gabbia toracica. Alla mezz'ora Allison rilancia lunghissimo e grazie anche ad un errore di un difensore dell'Inter Stephan riesce a prendere palla e a superare il portiere con un pallonetto. Fino a quando la palla non arriva in fondo alla rete non esulto...anche dopo non riesco a fare molto, a parte mettermi le mani davanti alla bocca..gli occhi mi si riempiono di lacrime e vorrei solo correre in campo da lui, abbracciarlo fino a stritolarlo e dirgli che è stato bravissimo. È la prima volta che lo vedo segnare e non so quale sia l'emozione che predomina..orgoglio, felicità, la consapevolezza che lui vive per momenti del genere..Stephan esulta con i suoi compagni, poi si gira verso il punto dove sa che ci sono io e crea una C con la mano. Poi si bacia il punto dove di solito porta la fede ed infine forma il cuore con le dita. Io non so cosa fare...alla fine sorrido soltanto e mi metto una mano sul cuore, del resto lui occupa un posticino molto speciale dentro quell'organo. Lui l'ha fatto ripartire, lui mi ha insegnato che i sentimenti, che vivere i sentimenti fino in fondo non è una cosa negativa, anzi. Stephan ha il mio cuore, io gli appartengo per intero e quella sera lui mi ha dimostrato ancora una volta quanto il nostro amore sia grande...
La Roma riesce a mantenere il vantaggio anche ad inizio secondo tempo, però purtroppo Stephan finisce a terra almeno tre volte di seguito dopo dei contrasti con i giocatori dell'Inter. Vedo che non sta bene, sembra avere i crampi ed io sono preoccupatissima...si tocca spesso il polpaccio e ho paura che in uno dei numerosi scatti che ha fatto per raggiungere la palla si sia fatto male...vorrei correre in campo e raggiungerlo, correre io al suo posto, fare qualcosa...mi sento impotente e sento montare l'ansia. Inizio ad avere i sudori freddi e la vista mi si appanna per un momento...le lacrime mi scendono lungo le guance senza che me ne accorga quasi...cerco di mettere in pratica le tecniche di respirazione che ho imparato e pian piano la marea si ritira...quando vedo che Stephan zoppica vistosamente e chiede il cambio cerco di attirare la sua attenzione. Lui scuote la testa e poi mima con le labbra una sola parola...spero di aver capito bene, credo abbia detto 'giù' e interpreto quella semplicissima espressione con il fatto che posso scendere negli spogliatoi. Vado verso lo steward che prima mi ha accompagnato al mio posto e dopo numerose discussioni riesco a farmi portare a ridosso della stanza dove Stephan è stato accompagnato quando è uscito dal campo. Nel frattempo la partita è sempre sullo 0-1 ma al momento l'unica cosa che mi interessa è sapere come sta lui...spalanco la porta senza bussare...sia Stephan che il medico mi guardano come se fossi completamente pazza. Senza pensarci vedo da lui, che è sdraiato su un lettino con la gamba alzata "Non dovrebbe eseere nulla di grave, magari qualche giorno di riposo Stephan...ora ti lascio con tua moglie" il dottore si defila ed io lo abbraccio di slancio "Hey, sono completamente sudato Chiara..."
"Non me ne frega nulla...come stai? Zoppicavi prima...riesci a camminare? Ti servono le stampelle? Magari una sedia a rotelle..." so di star delirando praticamente ma non so che fare in quel momento "Ma che sedia a rotelle...manco le stampelle...adesso mi riposo un attimo e poi mi alzo...faccio la doccia e poi andiamo in albergo..." proprio in quel momento sentiamo un boato. Da un televisore vediamo che l'Inter ha pareggiato "Fanculo cazzo..." Stephan si toglie la maglia bianca e la scaglia lontano poi si alza mascherando una smorfia di dolore "Stephan...stai fermo" cerco di farlo sedere di nuovo ma lui è irremovibile "Puoi uscire? Devo prepararmi per le interviste....ci vediamo dopo"
"Ma posso aiutarti...dimmi cosa devo fare" lui sembra camminare normalmente ma so che cerca di non mostrare mai quanto faccia fatica a fare le cose e quanto abbia bisogno degli altri "Ho solo bisogno che tu mi lasci stare...in questi momenti ho bisogno di sbollire la rabbia da solo, non voglio che tu mi rovesci addosso le tue ansie anche...è andato tutto di merda stasera..il gol non è servito ad un cazzo...e questo infortunio non ci voleva...quindi puoi andare via per favore? Non reggo la tua espressione compassionevole adesso" cerco di non mostrare quanto le sue parole mi abbiano fatto male "Ok..ti aspetto fuori magari..."
