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-Maritinoooo.- La ragazza entrò nella lussuosa camera d'hotel buttando la borsa sul divano, dietro di lei un facchino trasportava due pesanti valigie colme di vestiti e sembrò molto sollevato di lasciarle finalmente a terra per poi dileguarsi senza nemmeno aspettare di ricevere una mancia.

Il sorriso di Adriel morì sul colpo: la camera era vuota. Vuota.

Abbassò i suoi nuovi occhiali Bulgari fino alla punta del naso come se vedere senza le tonalità color seppia le avrebbe aiutato a scorgere meglio 1,81 m di uomo in una stanza.

La receptionist, dopo varie discussioni e minacce, le aveva confermato che Dante era in quell'hotel e le aveva anche dato la chiave della stanza ma dove diamine era lui?

Si era fatta un volo dalla Gold Coast fino a Melbourne poi uno da Melbourne fino a Singapore, da Singapore fino ad Atene e finalmente da Atene fino a Zante solo per lui. Per prenderlo e trascinarlo fino a casa, per farsi perdonare in qualche modo da Gloria e il signorino che faceva? Non aveva nemmeno la decenza di farsi trovare nella sua camera d'hotel.

Che maniere...

Aveva dovuto usare a pieno le sue doti da investigatrice telefonando anche al pilota del suo jet privato per sapere se aveva affrontato qualche volo e dopo diverse minacce era riuscita a fargli sputare il rospo. E tutto ciò per cosa? Nulla.

Dante rientrò nella suite presidenziale nel cuore della notte.
Aveva passato tutta la giornata sul sua barca ma non se l'era sentita di passarci la notte, non da solo.

Sin da subito un paio di tacchi vertiginosi attirarono la sua attenzione: erano stati abbandonati e dimenticati all'entrata. Alzò un sopracciglio riconoscendo subito di chi fossero.

Trovò Adriel addormentata sul grande letto matrimoniale, si era come al solito messa in una posizione diagonale e a lui non restava molto spazio per distendersi. Non si chiese nemmeno come avesse fatto a trovarlo, la conosceva abbastanza bene da sapere che avrebbe fatto carte false pur di ottenere quello di cui aveva bisogno. Dopotutto aveva fatto lo stesso anche con lui...

Si sedette sul materasso strofinandosi le mani sul viso per poi lanciarle uno sguardo con la coda dell'occhio: aveva i capelli corvini sparpagliati ovunque e stava abbracciando il cuscino sul quale teneva appoggiata la testa.
Le ciglia se sfioravano le guance che erano un po' più piene dall'ultima volta che l'aveva vista. Era per caso ingrassata?

Sorrise appena ed allungò una mano verso di lei spostandole i capelli dal viso che poi accarezzò con il dorso delle dita in un gesto delicato e colmo d'affetto.

-Dove sei stato?- Gli chiese lei senza aprire gli occhi.

Dio, perché le donne sono così psicopatiche?

Non ottenendo alcuna risposta, Adriel si decise ad aprire gli occhi ed alzare la testa nella sua direzione. Su una guancia si vedevano dei leggeri segni lasciati dal cuscino e dai capelli.

-Non sei stato con una donna o ne sentirei l'odore. Non sembri nemmeno ubriaco, allora...? Dove sei stato? E non solo oggi ma in tutti questi giorni.-

Silenzio. Dante abbassò la mano sul materasso mentre Adriel si metteva a sedere.

-Dante.- Cominciò la donna ma lui alzò solo gli occhi al cielo per poi alzarsi in piedi ed iniziare a spogliarsi in silenzio, senza dire nemmeno una parola si infilò sotto le lenzuola dandole le spalle pronto per dormire.

-Ehi, ma che ti ho fatto?- Domandò lei appoggiando una mano sul suo braccio, si sporse verso di lui e lo guardò di profilo: aveva gli occhi socchiusi e le ciglia chiare si muovevano un pochino, la barba era diventata più folta dall'ultima volta che si erano visti. Aveva delle occhiaie profonde e la pelle era più pallida del normale. Faceva quasi impressione vedere il colorito niveo di lui vicino a quello abbronzato e luminoso di lei.

The gold diggerWhere stories live. Discover now