Does your secretary know?

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Adriel fece scattare la serratura della porta: aveva fame, di nuovo.
La casa era immersa nel buio ed era sola, per fortuna.

Brancolò nel buio fino al soggiorno ed accese la luce poi sobbalzò.

-Cristo, Rosewain, vuoi proprio farmi venire un infarto?- gli chiese portandosi una mano sul cuore.

Dante era seduto sul divano, piegato in avanti con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa china verso il basso. Fra le dita si stava rigirando qualcosa di piccolo che Adriel non riusciva a vedere bene.

Lui neanche la guardò e non nemmeno rispose.

La donna si avvicinò al tavolo e prese un biscotto allungando il collo troppo incuriosita, voleva vedere meglio con cosa stava giocherellando, ma Dante chiuse l'oggetto nel palmo della mano prima che lei potesse riconoscerlo.

Adriel sbuffò decidendo di avvicinarsi a lui, si mise le mani sui fianchi fermandosi di fronte all'uomo e lo guardò accigliata aspettando che lui alzasse la testa.
Dante sospirò sedendosi meglio sul divano, appoggiò la schiena contro lo schienale divaricando le gambe e guardò di sottecchi la mora.

-Sei proprio un bambino.- dichiarò lei ma neanche questo gli fece cambiare espressione.

Adriel sbuffò ancora una volta battendo con il piede per terra.

-Danteee.- piagnucolò ma nulla, impassibile.

Alzò gli occhi al cielo: bene! Potevano giocare entrambi quel gioco. Si voltò e uscì dal salotto a grandi falciate, spense la luce e tornò in camera sua a godersi il suo agoniato biscotto.

Appena chiusa la porta, sentì il botto del primo fuoco d'artificio.

Mezzanotte. Era iniziato l'anno nuovo.

Si avvicinò alla finestra giusto in tempo per vedere il cielo illuminarsi dalle esplosioni colorate, si accarezzò la pancia e in silenzio contò fino a tre. La porta si aprì di nuovo. Sorrise a se stessa: Rosewain, come sei prevedibile.

Lasciò che l'uomo avvolgesse di nuovo le braccia intorno al suo corpo ed appoggiò la nuca contro la sua spalla mentre lui le stampava un bacio sulla guancia.
Erano fatti così.

-La tua segretaria sa che sei con me?-
-E' veramente questa la prima cosa che mi vuoi chiedere nell'anno nuovo?- Dante alzò gli occhi al cielo mentre Adriel rideva sommessamente.

Voltò la testa verso di lui, la stava guardando. Lo guardò negli occhi poi volse lo sguardo verso le sue labbra.

-Mi ami davvero?- sussurrò, la voce aveva tremato un pochino.
-Si.- non aveva esitato per nemmeno un attimo.

-Nonostante tutto, davvero?- chiese ancora.
-Nonostante tutto, davvero.- Dante appoggiò le proprie labbra contro la sua fronte e bastò quel contatto per farla rilassare.

-Quando mi darai l'anello?- Adriel buttò lì la domanda fingendosi disinvolta, si erano stesi a letto e avevano finto entrambi di dormire quando le loro famiglie erano rientrate in casa.

Adriel ancora non sapeva dove avrebbero dormito tutti, ma finchè non erano in camera sua andava tutto bene.

-Quale anello?- mormorò Dante che teneva gli occhi chiusi mentre giocava con alcune ciocche dei suoi capelli.
-Quello che hai nascosto quando sono entrata in salotto.- la mora alzò gli occhi al cielo girando il viso verso il suo, aveva un sorriso sciocco dipinto sulle labbra e aspettava soltanto che Dante tirasse fuori l'oggetto.
-Non farti strane idee, mi sono solo ricordato che non ti ho preso nessun regalo di Natale.- le rispose infilando la mano nella tasca dei jeans dalla quale tirò fuori il piccolo anello di metallo con le pietre incastonate che Adriel aveva guardato alle bancarelle.
-Certo certo.- il suo tono traboccava sarcasmo, prese l'anello in mano rigirandoselo fra le dita. Sembrava una piccola fede.
-Lo voglio.- disse con convinzione infilandolo all'anulare sinistro.

Dante aggrottò la fronte: credeva di aver capito male lui.

-Cosa?-
-Lo sai...- Adriel roteò gli occhi mentre il biondo alzava il busto per poterla guardare meglio in faccia.
-Adesso? C'è tutta la nostra famiglia lì fuori.- mormorò l'uomo con un sorrisetto malizioso mentre si posizionava a cavalcioni sopra di lei.
-Sei un maiale, scendi subito!- protestò Adriel.
-Ma io voglio darti quello che vuoi...-
-Non era quello che intendevo! Era un lo voglio ironico, idiota! E in ogni caso non era riferito al sesso!-

Dante appoggiò i gomiti ai lati della testa di Adriel per non pesarle troppo sul corpo e inclinò la testa da un lato.

-Okay, ma cosa?-
-L'anello mi sembrava una fede, tutto qui.- la mora arrossì furiosamente e voltò lo sguardo da un'altra parte.
-E quindi?- Dante avvicinò le labbra al suo orecchio morendole il lobo.

Adriel deglutì, la conosceva troppo bene e sapeva quanto fosse sensibile in quel punto.

-E quindi niente, era una scena che avevo in testa.- farfugliò sempre più in imbarazzo.
-E quindi non vuoi sposarmi?- sussurrò con voce roca lui.

Nel sentire il tocco leggero delle labbra dell'uomo contro la propria guancia Adriel si chiese se tutto quello non fosse solo uno strano sogno.

Un altro bacio, più in basso, sulla sua mascella. Un'altro, lungo il collo e un altro ancora nell'incavo con la spalla.

Sospirò in maniera appena percettibile.

Più quei baci leggeri continuavano e più il suo desiderio nei suoi confronti cresceva. Voleva di più, ne aveva bisogno.

Si lasciò spogliare senza protestare. Gli levò la maglietta lasciando che le sue mani si godessero di nuovo il contatto con la sua pelle calda poi gli circondò il collo con un braccio: voleva baciarlo, le era mancato.



-Non hai ancora risposto alla mia domanda.-

Adriel aggrottò la fronte nel sentire quelle parole. Come al solito Dante aveva finto di dormire così che lei potesse continuare ad accarezzargli il viso con il dorso delle dita ammirando i suoi lineamenti.

Dante socchiuse gli occhi: era mattina, la luce del sole stava inondando la camera e lo infastidiva.

Guardò le spalle nude di Adriel: gli era sempre piaciuta la sua tonalità di pelle, era di un colore che non avrebbe saputo definire o descrivere ma gli piaceva.

Avvicinò il viso al suo collo nascondendolo contro di esso in modo tale da non poter più essere disturbato dalla luce.

Le dita di Adriel affondarono fra i suoi capelli biondi.

-Quale domanda?- sussurrò lei cercando di ignorare la mano dell'uomo che le accarezzava l'interno coscia.
-Se mi vuoi sposare.- mormorò lui contro la sua pelle sorridendo maliziosamente.

-Oh mio Dio.- Adriel cercò di non ansimare.

Quell'uomo era diabolico.

-Allora?- le chiese con voce bassa morendole poi un lembo di pelle.

Adriel socchiuse gli occhi spingendo il bacino contro la sua mano, perchè solo lui le faceva quell'effetto? Perchè solo lui era in grado di mandare il suo corpo in estasi, sembrava quasi che solo il sesso con lui avrebbe potuto soddisfarla sempre e appieno.

-Sei uno stronzo.- riuscì ad ansimare mentre la sua mano continuava ad accontentarla.
-Risposta sbagliata.- bisbigliò.

La mora gemette più forte di prima.

-Allora?- ripetè Dante.
-Ti prego...- sussurò lei.

Ma qualsiasi protesta era vana, voleva una risposta e basta.

-Lo voglio.- disse infine, fra un ansito e l'altro.

Si passò la punta della lingua fra le labbra, sapeva quanto Dante si divertisse a torturarla in quella maniera.

Girò la testa verso di lui non appena si fu allontanato dal suo collo e nei suoi occhi vide solo il desiderio.

-Ti voglio.- aggiunse con la stessa voce bassa e suadente che sapeva lo avrebbe fatto impazzire nella stessa maniera in cui lui faceva impazzire lei.

-Ti amo.- le sussurrò.

The gold diggerWhere stories live. Discover now