"Ci vediamo dopo in albergo...anche se credo che non potrò raggiungerti in stanza come avevamo deciso...ti mando un messaggio dopo" annuisco e poi mi avvicino per abbracciarlo almeno ma lui si scansa "Devo fare una doccia..."
"Tenermi lontano in questo momento è tipo la tua punizione per quello che è successo ieri? Perché pensavo l'avessimo superata...insomma credevo che fosse tutto ok"
"Non ti sto punendo Chiara, semplicemente non voglio che tu mi stia attorno adesso....non so cosa dirti, non so cosa fare in questo preciso istante...quindi meglio che tu mi stia lontano..."
"Lo accetto Stephan ma dimmi che fra noi va tutto bene...ho bisogno di sentirtelo dire.." lui annuisce anche se non mi guarda...invece io ho bisogno che lui mi guardi. So che ci sono momenti in cui è giusto che noi due stiamo lontani anche solo per un'ora, è giusto che lui sbollisca la rabbia accumulata ed è giusto che io faccia un passo indietro. Quello che non è giusto è che lui si rintani nel suo mondo, tagliandomi fuori...nonostante lui mi guardi storto mi avvicino e lo abbraccio. Sento quanto lui sia nervoso, non è il solito Stephan, non è lo stesso e devo imparare a conoscere anche quel suo lato ma lui deve capire che non gli volterò le spalle, che per me non cambia nulla, sia che la Roma vinca sia che la sua squadra perda. Lo amo ugualmente, anzi forse lo amo ancora di più "Sono qua per te..."
"Lo so..." finalmente lui mi abbraccia e sospira "Volevo che vincessimo con un mio gol..ci tenevo un sacco..." ha la vocina abbattuta e mi sembra un bimbo piccolo in quel momento "Mi hai dedicato un bellissimo gol e questo mi basta...lo so che volevi che la partita andasse in modo diverso ma tu hai fatto il possibile e lo sai..ora pensa solo a ristabilirti, non hai proprio nulla della quale rimproverarti tu"
"Potevo...fare di più...magari provare a rimanere in campo"
"E stare fuori 6 mesi dopo...no Stephan, hai fatto il massimo, veramente...ora vatti a cambiare...ti aspetto in albergo, vedi se riesci a convincere il mister a fare uno strappo alla regola e a venire nella mia camera più tardi...digli che so fare dei massaggi favolosi e che quindi posso sicuramente giovare alla tua salute" mi sposto ma è lui adesso a non volermi lasciar andare "Dai scemo...fammi andare..." lui sposta le mani dalla mia schiena. Quando mi allontano lui mantiene la testa bassa "Mi fai un sorriso prima che esca però?" lui stiracchia le labbra in una parvenza di sorriso ma io scuoto la testa "Sai fare di meglio..su" gli pizzico i fianchi e lui scoppia a ridere "Ecco...e poi se vieni in stanza stanotte devo ringraziarti per la dedica..." Stephan incrocia le braccia dandomi una visione unica delle sue braccia nude solcate da quel reticolo di muscoli e vene che ogni volta mi perdo a fissare "Allora piuttosto scappo...ora fila che altrimenti fai la doccia con me"
"Ma fino a dieci minuti fa non volevi stare da solo?"
"Poi mi hai abbracciato e...ti ho sentita Chiara..." gli prendo il viso fra le mani e gli lascio un bacio a stampo "Ti amo" indietreggio fino alla porta ma quando faccio per aprirla lui mi raggiunge e posa le mani sul legno dietro di me intrappolandomi "Anche io ti amo" il suo bacio è molto più possessivo del mio, ma a me va più che bene così. Ho bisogno che lui mi marchi quotidianamente come sua, perché ho bisogno di sentirmi sua, ho il desiderio assurdo e destabilizzante che lui mi senta, che riesca a sentire quanto io lo ami "Grazie di esserci...so che non è facile Chiara"
"Anche se non è facile è quello che serve a tutti e due quindi...sono qua...sempre" lui sorride...e quando sorride lui, anche se siamo in uno stanzino a San Siro per me è come se fossimo nel luogo più bello del mondo...

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora