13. VIVERCI

1.1K 34 0
                                    

Sono tentata di fermare il tempo, di fermare quel momento perfetto e di riviverlo all'infinito, quando mi sentirò troppo sola e mi sembrerà di avere il cuore stretto in una morsa d'acciaio..mi apooggio delicatamente al suo petto e lo fisso. Dorme sulla schiena, con la testa leggermente girata e una mano stesa verso la mia parte del letto. Il lenzuolo lo copre dalla vita in giù e mi dà modo di gustarmi la visione unica di lui addormentato e senza barriere...penso che quell'attimo sia ancora più bello di quando facciamo l'amore..dormire con lui mi dà la possibilità di vivere il momento in cui Stephan non ha muri con il mondo esterno. È fragile e senza alcun tipo di protezione...come farò a lasciarlo andare fra qualche ora? So che è la cosa giusta da fare ma sicuramente non è quella che vogliamo noi due. So anche che se non ci dessimo almeno qualche giorno per decomprimere alla fine ci distruggeremmo a vicenda. Il nostro amore è fragile come un bicchiere di vetro che sta sull'orlo di un tavolino..un singolo movimento e potrebbe andare in pezzi...ed io non voglio perderlo. È troppo importante, è troppo fondamentale nella mia vita "Amore mio...dobbiamo alzarci.." glielo sussurro e il suo braccio si stringe istintivamente alla mia vita. Amo avere le sue mani su di me, mi danno la sensazione di appartenere a qualcuno e lui è l'unica persona a cui potrei mai appartenere. Non ho mai dato modo a nessuno altro di mettere il proprio marchio di proprietà su di me e sul mio cuore ma lui ce lo ha messo subito, senza che nessuno dei due se ne sia probabilmente accorto. È bastato guardarci, sfiorarci la pelle per marchiarci a vita "Che ore sono?"
"Le otto...hai detto che dobbiamo partire per le dieci no? Ora che ci prepariamo..."
"Prima ti devo coccolare" sorrido alle sue parole. Da una parte vorrei solo alzarmi da quel letto, vestirmi e partire a razzo da Savona. Almeno metterei distanza fra me e una città dove ho lasciato un pezzo del mio cuore...una parte di me vivrà sempre fra quelle quattro mura, dove ho ammesso di amarlo, dove ho fatto l'amore con lui la prima volta, dove ho fatto pace con il mare e la pioggia, dove ho fatto l'Albero di Natale dopo 12 anni. Dall'altra ci starei a vita lì, lontano da tutto e tutti, rintanata fra le sue braccia, potremmo vivere solo del nostro amore, a me basterebbe in fondo "Sarà difficile staccarci dopo"
"Perché sarebbe facile in qualche modo? Sarà comunque difficilissimo Chiara..tanto vale renderlo leggermente più piacevole..." lui ha ancora gli occhi chiusi e sembra più giovane dei suoi 25 anni. Quando siamo a letto assieme, quando mette da parte tutto quello che è El Shaarawy e mi mostra solo Stephan, diventa ancora più bello. Quello è veramente lui, ed è la parte che amo di più...gli bacio le labbra e chiudo gli occhi. Starei ore a baciarlo, starei ore a respirare il suo respiro e a dargli un pochino del mio "Togli il leggermente allora...rendiamolo piacevole al massimo" tanto vale viverci qualche momento rintanati a letto, prima di scontrarci con la realtà del mondo esterno "Brava amore mio" sorrido e poi caccio un urlo quando lui mi fa mettere sulla schiena e mi copre con il suo corpo. Mi mette la testa nell'incavo del collo e mi sfiora la pelle con le labbra "Ho bisogno di te nella mia vita Chiara"
"Anche io ho bisogno di te..." lo coccolo accarezzandogli il collo con le dita e lui sospira "Adoro quando lo fai"
"Lo so..per questo lo faccio..hai aperto gli occhi amore mio o stai ancora immaginando che accanto a te ci sia una bellissima ragazza mora e con gli occhi scuri?"
"Non dire cazzate scema...immagino solo te io" gli bacio la fronte e poi gli alzo il viso. Stephan, come pensavo, ha ancora gli occhi chiusi. Gli bacio le palpebre e lui scuote la testa "Ti amo"
"Anche io" cerca le mie labbra, io mi faccio trovare senza esitazione, del resto mai ho pouto  resistergli. Mentre ci baciamo apro gli occhi sicura che anche lui lo stia facendo ed infatti trovo i suoi bellissimi occhi verdi inchiodati nei miei "Fai in fretta a tornare Chiara che altrimenti ti vengo a prendere io...non so quanto resisto...so che devo darti tempo ma..."
"Fa male, lo so...fa un male assurdo...ma ce la faremo no?" dobbiamo farcela, perché altrimenti di me non resterà nulla "Ce la faremo" tentiamo di sorriderci anche se io sto piangendo e anche lui ha gli occhi lucidi. Allargo le gambe e senza parlare lo faccio entrare dentro di me. Non sappiamo se andare velocemente o lentamente, se guardarci negli occhi o chiuderli, se piangere o ridere...alla fine facciamo un mix di tutte queste cose.
Ci concediamo fino all'ultimo secondo per stare assieme, e anche quando ci alziamo dal letto continuiamo a baciarci ogni tre secondi mentre giriamo per casa e raccogliamo le ultime cose. Lui mi infila in valigia tre sue magliette e due felpe e me ne fa indossare una per il viaggio...lasciamo l'Albero di Natale montato, e Stephan mi dice che sua madre verrà a mettere a posto. Quando saliamo in macchina lui guida con gli occhiali da sole a schermargli lo sguardo anche se il cielo è nuvoloso. So che è per non mostrarmi i suoi occhi lucidi e anche io decido di inforcare gli occhiali da sole. Facciamo tutto il viaggio tenendoci per mano e ascoltando la musica che esce dagli autoparlanti...non parliamo molto, perché ne uscirebbe solo qualcosa che ci siamo già detti. Odio gli addii, odio gli arrivederci, odio le lontananze, odio le mancanze...odio doverlo lasciar andare anche se è per il nostro bene. Siamo due persone che abbiamo scoperto in pochi giorni di non poter fare a meno l'uno dell'altra ma questo rapporto così viscerale e stretto non è totalmente giusto. Dobbiamo mettere distanza, anche se fa un male cane, anche se quella notte probabilmente non dormirò, anche se mi verrà la voglia assurda di andare a casa sua e di raggiungerlo nel suo letto. Ho imparato a conoscere una persona favolosa, quella che probabilmente resterà con me tutta la vita ma che adesso devo allontanare. Lo amo, forse troppo...perché a volte si ama troppo...si ama non guardando in faccia la realtà e le conseguenze, si ama un'altra persona prima di amare noi stesse...ed io devo amare prima di tutto me stessa, devo mettere un punto definitivo al mio passato. Che non vuol dire dimenticare i miei genitori ovviamente ma vuol dire andare oltre....mentre io in parte sono ancora la bambina di 10 anni che ha fatto quell'incidente con loro, che ha passato mesi in ospedale e che poi ne è uscita senza più sogni né speranze. Stephan me li ha ridati, ma io devo andare a riprendere parte di quella che è Chiara nel posto in cui ho lasciato il 70% di me, il luogo dove sono sepolti i miei. Non ci ho mai messo piede, non ho mai avuto il coraggio e la spinta necessaria per fare quel passo ma ora mi rendo conto che lo devo fare, per me, per Stephan e per loro a cui lui sarebbe piaciuto un sacco "A che pensi?" stiamo entrando a Roma e gli stringo maggiormente la mano "Ai miei genitori e a noi due"
"Ti penti di questi giorni passati con me? Dimmelo Chiara che mica ci rimango male...cioè ci rimango male ma preferisco saperlo"
"Non mi pento di nulla...sono sicura che tu mi abbia cambiata per sempre Stephan...e sono felicissima di essermi abbandonata al sentimento che provo per te"
"Adesso è il tuo che sembra un addio" è vero, suona come un addio anche se io non vorrei mai pronunciare quella parola...solo che in alcuni momenti penso che lui starebbe bene lontano da me, penso che io nella sua vita ho portato solo casini "Starà a noi due non farlo diventare un addio...ti sto dicendo che non rinnego nulla, farei tutto esattamente nello stesso modo...conoscere te è stata la cosa più bella e più giusta della mia vita, perché mi hai dato una spinta per cambiare...non ero una bella persona Stephan, quando mi hai conosciuta. Ero cupa, buia, ero solo una ragazza di 22 anni che non avevo più nulla...e..."
"Non dire cazzate Chiara. Se non fossi stata una bella persona non mi sarei innamorato di te"
"Invece fidati che non ero una bella persona...ero solo buio...e tu sei la luce per me...e forse abbiamo corso troppo è vero, ma se lo abbiamo fatto è perché ci siamo amati subito.." mi fermo un attimo e prendo fiato perché le lacrime mi scendono lungo le guance e la gola mi pizzica "...e ti amo da morire fidati..."
"Anche io" si porta le nostre mani intrecciate alle labbra e mi bacia le nocche poi continua a guidare nel traffico della capitale fino ad arrivare alla strada di casa mia. Il viaggio è stato il classico viaggio lungo mezza Italia, dove rifletti su come sei cambiata, su quello che hai lasciato di te nel luogo da cui sei partita. Tornare a Roma è strano, parecchio e tornare a casa mia lo è ancora di più. Non ci torno da quando sono uscita in maglioncino leggero nell'anniversario della morte dei miei. Sembrano passati secoli, invece sono solo 6 giorni. Ma dal 21 dicembre al 27 dicembre sembra che sia passata una vita intera. Stephan parcheggia quasi davanti al mio portone, poi spegne l'auto e si slaccia la cintura "Vuoi che ti accompagni alla porta?"
"Se lo fai ti trascino a casa mia e ti lego al letto quindi direi di no" lo dico per scherzo ma neanche tanto alla fine, se lui si avvicinasse al mio appartamento lo porterei dentro e non lo farei più uscire "Non è male come prospettiva ma magari aspettiamo" sorrido e poi apro la portiera. Anche lui scende e poi prende il mio trolley ed il borsone più il mio unicorno di peluche "Ce la fai a portare tutto?"
"Si tranquillo....ora non ci salutiamo altrimenti è un disastro" faccio per andarmene ma lui mi blocca per un polso "Chiara...vieni a salutarmi" scuoto la testa ma il mio cuore è corso già indietro, fra le sue braccia e alla fine io lo seguo. Comincio a singhiozzare e lui mi toglie gli occhiali da sole poggiandomeli sulla sommità della testa "No dai sono un disastro"
"Sei bellissima invece..." no, sono brutta, con gli occhi rossi e la faccia allucinata "Stephan non dire cazzate..."
"Sarà perché ti amo che ti vedo sempre bellissima...e sarà sempre così ok? Ti aspetterò ma non ho tantissima pazienza quindi rimetti a posto quello che devi mettere a posto e poi vieni da me...ma porta tipo le tue cose perché stai fissa a casa mia...e porta Sally ovviamente"
"Ma non ti piacciono i cani"
"Ma se la mia fidanzata ha un cane prendo il pacchetto completo...e poi non è che non mi piacciono, diciamo che ci devo prendere confidenza..."
"Mi stai dicendo che tipo devo trasferirmi? Non era così l'accordo Stephan...io avevo le chiavi di casa tua e sarei venuta da te quando mi sarei sentita sola..mica tutte le sere"
"Rinegoziamo l'accordo allora..." scoppio a ridere e gli sposto gli occhiali anche se pure lui protesta "Chiara..." Stephan sbuffa e quando lo fisso negli occhi capisco perché. Ha gli occhi verdi lucidi e cerchiati di rosso "Una convivenza non è una cosa da poco"
"Lo so..ma è la cosa giusta...lo so io e lo sai anche te..ti aspetto, per tutto il tempo che ti serve, ti assicuro che non mi innamorerò di certo di altre ragazze, perché non le guarderò neanche...ma quando tornerai sarà una cosa seria, maledettamente seria..." annuisco e poi lo bacio. Sento il sapore delle mie lacrime mischiate alle sue e quando mi stacco gli devo asciugare le guance e fa un male della miseria vederlo piangere per me "Torno Stephan...te lo prometto" lui fa cenno di si e poi mi ribacia prima di allontanarmi "Vai adesso altrimenti non ce la facciamo" assaggio un'ultima volta le sue labbra prima di fare qualche passo indietro. Metto distanza fra me e lui, non mi volto indietro e non lo faccio finché apro la porta di casa e me la richiudo alle spalle. Solo allora caccio un urlo come se mi stessero strappando l'anima dal petto e mi accascio a terra senza più forze. Fisso l'anello che porto al dito e solo quello mi impedisce di andare in mille pezzi.

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora